17 gennaio 2023

Kiss, Paul Stanley:"Giusto finire ora che possiamo decidere di farlo"

Il cantante dei Kiss parla del tour di addio della band e della decisione di abbandonare l'attività dal vivo al momento giusto

Manca sempre meno a quella che sarà la fine dei Kiss, almeno per quanto riguarda l'attività dal vivo. La band americana è da tempo impegnata nell' "End Of The Road Tour", il tour di addio che si concluderà alla fine dell'anno. L'ultimo show, non ancora annunciato, porterà probabilmente i Kiss ad esibirsi nella loro New York per l'ultimo evento che vedrà Gene Simmons e Paul Stanley insieme sul palco come Kiss.

Con 50 anni di carriera all'attivo, Simmons e Stanley hanno più volte ribadito l'intenzione di chiudere con i tour ipotizzando in futuro sporadiche apparizioni o un lavoro 'dietro le quinte' per portare avanti il brand Kiss che, addirittura, credono possa durare negli anni grazie ad altri musicisti pronti ad interpretare i personaggi che hanno reso iconici.

L'inevitabile fine dei Kiss dal vivo

Intervistati da American Songwriter, i due leader della band hanno parlato della decisione di mettere un punto alla loro carriera dal vivo, qualcosa che, dicono, è inevitabile. "Ci sono due cose che non si possono evitare: la morte e le tasse. E poi ci siamo noi che smettiamo di essere una band dal vivo. Aspetto con ansia quel giorno? No. Ma è necessario. Vorrei farla finita finché posso ancora scegliere di farlo", ha spiegato lo Starchild.

La vita on the road è impegnativa e quando hai 70 anni passare tanto tempo lontano da casa portando in giro un carrozzone complesso e pirotecnico come quello dei KISS non è uno scherzo.

Di contro, Stanley e Simmons non hanno alcun rimpianto e possono dire di aver messo in piedi una delle band rock di maggior successo di sempre, portando avanti uno vero e proprio brand, tra i più redditizi nel mondo del'entertainment: "Quando penso alla fine non sono felice ma sarò estasiato nel guardare ciò che siamo riusciti a realizzare e ciò che abbiamo fatto. Sarà la fine di un'era e anche la fine di una parte enorme della mia vita", ha detto il cantante.




Il potere del pubblico

Del resto, dopo 50 anni trascorsi su e giù da un palco, abituarsi a qualcosa di diverso può risultare difficile per una rockstar. Al di là della vita privata, il pubblico è stato per Stanley una seconda famiglia, così come la band.

"In tour ci sono notti in cui vado a letto e mi chiedo che cosa diavolo ci faccia lì quando a casa ho una famiglia che mi aspetta. Quindi, sicuramente c'è un tira e molla ma non c'è niente come la gratitudine che provi quando sei su un palco. Inoltre non potrei fare in palestra lo stesso allenamento che faccio sul palco. Se potessi mettere in una palestra 10 o 100 mila persone che ti acclamano riusciresti a fare cose che non riusciresti a fare senza di loro. Quindi volare sul pubblico è abbastanza bello, quando provo a farlo durante il soundcheck, quando sono da solo, sono terrorizzato. L'adrenalina ti fa fare cose stupide", ha poi aggiunto.

I Kiss sono la band che più si avvicina al concetto del supereroe da fumetto e, proprio come uno di loro, Stanley ha vissuto spalla a spalla con il suo alter ego Starchild, con soddisfazioni e difficoltà del caso: "Porto i miei figli a scuola e faccio di tutto nella vita di tutti i giorni, ma la band ha costituito la gran parte della mia vita", ha detto. "La connessione con il pubblico e quella scarica di adrenalina e di emozioni che hai quando suoni dal vivo vorrei non finissero mai, ma molte cose devono finire. Mi piace pensare che nella situazione migliore puoi controllarlo, ed è semplicemente ci che stiamo facendo. Se indossassimo t-shirt e jeans, forse, potremmo continuare a farlo fino a 90 anni ma con zeppe e attrezzatura pesante è impossibile".


Kiss, Paul Stanley:"Giusto finire ora che possiamo decidere di farlo"

Il brand Kiss lontano dal palco

La fine dell'attività dal vivo dei Kiss è qualcosa che non metterà comunque fine al brand Kiss. Nel corso degli anni, anche soprattutto alla mente imprenditoriale di Gene Simmons, la band è diventato un brand che ha esteso i propri tentacoli a praticamente qualsiasi campo possibile.

Sono quindi tanti i possibili ambiti in cui portare avanti il marchio, dal merchandising e i gadget ai fumetti, alla cessione dei diritti ma anche a fenomeni come la crociera rock Kiss Kruise e il Kiss World Museum di Las Vegas.

"E' il momento giusto per dire basta ma sono triste e felice allo stesso tempo, perché tutte le cose devono finire, anche le nostre vite e il pianeta", ha detto Simmons. "La cultura dei Kiss, però, continuerà anche quando scenderemo dal palco, cosa che abbiamo deciso di fare fintanto che siamo ancora convincenti. Sarebbe bello essere gli U2 o gli Stones, due delle mie band preferite, e salire sul palco con una t-shirt e le scarpe da ginnastica. Non devi salire con delle zeppe altissime".

Cosa non finirà, sarà anche la musica dei Kiss, per quanto si tratti di materiale di archivio. Sulla possibilità di incidere altri inediti Paul Stanley si è più volte espresso in maniera negativa, dicendosi convinto che sia inutile a questo punto. Diverso il discorso quando si tratta di tirare fuori dagli archivi registrazioni di ogni tipo, cosa in cui i Kiss sono maestri e che, oltre alle pubblicazioni celebrative, trova espressione anche nella serie di bootleg ufficiali "Off The Soundboard".

Al momento sono quattro i bootleg ufficiali pubblicati dai Kiss per la serie "Off The Soundboard" (Des Moines 1977, Donington 1996, Tokyo 2001 e Virginia Beach 2004) ma c'è ancora tanto da proporre ai fan.

Intervistato da Vintage Guitar, Simmons ha infatti rivelato che i live estratti per Off The Soundboard sono solo alcuni dei tanti presenti negli archivi della band:" Abbiamo un grande archivio a temperatura costante pieno zeppo di registrazioni di concerti. Nel corso del tempo abbiamo intenzione di renderle disponibili per la serie Off The Soundboard. C'è davvero una quantità enorme di materiale. Si tratta solo di avere il tempo necessario per mettersi a cercare tra i nastri".