I parlamentari irlandesi vogliono vietare il dynamic pricing
Dopo le polemiche nate in seguito alla reunion degli Oasis, i parlamentari irlandesi hanno fatto una proposta di legge per vietare il dynamic pricing
Ci voleva un evento della portata della reunion degli Oasis per portare all'attenzione dei piani più alti la pratica del dynamic pricing.
La controversa misura adottata già in passato per tour come quello di Springsteen o dei Pearl Jam si è abbattuta clamorosamente sulla richiesta senza precedenti per i biglietti degli Oasis.
Con circa 1.4 milioni di ticket venduti in meno di un giorno per le 17 date nel Regno Unito e in Irlanda, a fronte di una richiesta di molti milioni in più, il tour 2025 degli Oasis ha avuto un impatto mediatico enorme, anche per le ragioni sbagliate.
La risposta degli Oasis all'utilizzo del dynamic pricing
Al di là dei problemi tecnici di Ticketmaster, di fatto l'unica piattaforma 'funzionante' tra quelle selezionate per la vendita con file interminabili, errori e ban casuali, il vero caso lo ha scatenato il dynamic pricing.
Si tratta di un prezzo che cambia in tempo reale in base alla domanda di una determinata tipologia di biglietti, con il risultato di alcuni utenti che sono entrati nella vendita con posti unici da 150 sterline, per completare la transazione spendendo più del doppio.
Una pratica ufficialmente legale ma a dir poco controversa che è solo l'ennesimo elemento entrato in gioco per rovinare l'esperienza della musica dal vivo per chi ormai è costretto a vivere la partecipazione ad un concerto con un sentimento più vicino all'ansia che alla gioia.
Questa volta i numeri dell'evento, l'attesa per una reunion di cui si parla da anni e la dimensione storica della band coinvolta, hanno fatto muovere anche le istituzioni portando il caso anche sulle scrivanie della Commissione Europea.
Interpellati, gli Oasis hanno comunicato attraverso i loro portavoce di non essere a conoscenza che il dynamic pricing sarebbe stato applicato alla vendita del tour 2025.
"Bisogna chiarire che gli Oasis hanno lasciato la decisione sul pricing dei biglietti interamente a promoter e manager e non sono mai venuti a conoscenza del dynamic pricing" ha comunicato la band in una nota. "Mentre gli incontri precedenti tra i promotori, Ticketmaster e il management della band hanno portato a una strategia di vendita dei biglietti positiva, che sarebbe stata un'esperienza equa per i fan, incluso il dynamic pricing per aiutare a mantenere bassi i prezzi generali dei biglietti e ridurre il bagarinaggio, l'esecuzione del piano non è riuscita a soddisfare le aspettative. Tutte le parti coinvolte hanno fatto del loro meglio per offrire la migliore esperienza possibile ai fan, ma a causa della domanda senza precedenti questo è diventato impossibile da realizzare"
Il Governo Irlandese vuole vietare il Dynamic Pricing
Pochi giorni fa ,nel Regno Unito si era mosso il CMA (Competition and Markets Authority) per chiedere una revisione del dynamic pricing.
In Irlanda, dove gli Oasis suoneranno a Dublino, il discorso sembra essere andato ulteriormente avanti.
I legislatori si sarebbero infatti già attivati per introdurre una legge, circoscritta alla Repubblica d'Irlanda, per vietare il dynamic pricing.
Secondo la BBC, sarebbero diversi i senatori e parlamentari irlandesi impegnati nel promuovere una nuova legge che renda illegale questa pratica definita poco trasparente dal senatore Timmy Dooley, che si augura di poter proteggere i consumatori da una possibile truffa tecnologica 'da stroncare prima che diventi pratica comune'.
Già nel 2021 il Governo Irlandese aveva varato il Sale Of Tickets Act, vietando la rivendita di biglietti con un prezzo superiore al face value.
"Bisogna estendere questa legge in modo da proteggere i fan dall'esperienza di vedere i biglietti 'in demand' aumentare significativamente oltre il prezzo che era stato inizialmente pubblicizzato", ha detto il parlamentare Jim O'Callaghan.