Kirk Hammett: 3 ragioni che ne fanno un'icona Rock

Dalla devozione al sound dei Metallica, al mitico wah-wah, fino ai riff e assolo memorabili: ecco perché Kirk Hammett è un’icona heavy metal

In occasione del suo 62° compleanno, celebriamo Kirk Hammett, leggendario chitarrista dei Metallica, che con i suoi riff thrash, assolo cantabili e l’inconfondibile uso del wah-wah ha definito il sound di diverse ere del rock, accendendo l’ispirazione in generazioni di musicisti e appassionati. Hammett non è un virtuoso del metal, ma un chitarrista al servizio della band, capace di fondere attitudine, feeling, rabbia e creatività.

Viene quasi da sorridere nel dover scrivere un pezzo per spiegare perché Kirk Hammett sia uno dei chitarristi più influenti e rilevanti della storia del metal. Come se il fatto di essere il solista della più importante heavy metal band di sempre non fosse già, di per sé, la risposta più esaustiva. Hammett ha portato nei Metallica il meglio che un musicista possa dare a una band: attitudine, originalità, suono e creatività. Anche se i suoi assolo, specialmente nei primi album, erano velocissimi e tecnicamente estremi, Kirk Hammett non è mai sembrato un chitarrista virtuoso intento a fare il pavone all'interno di una rock band di successo. Quel solismo spettacolare – che resta un elemento fondamentale di album capolavoro come KILL 'EM ALL (1983), RIDE THE LIGHTNING (1984), MASTER OF PUPPETS(1986), …AND JUSTICE FOR ALL (1988) – era comunque melodico, funzionale all'economia dei brani e agli arrangiamenti. Hammett suonava con l'energia di uno “smanettone”, come richiedeva l'estetica dello thrash metal anni Ottanta, stile di cui, tra l’altro, è stato un pioniere. Ma, prima di tutto, suonava come un musicista di band, capace di mettere il suo ego da strumentista al servizio delle esigenze artistiche e musicali del gruppo. Un’attitudine ammirevole, che Hammett ha dimostrato anche sul piano umano, ritagliandosi uno spazio armonioso e discreto tra due personalità artistiche gigantesche – e a volte ingombranti – come quelle dei due leader della band: il chitarrista e cantante James Hetfield e il batterista Lars Ulrich

Kirk Hammett: 3 ragioni che ne fanno un'icona Rock
Questa mentalità di musicista da band, Kirk Hammett l'ha dimostrata soprattutto nell’evoluzione stilistica del suo chitarrismo. Quando, nel 1991, il rock cambiava e l’approccio tecnico e sofisticato degli anni ’80 lasciava spazio a un sound più genuino e viscerale – figlio tanto del blues quanto del punk e del miglior classic rock degli anni ’70 – i Metallica erano in prima linea in quella rivoluzione stilistica e sonora che spalancava le porte al grunge e all’alternative. Il loro BLACK ALBUM divenne il manifesto di un rock che manteneva la potenza e la fierezza del metal ma rinunciava a ogni eccesso, concentrandosi sulla composizione, sul suono, sulla concretezza. Hammett ha seguito la band in questo cambiamento, abdicando senza esitazione al suo status di funambolo degli assolo metal – ruolo per cui era particolarmente apprezzato – e esplorando un chitarrismo più essenziale, melodico, fondato su feeling, ricerca sonora ed espressività. Una prova ardua, che ha richiesto capacità di adattamento, evoluzione e la volontà di mettere in discussione il proprio ruolo originale: pochi altri chitarristi avrebbero affrontato questa sfida con la stessa brillantezza.
Ecco, quindi, tre aspetti che tracciano l’identikit di Kirk Hammet, un gigante della chitarra heavy metal.

Un micidiale cocktail chitarristico

Negli anni ’80, la capacità di Kirk Hammett di affacciarsi, ancora giovanissimo, in maniera così impattante sulla scena metal con i Metallica è il risultato di un cocktail di tre fattori perfettamente bilanciati. In primo luogo, ci sono le radici profondamente radicate nel chitarrismo blues e rock degli anni ’60, ispirato da gruppi classici come gli UFO e la Jimi Hendrix Experience. Gli idoli di Kirk Hammett sono chitarristi come Jimi Hendrix, Michael Schenker e Uli Jon Roth, dai quali apprende l’importanza di un fraseggio in cui espressività, feeling e approccio melodico sono elementi salienti. Scrivere ed eseguire assolO melodici, persino cantabili, resterà sempre il tratto distintivo della musicalità di Hammett, in contrasto con tanti altri solisti della chitarra metal più concentrati sulla forma e sul tecnicismo che sulla sostanza di ciò che suonavano. Da Hendrix, Hammett eredita soprattutto la passione per il wah-wah, effetto che userà e abuserà nel corso della sua carriera, caratterizzando in modo unico il suo suono.

Il secondo fattore, cruciale nell’originalità di Hammett, è l’adesione allo stile e all’attitudine thrash metal, di cui lui stesso, già con gli Exodus, la sua band degli esordi, è un pioniere. In questa evoluzione del metal, la furia e la cattiveria del punk vengono estremizzate in velocità e potenza sonora, ottimizzando l’aspetto tecnico ed esecutivo, spesso trascurato nel punk. Si suona fortissimo, velocissimo e benissimo: ritmiche metal spezza-polsi e assolo furiosi, con la scala pentatonica (la scala per antonomasia del rock blues) suonata a velocità impossibile.

A questa ricetta già eccezionale, Hammett aggiunge un terzo ulteriore ingrediente: già membro dei Metallica continua a studiare e prende lezioni di chitarra da Joe Satriani, virtuoso che, in quegli anni, è un autentico guru della musica strumentale per chitarra. Grazie a Satriani, Hammett espande tutto il suo vocabolario musicale: non solo scopre scale più vicine al jazz (frigia, locria, diminuita) e alla musica classica (minore armonica), ma ne ottimizza l’esecuzione grazie a tutte le moderne tecniche della chitarra metal (tapping, sweep picking) che Satriani gli trasmette. Tutto ciò permette a Hammett di sviluppare assolo più moderni e vicini alla musica classica, che si vedranno soprattutto da MASTER OF PUPPETS e …AND JUSTICE FOR ALL in avanti.

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