Il 3 ottobre del 1980 i Police pubblicavano il terzo album "Zenyatta Mondatta", un disco nato dopo tre anni di successi inaspettati che trasformarono la band guidata da Sting in una delle più popolari nel mondo.
"Outlandos d'Amour" del 1978 fu il debutto sperato da tutti e "Reggatta De Blanc", pubblicato l'anno seguente, il degno successore che catapultò i Police in un vortice di trionfi e tour mondiali con l'asticella delle aspettative posizionata molto in alto e un successo planetario da metabolizzare.
Una pressione che si scontrava, da una parte con la voglia e la necessità della band di gestire al meglio le cose in modo autonomo, e dell'altra con l'aspirazione di riuscire a trovare la vena creativa necessaria a intraprendere direzioni diverse dal sound dei primi album che fondeva reggae e rock.
Alla ricerca di una conferma
L'obiettivo era quello di mantenere la scia di successi degli ultimi due anni e centrare il successo anche con il terzo album, quello della conferma dopo il sempre difficile secondo album, nel tentativo di sfondare definitivamente negli Stati Uniti.
E' in questo frenetico scenario che i Police realizzarono Zenyatta Mondatta, scritto mentre la band era impegnata in tour e registrato in circa quattro settimane.
Nessuna pausa, il lusso di fermarsi e realizzare un lavoro con tutta la calma del tempo per avere tra le mani il meglio possibile allo scopo, nemmeno a parlarne. Lontani dal loro spartano quanto amato studio Surrey Sound, i Police registrarono "Zenyatta Mondatta" nei Paesi Bassi, al Wisseloord Studio di Hilversum, paese dell'Olanda settentrionale. Il trio inglese si era infatti visto costretto a trasferirsi sulla terraferma per questioni fiscali.
Questo almeno per le poche settimane a disposizione per la realizzazione dell'album che fu dichiarato concluso nella notte che precedeva la partenza dei Police per l'ennesimo tour mondiale. Settimane che, per altro, risultarono interrotte da un paio di apparizioni a dei festival in Inghilterra e Irlanda.
Tutte queste cose insieme non fecero altro che creare tensioni interne alla band e durante le registrazioni capitava non di rado che Sting, Andy Summers e Stewart Copeland, arrivassero ai ferri corti.