07 settembre 2020

Keith Moon, cinque follie del batterista degli Who

Il 7 settembre 1978 moriva Keith Moon degli Who, uno dei più grandi batteristi di sempre e uno dei più incontrollabili matti della storia del rock

Prima dell'avvento dei social, quando le star erano davvero icone, figure leggendarie consegnate alla storia da una narrazione mitologica, essere rockstar significava anche venire circondato da una serie di storie incredibili. Spesso si esagerava , che si trattasse di stravizi commessi o donne sedotte, leggende metropolitane che a volte avevano un fondo di verità e venivano poi gonfiate, esagerate per pompare al limite le gesta dei nostri eroi.  

Poi c'era Keith Moon sul quale Alice Cooper ha notoriamente detto una volta una frase che in poche parole ne riassume l'essenza: "Tutto ciò che avete sentito su Keith Moon è completamente vero, ed è solo un decimo di ciò che ha fatto davvero". E di cose sull'esplosivo, in tutti i sensi, batterista degli Who se ne sono scritte a bizzeffe perché mai soprannome fu più azzeccato di 'Moon the Loon', il matto, uno che, come ha detto il suo compagno di band Roger Daltrey, viveva tutta la sua vita come se fosse una favola, una forza incontrollabile.

Fino alla sua morte avvenuta tragicamente il 7 settembre 1978 a soli 32 anni, Keith Moon si è dedicato per tutta la sua esistenza a divertirsi, divertire, fare il buffone in giro, devastare alberghi, strumenti e qualsiasi cosa gli capitasse a tiro con una ricerca esagitata ed esasperata della burla e dell'eccesso.  

Quando non era impegnato in attività del genere, accidentalmente Moon era anche uno dei più grandi ed esagitati batteristi che la storia del rock abbia mai visto prendere delle bacchette in mano. Il primo, forse, ad essere riuscito a togliere alla chitarra lo scettro di strumento cardine di una band.

Il batterista più esplosivo del rock'n'roll

Se c'è una cosa che ha subito distinto gli Who da tutte le altre band arrivate fino a quel momento nella storia del rock era il loro desiderio per la distruzione, in hotel, sì ma soprattutto sul palco. Le chitarre fracassate da Pete Townshend sono passate alla storia come un marchio di fabbrica, un elemento quasi fondamentale all'interno della performance creativa della band inglese ma, come al solito, Keith Moon cercava di alzare l'asticella un po' più in alto. Uno degli episodi più famosi è sicuramente quello che lo vide protagonista quando la band si esibì allo show televisivo "The Smothers Brothers Comedy Hour" nel 1967 e in cui Moon diede un pizzico di carica in più all'esplosivo che aveva nascosto nella batteria senza avvertire gli altri membri della band.

Sul finire di 'My Generation', la batteria salta in aria con un botto ben superiore a quello previsto dalla scena finendo quasi per colpire la testa di Townshend che subirà danni permanenti all'orecchio, mandando in tilt tele telecamere della trasmissione facendo svenire per lo spavento l'attrice Bette Davis che si trovava dietro le quinte.


Il surf in hotel

Chi ha detto che per farsi un bel giro sul surf bisogna andare in spiaggia? Sicuramente non Keith Moon che, in tour in Danimarca con gli Who, rimase particolarmente affascinato dal materasso ad acqua della sua camera d'albergo di Copenhagen. Talmente affascinato da decidere di renderlo protagonista di uno dei suoi soliti, imperdibili scherzi e cercare di coinvolgere nella brava Pete Townshend. Con l'aiuto del chitarrista e principale compositore degli Who, Moon cercò di trasportare il materasso nei corridoi dell'albergo e poi nell'ascensore cercando di raggiungere la hall, peccato che prima di poter raggiungere la destinazione il materasso esplose inondando di acqua tutti i locali circostanti.

In questi casi il tutto veniva sistemato da un copioso assegno per riparare i danni ma questa volta Moon decise che no, si poteva fare di meglio. Chiese di parlare con il manager della struttura lamentandosi per la poca tenuta del materasso che, a detta sua, sarebbe esploso improvvisamente rovinando tutti i suoi costosi costumi di scena.

La mossa funzionò e il direttore dell'hotel si scusò spostandolo in una suite presidenziale piena zeppa di oggetti di antiquariato. Dobbiamo davvero dirvi che, ovviamente, il giorno seguente era già tutto fuori dalla finestra?



Le vittime delle altre band

Non solo gli Who erano protagonisti delle burle di Moon ma se eri un una band nei paraggi c'era poco da stare tranquilli. Chiedetelo agli Herd, la band di Peter Frampton che sul finire degli anni '60 era in tour di spalla agli Who. Moon, con la collaborazione di John Entwistle, aveva il vizio di giocare con gli strumenti degli altri e ne sa qualcosa il tastierista degli Herd che vide saltare in aria il suo strumento per colpa di alcuni fuochi d'artificio fatti esplodere da Moon con un detonatore situato nel backstage. Meno esplosivo e più divertente il tiro mancino tirato al batterista Andrew Steele al quale i due allontanavano il gong ogni volta che cercava di colpirlo durante il concerto.

Nello stesso anno anche gli Herman's Hermits vennero colpiti dalla furia di Moon che iniziò low profile mettendo dei ragni di gomma tra le lenzuola del loro batterista Barry Whitwam e finì in grande stile macabro quando, invece, gli fece trovare nel letto la testa insanguinata di un maiale.


Panico nelle strade

Un'altra cosa che divertiva molto Moon era fare dei grandi scherzoni tra le strade delle cittadine in cui si trovava di passaggio. Tra i suoi partner preferiti c'erano i ragazzi della Bonz Dog Doo-Dah Band. Il batterista degli Who e Vivian Stanshall dei Bonzo giravano i colletti delle loro camicie per sembrare dei vicari e simulavano pestaggi e rapimenti tra di loro per spaventare i passanti. Un altro scherzo aveva come protagonista un altro dei Bonzo, Larry 'Legs' Smith. Una volta entrati in uno dei magazzini della catena Marks & Spencer i due chiedevano un paio di pantaloni che poi iniziavano a tirare per testarne la solidità finendo, inevitabilmente, per strapparlo in due. A quel punto, quando la situazione con i commessi iniziava a scaldarsi, interveniva l'autista di Moon che si mostrava entusiasta per quei fantastici pantaloni ad una gamba pagando per le due metà e chiedendo di incartarle separatamente.

Come spesso accadeva, però, a volte il buon gusto veniva fagocitato dall'esaltazione di Keith che, ancora una volta con Stanshall, una volta si vestì da nazista per uno shooting fotografico e decise di andare in giro per le strade di Londra senza togliersi di dosso il costume e passando anche per il quartiere ebraico.I vestiti da nazista furono anche l'outfit scelto per quella volta in cui, dopo aver fatto irruzione nella villa del suo vicino, l'attore Steve McQueen, e dopo essere stato morso - ricambiando - dal cane di guardia, fu costretto a presentarsi davanti alle autorità.



Il parcheggio in piscina

Un altro episodio celebre tra le tante bravate di Keith Moon risale al party per il suo ventunesimo compleanno che, come prevedibile, si trasformò in una selvaggia notte di delirio al Holiday Inn di Flint, in Michigan. Nel corso della serata Moon si divertì a lanciarsi nelle piscine da altezze varie e a far saltare i sanitari con la sua grande passione, i petardi. Dopo una gigantesca battaglia fatta di torte lanciate in faccia, Moon si recò in una delle tante auto parcheggiate a bordo vasca, una Lincoln Continental, e la fece finire nella piscina dell'hotel, scena tributata anche dagli Oasis nella celebre copertina di "Be Here Now". La versione ufficiale parla di incidente con l'auto parcheggiata in un zona leggermente scoscesa che causò la corsa in acqua - una volta tirato il freno a mano - di Moon e della Lincoln. Altre versioni vogliono il tuffo frutto della volontà di Moon che la lanciò per dispetto dopo aver scoperto che il management della band non avrebbe contribuito all'acquisto del veicolo.




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The Who - Won't Get Fooled Again (Live)

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