I System Of A Down e le minacce di morte

Dopo il ritorno con Protect The Land e Genocidal Humanoidz in supporto all'Armenia, il bassista dei System Of A Down ha ricevuto numerose minacce di morte

Tra le tante sorprese che questo 2020 ci ha regalato anche se, francamente, poteva anche risparmiarsele, c'è qualcosa di inaspettatamente non negativo: il ritorno dei System Of A Down.

La band guidata da Serj Tankian ha fatto uscire una settimana fa due nuove tracce, i primi inediti mai pubblicati con il nome della band negli ultimi 15 anni. Pur non essendosi mai ufficialmente sciolti, infatti, i SOAD hanno passato più di un decennio ad essere una band solo ed esclusivamente sul palco non riuscendo mai a trovare un punto d'accordo per registrare insieme dei nuovi materiali inediti.

Le nuove canzoni dei System Of A Down

L'occasione è arrivata con il tentativo di raccogliere fondi per aiutare il loro paese di origine, l'Armenia. Pur essendo nati a Los Angeles, infatti, tutti i membri dei System Of A Down: Daron Malakian, Shavo Odadjian, John Dolmayan e il frontman Serj Tankian hanno origine armena e sono legati da un legame molto forte con il loro paese di origine sul quale cercano sempre di accendere un riflettore.

Gli ultimi lavori inediti dei System Of A Down risalgono al 2005 con la pubblicazione di non uno ma ben due album: "Mesmerize" e "Hypnotize", da allora una serie di incomprensioni e divergenze artistiche tra tutti i membri ha creato una fase di stallo impossibile da superare fino ad ora con la pubblicazione di 'Protect The Land' e 'Genocidal Humanoidz'. Entrambe le tracce sono state rilasciate per porre l'attenzione sul conflitto che sta coinvolgendo il territorio di Artsakh, che vede il popolo armeno schierato contro Azerbaijan e Turchia, e per raccogliere fondi da devolvere in beneficenza .

Le minacce di morte

Sebbene il supporto dei System Of A Down alla causa armena non sia mai stato un mistero, anzi, l'esporsi per l'ennesima volta sulla questione ha portato problemi ad alcuni membri della band come rivelato in un'intervista di gruppo pubblicata per far capire ai fan il perché abbiano deciso di tornare insieme proprio ora.

Nel video, la band spiega che è importante che il pubblico capisca la situazione per i loro antenati, per la loro cultura e per la loro nazione nella speranza che la storia non si ripeta. "Vogliamo difendere la nostra terra a modo nostro - ha detto il batterista John Dolmayan della pubblicazione dei due inediti - speriamo che ciò che il genocidio del 1915 e ciò che è successo molte volte nella storia non si ripeta e che il mondo agisca velocemente senza ignorarci solo perché non ne può trarre un vantaggio economico".

Il bassista Shavo Odadjian rivela poi di aver ricevuto delle minacce di morte proprio a causa del suo impegno con la band nel dar voce alla causa. La risposta eccessiva avuta da molti utenti social che hanno minacciato Shavo e i membri della band, ha fatto pensare al bassista che sia proprio questo il motivo per cui alcune celebrità che potrebbero dare grande visibilità alla vicenda - come Elton John, Justin Bieber, Cardi B e Nas, si sarebbero tirate indietro evitando di usare la loro voce per far emergere il dramma del conflitto.

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