26 gennaio 2023

I Darkness e la 'stupidissima I Believe In A Thing Called Love

Justin Hawkins e suo fratello Dan hanno ripercorso il successo della loro prima hit

Justin Hawkins e suo fratello Dan, voce e chitarra dei Darkness, hanno ripercorso la storia della loro super hit I Believe In A thing Called Love in un'intervista con il The Guardian.

I rocker inglesi hanno parlato di come il loro primo successo sia stato basato sulla più grande dipendenza di Justin e di come il livello di stupidità delle loro azioni abbia un impatto diretto sulla musica dei Darkness.

Quando i Darkness esplosero improvvisamente nel 2003 con l'album di debutto "Permission To Land", i meriti furono da attribuire principalmente all'enorme spinta della stampa britannica e alla perfezione radiofonica di I Believe in A Thing Called Love.

Pubblicato come terzo singolo estratto dall'album, l'esagerato brano d'amore dei Darkness fu un successo immediato, spinto anche dal folle e divertentissimo videoclip.

La stupidità e l'amore di I Believe In A Thing Called Love

L'elemento di follia - o ancor meglio di stupidità - sembra essere stato uno degli ingredienti fondamentali alla base di I Believe In A Thing Called Love.

Intervistati dal Guardian, Justin e Dan Hawkins hanno ripercorso la realizzazione di quella che, ancora oggi, è una delle loro più grandi hit.

"Non so come venne fuori la cosa o chi fu a dirlo ma, mentre stavamo parlando tra di noi, qualcuno disse 'Perché non scriviamo semplicemente la canzone più stupida di sempre?", ha spiegato Dan. "Mi aspettavo che ci saremmo tutti sentiti imbarazzati ma alla seconda volta che la provavamo tutti cantavano il ritornello. In quel momento ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito che era la canzone giusta".

"Le cose che sono ridicole e fumettose sono la mia ragione di vita. Tutto ciò che è ridicolo nei Darkness, fortunatamente, sono attenuate dal buon gusto di Dan. Per esaltarmi ho sempre bisogno di tirare fuori qualcosa che gli farebbe dire 'No, non puoi farlo'.", ha aggiunto il frontman e chitarrista Justin Hawkins.

A fare da base per I Believe In A Thing Called Love, spiega Justin, non fu solo la stupidità ma anche la sua più grande passione: l'amore. "Ci siamo imbarcati in una ricerca quasi patologica, quella di cercare di inseire la parola 'amore' in ogni canzone. C'erano band che avevano quasi parua di parlare di amore ma le canzoni più grandi, quelle che davvero ti entrano nel cuore, di solito parlano proprio di quello e utilizzano la parola 'amore'. La realtà è che sono sempre innamorato. E' una delle prime e più forti dipendenze della mia vita".


I Darkness e la 'stupidissima I Believe In A Thing Called Love

Un successo inaspettato

I Believe In A Thing Called Love fu un successo fatto e finito, che sin dalla prima versione fece capire chiaramente a tutti, manager inclusi, che sarebbe diventato una hit: "Non ci abbiamo perso su molto tempo, non ci siamo messi alla ricerca del riff perfetto e non abbiamo cercato di lavorarci molto su, stavo semplicemente seguendo le mie dita", ha raccontato Justin Hawkins.

Anche per Dan fu Justin quello che saltò fuori con il riff portante del brano, dal quale lui cercò di strutturare la canzone: "Probabilmente fu lui a venirsene fuori con il primo riff, lui e Frankie (Poullain, bassista dei Darkness) stavano provando quel ridicolo ritornello già da molto tempo. Io poi ho aggiunto il bridge e la parte conclusiva del ritornello, cercando di strutturare qualcosa che sembrasse una canzone. Abbiamo portato quell'arrangiamento in una sala prove sgangherata un paio di giorni dopo".

I Believe In A Thing Called Love schizzò subito al secondo posto nella classifica dei singoli più venduti del Regno Unito e diventò un successo anche negli Stati Uniti, qualcosa di completamente inaspettato per i Darkness.

"Non ci siamo mai considerati una band da singoli, ed è il motivo per cui quella canzone, all'inizio, per me rappresentò un problema", ha spiegato il chitarrista Dan Hawkins."Per me i Darkness sarebbero dovuti essere questione di album e diventare una rock band incredibile. Non mi interessava molto essere popolare. Guardando la reazione del pubblico ho capito che quella canzone sprigiona positività ed è fantastica da suonare ancora oggi".