Continuano le critiche di John Lydon a "Pistol", il biopic seriale sui Sex Pistols diretto da Danny Boyle che, purtroppo, non è ancora arrivato in Italia.
Il frontman della storica punk band londinese si è fermamente opposto alla produzione della serie, trascinando anche in tribunale - senza successo - gli altri membri dei Pistols.
Contro tutti i valori
Intervistato dal Guardian, Lydon, o Rotten se preferite, ha ribadito ancora una volta tutto il suo disprezzo per la serie, che non ha visto, dichiarando che i Pistols avevano degli ideali completamente diversi.
A John Lydon la serie "Pistol" non è andata proprio giù. Il frontman dei Sex Pistols ha trascinato in tribunale i suoi ex compagni di band facendo riferimento ad una serie di cavilli contrattuali presenti negli accordi dei membri che, sosteneva, non avrebbero permesso di procedere con attività non approvate da lui. I giudici hanno smentito il cantante e dato il via libera a Steve Jones e Glen Matlock che hanno potuto cedere le canzoni originali per la colonna sonora della serie diretta dal regista di Trainspotting Danny Boyle e trasmessa su Disney+ (ma non ancora in Italia).
Tra le tante critiche mosse da Lydon alla serie, c'è proprio quella dell'essere in mano ad un marchio come quello del topo dalle grandi orecchie. "E' una cosa che va contro tutto ciò per cui ci battevamo una volta", ha detto Lydon al The Guardian. "L'unica cosa di valore che hai nella tua vita vuoi svenderla per un deca? Non ci vedo dell'umanità".
Lydon dice di non aver mai visto una puntata intera della serie e di essersi fatto bastare i trailer che, ritiene, già sufficienti per bocciare l'operazione: "Si tratta solo di un karaoke. Le voci, il modo in cui parlano. Sembra solo di vedere un mucchio di ragazzini della periferia che parlano delle ultime calamità e non è il caso. E' completamente diverso dalla realtà".