Iron Maiden, l'esordio di Dickinson in "The Number Of The Beast"

Il 22 marzo 1982 gli Iron Maiden pubblicavano il primo album con Bruce Dickinson: "The Number Of The Beast"

Il 22 marzo 1982,  gli Iron Maiden pubblicavano il loro terzo album, il primo con Bruce Dickinson alla voce, "The Number Of The Beast".Tra gli album di maggior successo dei Maiden,"The Number Of The Beast" segnò un nuovo momento per la leggendaria band metal britannica che grazie a questo disco riuscì per la prima volta ad andare al primo posto nella classifica degli album più venduti nel Regno Unito e ad entrare nella Top 40 di quella americana, raggiungendo livelli di popolarità mai visti prima

Al suo interno alcuni dei brani più amati dai fan degli Iron Maiden, classici come la titletrack "The Number Of The Beast", "Hallowed Be Thy Name" e "Run To The Hills" che fu il primo singolo della band ad entrare nella Top 10 dei singoli più venduti nel Regno Unito, arrivando al settimo posto.

Per festeggiare l'anniversario dalla pubblicazione di "The Number Of The Beast" degli Iron Maiden, ecco alcune curiosità sul disco.

L'arrivo di Bruce Dickinson

Dopo essersi separati dal precedente frontman Paul Di'Anno a causa dei suoi continui e sempre più preoccupanti problemi con le droghe, gli Iron Maiden decisero di ingaggiare un nuovo cantante, Bruce Dickinson dei Samson. Dickinson incontrò lo storico manager dei Maiden Rod Smallwood e poi fece un provino per la band nel settembre del 1981 venendo subito ingaggiato e lanciato sul palco per un breve tour italiano come test prima di un ultimo show al Rainbow Theatre di Londra.

L'esordio di Dickinson sul palco con gli Iron Maiden, infatti, fu proprio in Italia e più precisamente al Palasport di Bologna il 26 ottobre 1981, prima di esibirsi a Roma, Firenze, Padova e Milano.

Le registrazioni di The Number Of The Beast

Per la prima volta nella loro carriera, gli Iron Maiden si trovavano a dover entrare in studio senza praticamente materiale su cui lavorare.

Steve Harris era sempre la prima firma della band ma per la prima volta tra i crediti delle canzoni c'erano anche Clive Burr e il chitarrista Adrian Smith.

Bruce Dickinson, dal canto suo, era stato coinvolto nella scrittura delle canzoni che per altro, a differenza di prima, erano state realizzate proprio in modo da mettere in risalto l'enorme potenza vocale del nuovo cantante. A causa di un vincolo contrattuale che ancora lo legava ai Samson, però, pur partecipando alla stesura delle canzoni - specialmente 'Children Of The Damned', 'The Prisoner' e 'Run To The Hills', Dickinson non poteva comparire tra gli autori delle canzoni e per sottolineare il suo apporto al disco, allora, si parlò di 'contributi morali'.

Sotto la supervisione del produttore Martin Birch, con loro già in Killers, gli Iron Maiden passarono gran parte del tempo nello studio a creare e buttare giù le canzoni, limitandosi poi a registrare e produrre tutto l'album in sole cinque settimane.

La presenza del demonio

Con una band del genere e un disco del genere, con un titolo come "The Number Of The Beast" era lecito aspettarsi storie occulte e aneddoti esoterici circa la presenza del demonio all'interno della band. Effettivamente, al netto delle proteste che accompagnarono la band alla pubblicazione del disco e durante il seguente tour dove i conservatori si presentavano brandendo delle croci, alcuni episodi accaduti durante le registrazioni sono apparsi decisamente particolari.

Mentre gli Iron Maiden incidevano il disco, infatti, pare che in studio accadessero guasti inspiegabili alle strumentazioni con danni che apparivano dal nulla e impianti elettrici che saltavano senza alcun motivo apparente.

Il caso più bizzarro consegnato alla storia, però, riguarda il produttore Martin Birch che, allontanandosi dallo studio con la sua auto, fece un incidente impattando contro un furgone. Sceso per controllare che nessuno si fosse fatto male, vide uscire dalla vettura un gruppo di suore e un autista che si inginocchiò davanti a lui iniziando a pregare

Per fortuna nessuno si fece male ma un'altra sorpresa arrivò quando, un paio di giorni dopo, Birch andò dal suo carrozziere a ritirare l'auto che aveva subito dei danni. Il conto da saldare? 

Manco a dirlo: 666 sterline!

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