08 agosto 2020

Hi Five: 5 esibizioni da festival

Le playlist improbabili di Radiofreccia, valide per qualsiasi occasione probabile d'estate: cinque canzoni per sentire meno la mancanza dei festival estivi

Un'estate strana, quella che stiamo vivendo, poco da dire. Non è lo stesso, sperando torni ad esserlo al più presto, e tutto è più macchinoso, o almeno dovrebbe esserlo. Uscire, svagarsi, anche andare in spiaggia, c'è un mood diverso inevitabilmente e se per qualcuno è, tutto sommato, andata 'bene', per altri non è stato così.

Tra le varie cose apparentemente frivole che stanno caratterizzando questa estate, è l'assenza totale di quegli artisti che 'tanto ci fanno divertire', gli assembramenti belli, quelli in transenna, tra spinte, sudore, caldazza tremenda, panini violenti e liquidi vari che si librano nell'aria.

Insomma, ci mancano i concerti e ci mancano i festival, una mancanza che potrà apparire relativa, sciocca a molti ma che a noi appassionati di musica fa abbastanza male dentro. Senza contare chi quegli eventi li mette su, e con quei concerti ci mangia.

Per rendere l'attesa di normalità meno dura abbiamo preso cinque esibizioni di festival saltando qua e là tra i decenni per far finta che non sia così.



Bob Dylan - Newport Folk Festival 1965

Iniziamo la carrellata con il luglio 1965. Newport, Rhode Island, Stati Uniti, Bob Dylan è nella line up del Newport Folk Festival, appuntament importanti per tutti gli appassionati del genere, genere di cui il cantautore di Duluth era nuovo portavoce, tra i suoi esponenti più importanti. Pochi mesi prima Dylan aveva pubblicato il suo quinto album "Bringing It All Back Home" un disco strano rispetto ai precedenti The Freewheelin' e The Times They Are a-Changin', un ibrido si direbbe oggi, un album che da un lato presentava il classico sound da folkman acustico ma sul lato A non era da solo, con lui una band elettrica.

Quando salì sul palco del Newport Folk Festival, accompagnato da Mike Bloomfield dai suoi compagni nella Paul Butterfield Blues Band e da Al Kooper all'organo, Dylan si presentò in elettrico, scelta che affascinò qualcuno ma fece impazzire parte del pubblico che gridò al tradimento. Tra chi applaudiva si levarono urla di disapprovazione, qualcuno addirittura cercò di salire sul palco. C'è chi dice che le proteste fossero per il set brevissimo o per la cattiva qualità del suono, ma leggenda vuole che il pubblico non avesse digerito l'aver voltato le spalle al folk e alla canzone di protesta. 




Big Brother & The Holding Company - Monterey Pop 1987

I Big Brother And The Holding Company sono di scena al Monterey Pop Festival del 1967, con loro sul palco una giovane cantante arruolata un anno prima, tale Janis Joplin, una ragazza bizzarra del Texas con cui il feeling non era scattato subito, a dire il vero. Il regista D.A.Pennebaker si sarebbe occupato di riprendere alcune esibizioni del festival, tra cui quella dei BBATHC, ma il manager della band si rifiuto di dare la liberatoria se non dietro compenso per le riprese durante il loro slot, quello di sabato pomeriggio. L'esibizione fu fantastica, quella piccola donna bianca che cantava come una blues woman consumata stregò tutti, consentendo alla band di ottenere successo a livello nazionale. La performance fu talmente potente che gli organizzatori del festival pensarono che no, non potevano perdersi le riprese di quella forza della natura e chiesero che Janis Joplin potesse cantare ancora la sera successiva, anche se solo per due pezzi: Combination Of The Two e Ball and Chain.


Nirvana - Reading 1992

Il festival di Reading è uno dei principi dell'estate britannica ed europea.  Il 30 agosto 1992 il palco principale prevedeva The Melvins, Screaming Trees, Pavement, L7, Teenage Fanclub, Mudhoney, Nick Cave e, main event, i Nirvana. Il successo di "Nevermind" aveva sparato quel trio di ragazzi americani ad un livello di fama planetaria e in quel momento la band di Seattle era forse la rock band più famosa del mondo. Cobain arrivò sul palco in carrozzella indossando un camice, intorno a lui un turbinio di attenzione mediatica sempre più pressante dopo la nascita della figlia Frances Bean avvenuta poche settimane prima che non faceva altro che alimentare tensione. Addirittura molti pensavano che la band non si sarebbe esibita. Invece lo fece, tenendo in pugno 60.000 spettatori in quello che sarebbe stato il loro ultimo live nel Regno Unito.



David Bowie - Glastonbury 2000

Il festival di Glastonbury è un'istituzione tra i festival estivi e nel 2020 avrebbe dovuto celebrare l'edizione numero 50, una cifra importante che, purtroppo, è rimasta solo nei sogni della famiglia Eavis. Tra gli headliner dell'edizione 2000 c'era David Bowie che regalò al popolo di Worthy Farm un'esibizione rimasta nella storia come una delle più belle ad aver graziato il Pyramid Stage. Il fatto poi che, oltre al quasi quarto di milione di persone presenti lì, gli spettatori da casa videro solo parzialmente lo show in diretta sulla BBC per volontà del management dell'artista, resero l'esibizione ancora più mitica.


Blur - Glastonbury 2009

Per l'ultima band della lista c'è una componente affettiva. Il concerto dei Blur ad Hyde Park nel 2012 resta uno dei miei preferiti di sempre tra quelli visti di persona ma, volendo restare sul tema dei festival estivi storici, pochi anni prima la band di Damon Albarn fece un set emozionante come headliner a Glastonbury.

Una band non più giovane che della gioventù ha conservato l'energia pur non crogiolandosi nel giovanilismo ed una di quegli artisti che riescono ancora tenere il pubblico, che siano poche persone o decine, centinaia di migliaia, nel palmo di una mano. Una performance commovente che non si è limitata a far scattare l'effetto nostalgia ma che ha saputo incastrare tutti nel qui e ora.


Hi Five: 5 esibizioni da festival