02 febbraio 2023

Iron Maiden e la difficile ma fondamentale transizione di "Killers"

Il 2 febbraio del 1981 gli Iron Maiden pubblicavano il secondo album "Killers", un disco di transizione difficile ma fondamentale

Il 2 febbraio del 1981 gli Iron Maiden pubblicavano il secondo album in studio, "Killers".

Fu un album di cambiamenti, un disco che chiuse il primo capitolo della band heavy metal britannica in vista di una storia completamente nuova.

Due fondamentali turning point presero vita proprio con il secondo album degli Iron Maiden che diventò il primo ad ospitare il chitarrista Adrian Smith e l'ultimo con il primo cantante Paul Di'Anno, sostituito l'anno seguente da Bruce Dickinson.

Le difficoltà dei primi Iron Maiden

Quando nel 1980 gli Iron Maiden pubblicarono il primo, omonimo album entrando dritti nella Top 5 dei dischi più venduti nel Regno Unito, forse nessuno si aspettava un successo del genere. Nessuno tranne Steve Harris che, principale autore della band, era riuscito a mettere insieme un'armata ideale per dare corpo alla sua visione che prevedeva un sound non sempre facile da proporre in quel periodo.

Non era punk, pur incorporandone qualche elemento, non aveva niente a che fare con l'hard rock e il metal ripulito che andava di moda, non era rassicurante. Era qualcosa di nuovo che, in qualche modo, fece breccia nel cuore del pubblico e della stampa.

Un successo che consentì agli Iron Maiden di cominciare ad allargare i propri orizzonti e andare in tour nel Regno Unito e in tutta Europa, assaporando platee importanti come supporter di Judas Priest e Kiss.

Nonostante le tante soddisfazioni, Harris si trovò a dover affrontare diversi problemi interni alla formazione. In primis il chitarrista Dennis Stratton, considerato dallo stile troppo pomposo e dai gusti poco in linea con quelli del progetto. Il risultato fu un allontanamento per 'divergenze artistiche' e l'arrivo di Adrian Smith. Compagno di scuola di Dave Murray, Smith realizzò con il suo amico una lunga e proficua collaborazione come coppia di chitarristi storici dei Maiden.

In realtà Smith era stato già contattato un anno prima da Harris ma, impegnato con un'altra band, rifiutò l'offerta, errore che non fece per una seconda volta nel 1980.

Un altro grande problema dei primi Iron Maiden veniva da uno dei punti più delicati della formazione: il frontman. Paul Di'Anno fece di tutto per rispettare la sacra trinità del rock'n'roll e decise di viversi la vita in tour come ogni rockstar che si rispetti: facendo festa e donandosi anima e corpo agli eccessi.

Lo stile di vita di Di'Anno cominciò ben presto a diventare insostenibile per il suo corpo che lo mise in difficoltà più volte quando si trattava di salire sul palco e cantare. I continui abusi rovinarono la voce del cantante degli Iron Maiden che si rivelò incapace di continuare con l'attività dal vivo. "Killers" diventerà uno spartiacque proprio perché l'ultimo album con Di'Anno alla voce - sarà allontanato a settembre dello stesso anno - e la chiusura della prima era della band che fu superata con l'arrivo di Bruce Dickinson a partire da "The Number Of The Beast".


Iron Maiden e la difficile ma fondamentale transizione di "Killers"

Un passaggio difficile e fondamentale

Un altro cambiamento gli Iron Maiden lo fecero anche in studio di registrazione quando si trattò di lavorare a "Killers". Per la prima volta, Harris e soci diedero il benvenuto dietro il banco mixer a Martin Birch, produttore di esperienza - aveva lavorato con nomi come Deep Purple e Blue Oyster Cult - che collaborerà in maniera fissa con gli Iron Maiden per oltre dieci anni, accompagnandoli nel periodo migliore della loro carriera.

Se tutti questi cambiamenti potevano risultare difficili da metabolizzare, una certezza veniva dalle canzoni di Harris che utilizzò quasi completamente brani di repertorio. C'erano pezzi risalenti addirittura a quasi dieci anni prima, come Innocent Exile e Wrathchild (già incisa nel 1979 per una compilation). Altre canzoni facevano parte della scaletta degli Iron Maiden già dal 1976 e solo due - Murders In The Rue Morgue e Killers - furono realizzate appositamente per l'album.

Birch, dal canto suo, pensò di fare la cosa più saggia da fare con una giovane band abituata a esibirsi dal vivo: invitò gli Iron Maiden a suonare live in studio come se si fossero trovati sul palco. In questo modo avrebbe catturato l'energia dei loro show, li avrebbe messi a proprio agio senza snaturarne l'attitudine e avrebbe pensato solo in un secondo momento ad eventuali ritocchi e sovraincisioni.

Il risultato fu un piccolo passo verso il sound dei nuovi Maiden che avrebbe spalancato le porte alla seconda fase della band, quella più prolifica con Dickinson. L'arrivo di Smith portò nuova linfa alla musica degli Iron Maiden che, pur rimanendo vincolati ad uno stile più anni '70 e vicino al disco di debutto, cominciarono ad acquistare una palette sonora più complessa.

Nessuna similitudine tra "Killers" e "Iron Maiden" per quanto riguarda la risposta della critica e del pubblico. Molti giornalisti stroncarono il disco che, dove il debutto aveva raggiunto la posizione numero 4 in classifica, si piazzò solo al 12° posto, record negativo per la band fino al 1998.

Nonostante tutto, il secondo lavoro in studio degli Iron Maiden, si rivelò un passaggio difficile ma fondamentale per indirizzare verso il successo una delle più grandi band heavy metal della storia.