Jane’s Addiction: l’ascesa e la caduta di una band irripetibile
Dan Cleary , tecnico dei Jane’s Addiction, racconta i litigi e i comportamenti instabili di Perry Farrell, rivelando la tragica parabola discendente della band
Negli ultimi tempi, la storia dei Jane’s Addiction ha preso una piega tragica e grottesca, culminando in comportamenti insensati sul palco e dietro le quinte, con un Perry Farrell in evidente difficoltà mentale. Ma cosa ha portato una band pionieristica e di culto a questo drammatico epilogo? Un episodio emblematico si è verificato durante un concerto, quando Farrell ha aggredito fisicamente il chitarrista Dave Navarro, segnando una frattura irrimediabile.
A raccontare la fine ingloriosa dei Jane’s Addiction è Dan Cleary, il tecnico delle chitarre e dei bassi che ha seguito il gruppo per quasi 20 anni. Nel podcast Rare Form Radio, Cleary ha offerto una testimonianza diretta di ciò che ha visto accadere dietro le quinte della band, arrivando a una conclusione inequivocabile: “I Jane’s Addiction non esistono più”.
Tensioni e il collasso del tour
Cleary spiega come, dopo il lungo recupero di Dave Navarro dal Covid, la band si fosse riunita con la speranza di riportare in vita la propria energia, ma i problemi interni si sono fatti sentire sin dall’inizio. I tre musicisti – Navarro, il bassista Eric Avery e il batterista Stephen Perkins – volevano mantenere uno show semplice, con solo la band sul palco, mentre Farrell insisteva per introdurre delle ballerine, tra cui sua moglie Etty. Dopo una votazione a maggioranza, sembrava che il piano originale fosse confermato, ma Farrell non era disposto a cedere. Le tensioni esplodono già durante il soundcheck a Las Vegas, con litigi a poche ore dall’inizio del concerto. Cleary racconta come Farrell abbia minacciato di abbandonare la band, salvo poi essere convinto dal manager a restare. Il tour americano prosegue, ma la frattura interna pare ormai insanabile. Secondo Cleary, i concerti successivi sono stati tra i peggiori della sua carriera: “Non parlo solo dei Jane’s, ma in generale. Erano semplicemente disastrosi”. Durante uno show a Boston, Navarro chiede di rifare un assolo a causa di un errore di Perry Farrel che lo aveva coperto cantandoci sopra, ma la richiesta innesca l’ira del cantante, che lo colpisce addirittura con un pugno. Cleary descrive un Perry Farrell sempre più fuori controllo, spesso incapace di seguire le canzoni, dimenticando testi o sovrapponendo frasi sbagliate ai brani. Le sue difficoltà non sono semplici problemi tecnici, ma evidenti segni di un malessere profondo. Il tecnico è chiaro: “Gli sono vicino perché stava attraversando un brutto periodo, ma Perry si comportava da matto”
La magia irripetibile dei primi lavori.
Questo epilogo grottesco non può che essere letto alla luce del contesto più ampio in cui la band ha vissuto. I Jane’s Addiction, dopo essere emersi come una delle formazioni più influenti del panorama alternative rock, hanno visto la loro ascesa spegnersi in modo altrettanto rapido. Album come NOTHING'S SHOCKING (1988) e RITUAL DE LO HABITUAL (1990) non solo incisero sull'evoluzione del rock degli anni ’90, ma portarono la band a un livello di popolarità straordinario. Quei dischi furono un mix esplosivo di hard rock, funk e psichedelia, capace di catturare l’immaginazione della scena musicale e di segnare stilisticamente il passaggio a un nuovo decennio. Tuttavia, il rapido scioglimento della band ha segnato la loro transizione da protagonisti a mito. Eppure, come spesso accade, questo stato “mitico” ha generato un senso di frustrazione nei membri della band, costretti a vivere nel compiacimento di ciò che avevano creato e nel rimpianto di non aver mai più raggiunto quei picchi di popolarità e rilevanza artistica. Se Navarro è riuscito a mantenere una carriera rispettabile – con tappe importanti come la sua permanenza nei Red Hot Chili Peppers o le collaborazioni con artisti del calibro di Alanis Morissette e Marilyn Manson – è innegabile che nessuno dei progetti successivi dei membri dei Jane’s Addiction si avvicini alla rilevanza di album come NOTHING'S SHOCKING e RITUAL DE LO HABITUAL.
E le stesse reunion della band, culminate in due album successivi, STRAYS (2003) e THE GREAT ESCAPE ARTIST (2011), pur validi musicalmente, non hanno mai toccato i livelli di ispirazione e potenza dei primi due lavori. STRAYS cercò di riportare la band a sonorità più vicine al nu metal, allora dominante, senza tuttavia riuscire a restituire quella freschezza creativa che aveva reso i Jane’s Addiction un fenomeno unico. THE GREAT ESCAPE ARTIST, sebbene più sperimentale, non riuscì a scalfire il senso di inevitabile paragone con il passato. Questi album hanno consolidato la sensazione che la magia dei primi lavori fosse irripetibile, una scintilla creativa che rifletteva non solo il talento della band, ma anche un momento di profonda evoluzione del rock.
Un finale penoso
È forse questa consapevolezza a essere stata la causa principale del logoramento di Perry Farrell. Dopo la fine dei Jane’s Addiction, Farrell ha continuato a orbitare nel panorama alternative, con progetti come i Porno for Pyros, una deliziosa band di culto degli anni ’90, e i più leggeri Satellite Party, dove suonava con Nuno Bettencourt chitarrista degli Extreme.Tuttavia, il suo contributo più duraturo è stato quello come fondatore del festival Lollapalooza, un simbolo della musica indipendente che ha lasciato un’impronta importante sulla cultura musicale. Alla fine, la parabola dei Jane’s Addiction si conclude in modo tragico, quasi patetico: una band che, nel suo periodo di massimo splendore, ha contribuito a ridefinire un genere musicale, ma che non è mai riuscita a ritrovare la stessa magia. Le dichiarazioni di Dan Cleary gettano luce su una fine ingloriosa, ma confermano anche ciò che molti sospettavano: la magia dei Jane’s Addiction era un’espressione unica, irripetibile, di un momento storico in cui il rock stava cambiando, e loro ne erano attori protagonisti.