03 settembre 2017

I dischi del week-end

Il ritorno di Starsailor e LCD Soundystem e altri consigli discografici tra gli album di nuova uscita

In un periodo davvero ricco di uscite discografiche, in gallery alcuni degli album pubblicati nei giorni scorsi : 

  • 01. Starsailor - "All This life"
    Starsailor - "All This life": A ben 8 anni di distanza gli Starsailor tornano con un nuovo album, "All This Life" prodotto da Richard McNamara, chitarrista di un'altra delle migliori band inglesi dell'immediato 'post-Britpop', gli Embrace. Nel 2009 la band congelò le attività per far spazio alla carriera solista del leader James Walsh prima di ricominciare a fare concerti insieme dopo 5 anni e pubblicare nel 2015 un greatest hits contenente anche due inediti. Nel frattempo, con calma, prendeva vita questo che è il quinto lavoro in studio degli Starsailor e che mostra una rotta non invertita nella sostanza e nella capacità di pennellare dei piccoli gioielli di pop un filo drammatico, sorretto dalla riconoscibile voce di Walsh, ma che trovano qui un'energia forse inusuale per gli Starsailor. Brani come 'All This Life, 'Listen To Your Heart', 'Best Of Me' e 'Fallout' hanno un'intensità e carica rock difficilmente ascoltata nei precedenti dischi della band, ma allo stesso tempo non viene abbandonato il più classico cantautorato al quale ci hanno abituati - del resto devono pur sempre il loro nome a un album di Tim Buckley - e rispettando i diktat della musica contemporanea, ci sono anche episodi con venature black come 'Caught In The Middle' . Il fattore 'hit' è meno consistente che in passato e così le tracce che svettano, ma gli Starsailor sanno ancora come si fa del buon pop-rock meglio di molti altri.
  • 02. The War On Drugs - "A Deeper Understanding"
    The War On Drugs - "A Deeper Understanding" : Nato come chitarrista per i Violators di Kurt Vile, tra i più significativi rappresentati del'indie rock made in USA degli ultimi anni, Adam Granduciel ha saputo ritagliarsi il proprio spazio come leader dei The War On Drugs che, dopo il successo del precedente "Lost In Dream", tornano con il quarto album intitolato "A Deeper Understanding". Lo stile dell'artista californiano resta intatto e prende la storia del cantautorato americano da Bob Dylan e Springsteen - specialmente quello anni '80 - fino a Ryan Adams, portandola nell'oscurità. Quello che colpisce, come sempre, dei War On Drugs è la facilità di scrivere canzoni che riescono a far immergere completamente l'ascoltatore e il suono totale che riescono a creare, con una cura per i dettagli e gli arrangiamenti che dà il peso corretto a tutti gli elementi. Chitarre, voce, tastiere, tutto sembra essere al posto giusto con Granduciel che ha raccontato più volte di come, infatti, il suo processo di scrittura sia lungo e laborioso. Il risultato paga, e alla grande, regalando un disco magari non originalissimo, ma crepuscolare, intenso, bello, e capace di rielaborare egregiamente i suoni della tradizione. The War on Drugs saranno in Italia per una data unica il 18 novembre al Fabrique di Milano.
  • 03. Jake Bugg - "Hearts That Strain"
    Jake Bugg - "Hearts That Strain" : Torna un po' in sordina Jake Bugg, giovane cantautore protégée di Noel Gallagher che a soli 23 anni è già al quarto album, questo "Hearts That Strain" che sembra un tentativo riparatore dopo "On My One", pubblicato solo un anno fa con una rotta verso sonorità più 'moderne' del solito che sembravano però essergli poco congeniali. Registrato a Nashville e proddotto con Dan Auerbach, frontman dei The Black Keys, "Hearts That Strain' sembra un disco del 1974 fatto da uno nato vent'anni dopo, ma senza la freschezza del debutto - che pure era un lavoro minimale, 'stripped down' come direbbero gli inglesi - a fare da contraltare al sound da cantautore chitarra in spalla e orizzonti. L'influenza da highway americana è sempre molto presente e il ritorno alle origini ha fatto più che bene al ragazzo di Nottingham, che pure ha fatto un disco godibile e che si lascia ascoltare, ma la velocità con cui Jake è riuscito a buttare giù traguardi e successi potrebbe averlo temporaneamente lasciato in riserva, leggermente spaesato, e ancora in cerca di quel passo che lo faccia arrivare nell'età adulta. Il tempo è dalla sua parte.
  • 04. LCD Soundsystem - "American Dream"
    LCD Soundsystem - "American Dream" : La reunion degli LCD Soundsystem al Coachella dello scorso anno venne salutata dagli appassionati di indie rock in maniera festante, almeno tanto come dagli habitué del dancefloor, mondi che James Murphy - polistrumentista e producer americano - ha saputo coniugare in maniera unica all'interno del sup progetto. Ovvio, quindi che per il il ritorno discografico con "American Dream" dopo ben 7 anni di distanza dal precedente "This Is Happening" - durante i quali Murphy ha fatto svariate cose, compreso produrre "Reflektor" degli Arcade Fire e rischiare di fare lo stesso con l'ultimo album di Bowie, sul quale è finito comunque come percussionista - ci fosse grande attesa, ben pagata a quanto pare. "American Dream" butta in nel calderone i suoni dei Talkin Heads ('change yr mind'), i beats elettronici, ma anche tanta oscurità e teatralità in odor di Bowie ricordato in maniera sentita nella conclusiva 'black screen' e descritto come 'a metà tra un padre e un amico'. 'call the police' ed 'emotional haircut' sono cavalcate rock, mentre 'american dream' suona come se Murphy avesse prodotto un pezzo degli Smiths, di quelli belli, quasi a trasportare la Manchester di primi '80 nella New York di oggi. Nei testi c'è politica, nel senso più ampio possibile, ansia, inquietudine e poca convinzione nel 'sogno americano', c'è il fare i conti con l'età e con la realtà descritta in maniera quasi fotografica e l'analisi di un'insoddisfazione diffusa che, si spera, col tempo porterà a un cambiamento. Uno degli album più belli che a dicembre ci consegnerà il 2017.

Jake Bugg - How Soon The Dawn

Jake Bugg - How Soon The Dawn