Il mondo del rock reagisce alla morte di Charlie Watts

Tutta la comunità rock mondiale devastata dalla scomparsa di Charlie Watts, leggendario batterista dei Rolling Stones scomparso ieri all'età di 80 anni.

Il mondo della musica è stato colpito duramente ieri nell'apprendere della morte di Charlie Watts, storico batterista dei Rolling Stones. Ultimo ad essere entrato nella formazione storica degli Stones prima che la band iniziasse a fare sul serio, Watts è stato il metronomo della più grande rock band del mondo dal 1963 fino a ieri. Un uomo dallo stile impeccabile, mite, riservato ed essenziale anche nel modo di suonare la batteria con cui guardava le spalle ai compagni permettendo a Jagger e Richards di andare a briglia sciolta.

La roccia degli Stones

Un grande dolore ha colpito tutta la comunità rock mondiale che ha voluto stringersi intorno alla famiglia Watts e a quella allargata degli Stones manifestando la propria ammirazione per Charlie.

I compagni nei Rolling Stones si sono limitate a condividere delle foto sui social con Jagger che ha scelto una di Watts e Keith che ha postato la foto di una batteria con appeso il cartello 'closed'. Ronnie Wood, quello più attivo sui social della band, ha condiviso una foto con Watts scrivendo: "Ti voglio bene, compagno dei Gemelli. Mi mancherai molto. Sei il migliore".



Mentre gli Stones processavano la cosa i primi tributi, come era lecito aspettarsi, sono arrivati dai membri superstiti dei Beatles: Ringo Starr e Paul McCartney.

McCartney, in particolare, ha condiviso un video in cui appare sinceramente colpito dalla scomparsa di Watts: "Sono davvero triste. Era un persona adorabile, una roccia, un batterista fantastico. Ti ho sempre voluto bene, una persona stupenda".



Anche un altro monumento della musica britannica, Sir Elton John ha voluto esprimere il suo cordoglio condividendo una foto con il batterista degli Stones e scrivendo:"E' un giorno molto triste: Charlie Watts era il batterista definitivo. L'uomo più stiloso di tutti e un compagno brillante".


"Charlie Watts ha pianto al funerale di Keith Moon. Mi piacerebbe essere in grado di versare le stesse lacrime oggi. Invece voglio solo dargli l'arrivederci. Un batterista jazz, non un uno rock, ed è per questo che gli Stones avevano lo swing come quello della band di Count Basie. Che uomo adorabile!" ha invece scritto Pete Townshend degli Who.

Un'ispirazione per tutti i batteristi

Anche dall'America si sono sprecati i tributi a Watts, tutti sentiti, tutti uniti nel riconoscere che quell'uomo distinto era, di fatto, il vero segreto del rock torrenziale degli Stones. Era le fondamenta del blues, un facilitatore, l'uomo assist dalle geometrie perfette che metteva Jagger e Richards in grado di segnare a porta vuota.

Tra i colleghi batteristi un ricordo è stato lasciato da Lars Ulrich e dallo storico batterista di Springsteen, Max Weinberg.

"Charlie, grazie per aver indicato la strada, grazie per aver fissato lo standard, grazie per lo swing, grazie per essere fottutamente cool, grazie per aver letteralmente ispirato ogni singolo batterista rock'n'roll su questo pianeta", ha scritto il batterista dei Metallica.


Anche Weinberg è rimasto molto scioccato dalla scomparsa di Watts dedicandogli una lunga serie di tweet dedicati a quello che descrive un suo eroe personale.

"E' una perdita monumentale, uno dei miei eroi personali. Sono devastato e provo dolore per la sua famiglia e la sua band. Non so davvero cosa dire, riposa in pace amico", ha detto il batterista della E Street Band che dopo qualche ora ha aggiunto "Non posso e non voglio smettere di pensare a Charlie questa sera. Un uomo affascinante, soave, adorabile. Verso la fine degli anni'90 si era preoccupato per procurare i biglietti per vedere il loro show al MSG per me e per tutta la mia famiglia. Nel backstage ognuno degli Stones aveva la sua area per incontrare i propri ospiti e c'era un bel po' di gente. Charlie è stato adorabile con tutti, si è fermato con tutti, abbiamo parlato 3 o 4 minuti e c'erano un sacco di ospiti. Alla fine mi ha preso la mano e mi ha chiesto 'Cosa fai di bello ora?', è stato il modo più educato per dirmi che il mio tempo era finito e per noi è diventato uno standard nel salutare i nostri ospiti da allora. Ci vediamo dall'altra parte, Charlie".


Tutti hanno voluto lasciare un ricordo: dagli Aerosmith ai Guns N'Roses, dai Def Lppard  e gli AC/DC a Bryan Adams e Lenny Kravitz, da Tom Morello che descrive perfettamente l'importanza di Watts chiamandolo 'l'architetto del rock'n'roll', a Joan Jett che ai Rolling Stones qualcosa deve e che sottolinea quello che tutti sanno e che è sempre giusto ricordare: "Era il batterista più elegante e dignitoso nella storia del rock and roll. Suonava esattamente ciò che bisognava suonare, non di più, non di meno".




Un batterista Jazz in territorio alieno

Entrato per la prima volta nei Rolling Stones nel 1963, Charlie Watts era rimasto a dettare il ritmo alla band fino a ieri, l'unico membro con Jagger e Richards ad aver suonato su ogni singolo brano inciso dagli Stones e ad aver preso parte ad ogni concerto.

Proprio per questo a inizio agosto c'era stata grande sorpresa nell'annuncio di forfait per le nuove date del No Filter Tour che avrebbe riaperto i battenti negli Stati Uniti a settembre.
Per la prima volta Watts si tirava indietro per prendersi un periodo di riposo obbligato dopo essersi sottoposto ad un non ben precisato intervento medico.
"Per una volta sono andato fuori tempo" aveva scritto con grande ironia nota stampa utilizzata per annunciare l'addio, che si pensava temporaneo, aggiungendo che al suo posto sarebbe arrivato Steve Jordan.

Ieri, purtroppo, quell'addio si è rivelato essere per sempre e dopo la notizia data dalla BBC dopo aver contattato il suo portavoce, anche i canali ufficiali degli Stones hanno annunciato la scomparsa del musicista che a giugno aveva compiuto 80 anni.

"E' con una tristezza immensa che annunciamo la scomparsa del nostro amato Charlie Watts. Se ne è andato serenamente in un ospedale di Londra nelle prime ore di oggi circondato dalla sua famiglia" - si legge nella nota pubblicata dai Rolling Stones - "Charlie era un marito devoto, un nonno e anche uno dei più grandi batteristi della sua generazione come membro dei Rolling Stones".

Pur essendo completamente lontano dallo stereotipo della rockstar, lontano dagli eccessi fatti di sesso, droga e rock'n'roll - nonostante un ingresso nella dipendenza fuori tempo massimo a metà anni '80 - Watts era il vero motore degli Stones. Sempre elegante, sempre fedele a sua moglie dal 1964, sempre distante dai bagordi in cui i compagni di band cercavano di coinvolgerlo (non staremo qui a ripetere l'aneddoto del pugno a Jagger), sempre composto e sobrio, Watts era un batterista jazz finito quasi per caso in un territorio alieno che sapeva controllare con il giusto distacco. Un distacco necessario per permettere agli altri Rolling Stones di esplodere e fare fuoco e fiamme sul palco, con la sicurezza di avere le spalle coperte, sempre e comunque.

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