Il concerto che cambiò il mondo, la storia dei Sex Pistols a Manchester
Nel 1976 a Manchester, i Sex Pistols cambiarono il mondo della musica con un solo show che decretò la nascita di una nuova generazione
Il 4 giugno 1976 la storia della musica britannica cambiò per sempre nel giro di una notte grazie ad un concerto che ha i contorni della leggenda.
Molti in Inghilterra lo chiamano ancora 'the gig that changed the world', il concerto che cambiò il mondo e forse non a torto, almeno per quanto riguarda un certo tipo di sound.
Ma qual è il concerto più importante della storia del rock, secondo alcuni?
Si tratta del primo live dei Sex Pistols alla Lesser Free Trade Hall di Manchester, uno show al quale tutti dicono di aver preso parte, anche se la verità è che, forse, in sala non c'erano più di trenta persone.
Qualcuno di voi lo avrà forse sentito anche recentemente nominare nel primo episodio della serie sugli 883 nella scena in cui Elia Nuzzolo, l'attore che interpreta Max Pezzali, si trova in un negozio di dischi.
Nonostante questo, il concerto dei Sex Pistols a Manchester può definirsi un grande successo.
Come? Un concerto con sole poche decine di spettatori può essere considerato un successo?
La risposta è sì e il motivo risiede tutto proprio negli spettatori presenti alla Lesser Free Trade Hall.
I Buzzcocks e la folgorazione Sex Pistols
Forse il nome Lesser Free Trade Hall non dirà molto ai più, un locale di Manchester nemmeno tra i più famosi, una venue, però, diventata leggendaria nel giro di una notte.
Era lì che il 4 giugno 1976, si esibì un gruppetto di punk che si stava facendo strada nella scena live di Londra ma che ancora in pochi conoscevano al Nord, i Sex Pistols.
Responsabili dello show furono due ragazzi, Howard Trafford e Pete McNeish, che decisero di prendere il treno per Londra e vedere se questi ragazzi del sud di cui si parlava, i Sex Pistols, fossero davvero così sconvolgenti. Nel corso del viaggio, i due progettarono anche i prossimi passi della loro band, che decisero di chiamare Buzzcocks mentre loro assunsero gli stage name di Howard Devoto e Pete Shelley.
I due ragazzi di Manchester, dopo aver letto una recensione del primo live dei Pistols sul NME, decisero di vedere Rotten e soci in azione con i propri occhi e ricevendo in cambio una folgorazione vera e propria.
Il live della band di Johnny Rotten fu qualcosa devastante e li convinse che anche Manchester avrebbe dovuto assistere a tanto furore. Devoto e Shelley si attivarono per organizzare una data dei Pistols una volta tornati a casa, del resto quale occasione migliore per debuttare anche con il primo concerto dei Buzzcocks?
Alla fine, per salire sul palco non si dimostrarono ancora pronti e lasciarono l'onore ai Solstice, prima di riprovarci poche settimane dopo in quello che sarebbe stato il secondo live dei Pistols alla Lesser Free Trade Hall.
I Buzzcocks, dal canto loro, diventeranno a loro volta una band importante per la rivoluzione dell'alternative britannico, ma questa è un'altra storia.
Il concerto che cambiò la storia
Ma perché il concerto dei Sex Pistols alla Lesser Free Trade Hall di Manchester è così importante? Cruciale al punto da essere considerato il concerto che cambiò per sempre la storia della musica inglese?
La mitologia della Lesser Free Trade Hall è tutta racchiusa nel pubblico, ancor più che nella scintilla generatrice data dalla band sul palco.
Un che di 'leggendario' c'è già banalmente nel numero dei presenti: una cifra imprecisata che oscilla tra i 30 e i 100 spettatori.
Quasi sicuramente il numero reale oscillava verso il basso ma, se chiedete in giro, tutti diranno che quel venerdì sera erano proprio lì, a Manchester, manco si trattasse di una Woodstock in salsa punk.
Chi era davvero alla Free Lesser Trade Hall il 4 giugno 1976 entrò in ogni caso nella storia della musica rock, del punk, dell'indie o facendola quella storia o testimoniandola in the making.
Ma del resto non sempre quantità vuol dire qualità e nel caso dello show di Sex Pistols mai considerazione fu più vera.
Difficile pensare ad una platea così sparuta rapportandola all'impatto enorme che riuscì ad aver sulla creazione della scena indipendente britannica e, a cascata, di tutto il rock moderno.
La nascita di una generazione
Ma chi c'era tra il pubblico che si parava davanti ai semisconosciuti Sex Pistols?
C'erano i giovani Bernard Sumner e Peter Hook che fu colpito talmente tanto dalla performance da correre a comprare un basso il giorno dopo.
Di lì a poco i due formeranno i Joy Division prima e, dopo la morte di Ian Curtis, i New Order influenzando per sempre la scena post punk (e poi anche quella dance), diventando una della band più influenti dell'epoca moderna.
C'era Steven Patrick Morrissey un ragazzo con qualche problema di socialità e la passione per i New York Dolls che poi avrebbe formato un'altra band, gli Smiths. Con gli Smiths prima e da solista poi riuscì a mettere in versi e sotto i riflettori gli sfigati chiusi nelle camerette di tutto il mondo, diventando a sua volta una vera e propria icona e lasciando un segno indelebile nella storia dell'indie e della cultura popolare allo stesso tempo.
C'era lo spigoloso Mark E.Smith che dopo il concerto dei Sex Pistols formò un'altra delle gloriose formazione di Manchester, The Fall, titani del post punk britannico.
C'era Mick Hucknall, che anni dopo avrebbe formato i Simply Red.
C'era Tony Wilson (con il futuro produttore Martin Hannett) - anche se qualcuno giura che lui sarebbe apparso solo al secondo show nella stessa venue poche settimane dopo - una figura cardine per la promozione della musica nuova in televisione grazie al suo show So It Goes su Granada Television e, soprattutto, grazie alla creazione della Factory Records e dell'Hacienda. Con la Factory, Wilson e i suoi soci diedero voce a band come Joy Division/New Order, A Certain Ration ed Happy Mondays e con l'iconico club Hacienda gettarono le basi per un'altra grande rivoluzione culturale: quella della club music e della rave culture.
I Sex Pistols quella sera avevano dimostrato a quei ragazzi di Manchester che tutti potevano fare musica se avevano l'attitudine e qualcosa da dire in modo spontaneo, che poi è la vera lezione del punk, e che potevano farlo anche loro pur essendo lontani dai circuiti londinesi. I ragazzi di Manchester, dal canto loro, pensarono che se ci erano riusciti quegli smidollati della City, loro avrebbero potuto farlo molto meglio.
Non era necessario lasciarsi il Nord alle spalle e andare nella capitale per cercare un contratto, magari con una major, entrare nei giri giusti e sperare di realizzare qualcosa. No, bastava prendere degli strumenti, provare, registrarsi, fare rete e realizzare tutto da soli proprio come avevano fatto i Buzzcocks quella sera e come avrebbero fatto pochi mesi dopo pubblicando uno dei primi dischi indipendenti del punk: l'EP di debutto "Spiral Scratch".
Una sola sera, una manciata di canzoni, i Buzzcocks, i Sex Pistols e una concerto - quello alla Lesser Free Trade Hall nel giugno 1976 - senza cui al giorno d'oggi, non parleremmo di indie, di post punk, di new wave, di club culture, di shoegaze, di britpop, di garage revival, di niente di niente.
Quel venerdì sera le pareti di quella sala concerti di Manchester videro con i loro 'occhi' la nascita di una generazione. E scusate se è poco.