Le Hole, il successo e la batterista licenziata

Nel rock, amicizia, integrità artistica e notorietà non viaggiano sugli stessi binari. La storia della Hole che per il successo tradiscono batterista e grunge

Ripercorriamo le peripezie delle Hole, band iconica del grunge, capitanata da Courtney Love, ex moglie di Kurt Cobain. Lo facciamo attraverso la storia dei due loro album più importanti: LIVE TROUGH THIS (1994), quello della consacrazione artistica e CELEBRITY SKIN (1998), quello dell’enorme successo commerciale che le accompagnerà, però, verso lo scioglimento. Il pretesto per questo racconto, ce lo offre ricordare la vicenda della batterista Patty Schemel che, da elemento decisivo del sound della band nei primi album, fu messa in panchina durante le registrazioni di CELEBRITY SKIN.

Se il grunge è l’espressione più verace del rock degli anni ’90, a metà di quel decennio le Hole sono una delle band più rappresentative di quella scena. Nel 1994 hanno inciso il loro secondo album, LIVE TROUGH THIS che resterà il loro capolavoro. La band non rinuncia a nulla del suono che ne aveva caratterizzato il debutto di PRETTY ON THE INSIDE (1991) c’è tutto il sound greve delle chitarre scorticanti e di riff claustrofobici che si schiudono su oasi di noise, larsen e ferocia punk. Ma Courtney Love esplora maggiormente le possibilità espressive melodiche della sua voce. E questo condiziona il respiro tanto delle composizioni, tanto degli arrangiamenti che osano addirittura inserti acustici e soluzioni chitarristiche più delicate. Il sound così diventa, nel complesso, più ricco e variegato; stupefacente nei passaggi di dinamica tra le sferzate dissonanti e distorte del grunge più tetro e spiragli più dolci e sognanti sgranati su accordi puliti. Ma tante cose contribuiscono a fare di questo disco una leggenda. In primis il fatto che sia un album che affonda le radici nel dolore. Quello per la morte di Kurt Cobain, marito della cantante Courtney Love, morto suicida appena una settimana prima della pubblicazione;  quello dovuto alla scomparsa per overdose della bassista Kristen Pfaff (anche lei ventisettenne come Cobain) che avverrà - invece - due mesi dopo l’uscita di LIVE TROUGH THIS. Eventi nefasti che però, permeano l’ascolto del disco di quel ascendente maledetto che l’iconografia del rock tante volte ha accolto e coccolato.

Io ballo da sola

Poi, succede la magia: nel 1996 esce il film “Io Ballo Da Sola” di Bernardo Bertolucci con protagonista una giovanissima Liv Tyler di bellezza ultraterrena. Nella scena più celebre della pellicola, la Tyler è un adolescente tormentata che si scatena nella sua stanza cantando e ballando. Il pezzo in questione è “Rock Star” delle Hole, traccia che chiude LIVE TROUGH THIS. Il successo del film, che diventerà un manifesto dell’estetica giovanile degli anni ’90, rilancia la popolarità del disco delle Hole. Se prima era una gemma per gli appassionati di grunge, musicisti e intenditori, quella colonna sonora lo sdogana al grande pubblico e contribuisce a farne un classico del rock.


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