I cinquant'anni di "The Velvet Underground & Nico"

Fu l'album di debutto più spiazzante della storia del rock. John Cale lo porterà in tour

La celebrazione ufficiale potrebbe essere in tono con quel sound sepolcrale e decadente. Sul palco, inevitabilmente, ci saranno dei fantasmi: Lou Reed, Nico, Sterling Morrison e naturalmente Andy Warhol. Ma John Cale rimedierà con degli ospiti d'onore, e il tributo a "The Velvet Underground & Nico" sarà in ogni caso degno del ricordo di quel disco rivoluzionario, uscito il 12 marzo 1967. Nell'ottobre scorso il violista della band ha annunciato almeno tre date: la prima sarà il 26 maggio ai Clarence Docks di Liverpool, poi Parigi e New York. «Di solito non sto lì a pensare al passato ma poi arriva un segno del tempo che passa, "The Velvet Underground & Nico" compie 50 anni – ha detto Cale – e come un mucchio gruppi possono testimoniare, è stata la realizzazione definitiva dell’album di debutto che tutti sognano di registrare. Eravamo una band ostile, che picchiava con testi impegnativi e un suono fuori di testa non proprio orecchiabile a tutti a quell’epoca. Rimanendo ferocemente fedeli al nostro modo di concepire la musica Lou e io non abbiamo dubitato nemmeno per un attimo di star creando qualcosa che avrebbe portato a galla un suono non ancora esplorato dal rock del tempo; quell’assurda combinazione di quattro musicisti disparati e una riluttante regina di bellezza esprime perfettamente cosa significasse essere i Velvet Underground».

Eppure l'album fu un fiasco dal punto di vista commerciale: la famosa copertina di Warhol con la banana "sbucciabile" (sollevando un adesivo si rivelava un frutto allusivamente rosa) mise in difficoltà gli stampatori di dischi, e a dare il colpo di grazia fu la causa intentata dall'attore Eric Emerson per la foto del retro in cui lui compariva, proiettato alle spalle del gruppo sul palco. Emerson era stato arrestato per droga, sostenne che non gli avevano chiesto il permesso per quello scatto, bussò a quattrini e le copie originali furono ritirate. Ma l'incidente non impedì alle canzoni di entrare nella storia del rock: quelle cantate dalla musa Nico (che alcuni ricordano in una fugace apparizione nella "Dolce Vita" felliniana) come "Femme Fatale", "I'll be Your Mirror"  o "All Tomorrow's Parties" (cronaca in musica degli eventi del Plastic Expanding Inevitable warholiani), mentre Lou Reed denunciava la schiavitù della droga in "Waiting for my Man" o "Heroin" e decantava la "Venus in Furs" (ispirata dagli scritti del conte Von Sacher-Masoch). Lou che morì, molti anni dopo, proprio in una "Sunday Morning", l'eterea, disincantata giornata celebrata nel primo brano di "The Velvet Underground & Nico".

The Velvet Underground & Nico "I'll Be Your Mirror" (Warhol film footage)

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