14 settembre 2022

John Lennon, libertà vigilata negata a Mark Chapman per la dodicesima volta

Per la dodicesima volta l'assassino di John Lennon, Mark Chapman si è visto negare la libertà vigilata dai giudici della Corte di New York

Il killer di John Lennon, Mark David Chapman , si è visto negare per la dodicesima volta la libertà vigilata.

Chapman, che l'8 dicembre del 1980 assassinò l'ex Beatles mentre si trovava davanti alla sua residenza newyorkese, è comparso davanti ai giudici lo scorso agosto.

Negata la libertà vigilata a Chapman per la dodicesima volta

Mark David Chapman, l'uomo che l'8 dicembre del 1980 si rese responsabile dell'omicidio di John Lennon, si è visto negare la libertà vigilata per la dodicesima volta.

Ormai 67enne, Chapman sta scontando la sua condanna per omicidio al Green Haven Correctional Facility di New York.

Stando a quanto riportato dai media americani, lo scorso agosto l'uomo si è presentato per l'ennesima volta davanti ai giudici per chiedere clemenza e ottenere la libertà vigilata.

Da quando, nel 2000, Chapman ha potuto chiedere la libertà vigilata, i giudici hanno confermato la sua carcerazione ogni due anni.

Non sono state ancora rese noti i documenti ufficiali presentati dal giudice ma, come riportato da NME, nei precedenti appelli Chapman aveva descritto le sue azioni come spregevoli e si era detto pronto a rimanere in prigione per il resto della sua vita.

Per poter presentare nuovamente richiesta, Chapman dovrà attendere l'udienza del febbraio 2024.



John Lennon, libertà vigilata negata a Mark Chapman per la dodicesima volta

L'omicidio di John Lennon

La sera dell'8 dicembre 1980 John Lennon e Yoko Ono lasciarono il loro appartamento al Dakota Building, nei pressi di Central Park a New York, dopo la storica sessione fotografica con Annie Leibovitz per la copertina di Rolling Stone e dopo quella che si sarebbe rivelata come l'ultima intervista di Lennon.

I due andarono ai Record Plant Studios per lavorare al brano di Yoko Ono Walking On Thin Ice e ad attenderli fuori casa c'era un gruppo di fan, incluso il futuro assassino.

Chapman diede a Lennon la sua copia di "Double Fantasy" da autografare e rimase in attesa della coppia.

In serata, Lennon e Yoko tornarono a casa per salutare il figlio Sean prima di dirigersi al ristorante per cenare. L'auto dell'artista si fermò brevemente davanti all'ingresso principale del palazzo dove ad attenderlo nell'ombra c'era l'assassino.

Nell'istante in cui Lennon varcò la soglia del Dakota, Chapman lo colpì alle spalle con cinque colpi di pistola.

L'ex Beatles riuscì solo a salire i pochi gradini che lo separavano dalla guardiola prima di stramazzare al suolo.

All'arrivo della polizia, chiamata dal custode, Chapman era ancora lì, calmo che leggeva una copia del Giovane Holden di Salinger e non oppose resistenza all'arresto.

Lennon venne portato d'urgenza al Roosvelt Hospital Center dove, poco dopo le 23:00 fu dichiarato morto.