Kiss, Paul Stanley parla del biopic sulla band

Il frontman dei Kiss Paul Stanley ha commentato la sceneggiatura del biopic sulla band "Shout It Out Loud"

Si chiamerà 'Shout It Out Loud', come la traccia inserita nell'album "Destroyer" il biopic dei Kiss su cui il frontman della band Paul Stanley ha speso buone parole in una recente intervista.

Shout it Out Loud

Paul Stanley si è detto soddisfatto di "Shout It Out Loud", biopic dedicato alla vita dei suoi Kiss attualmente in fase di lavorazione sotto la direzione del regista dei "Pirati dei Caraibi 5" e "Maleficent" Joachim Rønning.

Parlando in una recente intervista, il cantante e chitarrista dei Kiss ha commentato il biopic sulla storica band americana in produzione per Netflix dichiarandosi contento di una sceneggiatura molto buona che sarà interessante per molti fan: "Queste occasioni capitano solo una volta, e se bisogna fare un lavoro scarso meglio non farlo proprio - ha detto Starchild - Il nostro regista è tanta roba. Ha fatto Maleficent 2, non è un bluff, sa come si fanno i film. Credo che sarà grandioso, anche se i casting non sono ancora cominciati, ma sarà interessante".

La trama di Shout It Out Loud

La storia del film racconta la creazione della band e il sogno di due ragazzini disadattati del Queens che diventarono amici, Stanley e Simmons, che dopo aver tirato a bordo Ace Frehley e Peter Criss formarono i Kiss.

Una storia di cambiamenti, quella di un dodicenne ebreo, Simmons, che decise di cambiare fede spostandosi verso qualcosa che lo avrebbe reso famoso negli anni: "Ricordo di essere andato in strada e aver visto questa ragazza ispanica che saltava la corda e aver osservato i suoi lunghi capelli neri che sbattevano su un fondoschiena fantastico - racconta il bassista dei Kiss - e mi sono reso conto che quello era meglio della religione. Come potevo fare ad avvicinarmi a quella cosa?".

I cambiamenti di Paul Stanley che, prima di diventare l'amatissimo frontman Starchild, se la viveva in maniera decisamente diversa: "Ero un ragazzino basso e grasso, sordo da un orecchio e con una piccola malformazione che mi rendeva diverso - racconta il frontman della band - La musica mi ha salvato, un posto dove nascondermi e sognare. E quando suonavo musica c'erano sempre ragazze intorno".

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