27 novembre 2024, ore 13:41, agg. alle 14:15
Ricordiamo Jimi Hendrix, poeta armato di chitarra, che ha ritratto la Summer of Love e la contestazione, cambiando per sempre la storia del rock.
In occasione del suo compleanno, dedichiamo a Jimi Hendrix un tributo fatto di riflessioni appassionate sul suo ruolo di poeta armato di chitarra. Figura simbolo della Summer of Love, della contestazione e del pacifismo, Hendrix ha riscritto la storia del rock traducendo in musica ritmi voodoo e raccontando una generazione con la forza di un santone visionario.
La grandezza irripetibile di Jimi Hendrix sta nell’essere l’artista che, nella storia del rock, ha saputo armonizzare meglio due aspetti fondamentali: quello di un compositore ispirato, autore di canzoni straordinarie, e quello di uno strumentista senza precedenti, capace di spingersi oltre il concetto stesso di virtuosismo, inventando un modo di suonare la chitarra del tutto nuovo, quasi alieno, che ha rivoluzionato la musica rock e non solo.
Non solo un chitarrista
Jimi Hendrix è una divinità del rock perché le sue canzoni – nel suono, nei testi, nelle parti strumentali – rappresentano l’espressione più vivida e autentica di una generazione che viveva una delle fasi più tumultuose e magiche della storia del rock: la Summer of Love, il movimento hippie, la musica come strumento di ribellione e rivendicazione per una società più equa, libera, inclusiva e pacifica. Al tempo stesso, Hendrix è anche il chitarrista più rilevante della storia perché, semplicemente, ha inventato la chitarra elettrica così come la conosciamo oggi. In primo luogo, ha ridefinito l’approccio al solismo: l’assolo non è più uno spazio melodico accessorio, un momento in cui il cantante cede il posto al chitarrista per arricchire e completare l’arrangiamento. Con Hendrix, l’assolo diventa un momento eroico, di ricerca e sperimentazione assoluta. Come succedeva nel jazz con John Coltrane, nei suoi assoli la chitarra diventava una navicella spaziale, pronta a esplorare galassie sonore sconosciute. E in questi viaggi Hendrix non ammaliava solo con polpastrelli incantati: erano le sue idee a essere ancora più stupefacenti. Prendiamo il suono distorto: con Hendrix la distorsione non è più una semplice decorazione, ma un elemento strutturale e creativo. Feedback, rumori, mostri sonori lancinanti: tutto questo diventa il nuovo vocabolario del rock. Lo stesso vale per il suo uso pionieristico degli effetti e per l’attenzione magistrale dedicata alla chitarra ritmica: grazie alla sua maniera unica di accarezzare gli accordi, con Hendrix le ritmiche smettono di essere solo accompagnamento e si riempiono della stessa fantasia e virtuosismo delle parti soliste. E poi, il suo utilizzo della leva del ponte della chitarra: Hendrix non la usava per accarezzare la coda degli accordi o dare colore a qualche nota singola. No, lui la strapazzava, la abusava, strappando alla chitarra inflessioni umane, dolorose e vibranti, trasformandola in uno strumento magico, persino "satanico", capace di parlare.
