Pillole di Stile: Stewart Copeland e il misterioso Klark Kent

La storia di Klark Kent, misterioso alter ego del batterista Stewart Copeland, che diventa segretamente celebre prima ancora del successo planetario dei Police

Sicuramente non sono in tanti a sapere che quando i Police ancora arrancavano per un posto al sole nella tumultuosa scena Punk di fine anni settanta, il loro batterista e fondatore Stewart Copeland era finito in classifica con un progetto solista, divertente e stralunato, chiamato Klark Kent. Lo scorso 17 novembre è stato annunciata l’uscita di una raccolta onnicomprensiva di tutta la produzione di Klark Kent, arricchita da una serie di demo e inediti mai pubblicati. Una buona occasione per raccontare la storia spassosa di questo progetto misterioso di Stewart Copeland.


Non si butta via niente!

Nel 1978 Stewart Copeland ha l’argento vivo addosso. E’ un musicista furbo e volitivo, determinato a raggiungere il successo; sull’onda della rivoluzione musicale scatenata da Ramones, Sex Pistols e Clash sente che è il Punk - genere allora del momento - la carta da giocarsi per arrivare al grande pubblico. Poco importa se il gruppo che ha formato, i Police, hanno tutto (talento, presenza, creatività, tecnica, carisma) tranne che l’aspetto e l’eta dei punk. In una scena musicale popolata da giovanissimi (al tempo di NEVER MIND THE BOLLOCKS (1977) il più vecchio dei Sex Pistols non aveva compiuto 22 anni) l’età media dei tre Police si assestava sulla trentina. Ma Copeland non si preoccupa perché il suo asso nella manica è l’eccezionale jazzista di provincia che ha scoperto e reclutato come cantante e bassista, tale Sting. Copeland crede ciecamente nel talento e nelle possibilità della sua neonata band e si fa in quattro: scrive e produce il loro primo singolo “Fall Out” e si impegna a comporre sgangherati pezzi punk che propone al gruppo. Sting però è troppo raffinato e dotato a livello vocale per riuscire a calarsi nelle composizioni ruspanti di Copeland; non solo: le cosucce che inizia a scarabocchiare per i Police sono talmente  ben promettenti (“Roxanne, “Can’t Stand Losing You”, “Next To You”….) da convincere Copeland a lasciargli carta bianca sul fronte compositivo. Il batterista però, pur accettando di lasciare a Sting autonomia nella scrittura dei brani, non vuole rinunciare a registrare i brani che ha composto e decide di produrseli in autonomia. Realizzerà le sue composizioni da solista: cimentandosi non solo alla batteria ma persino alla voce e suonando tutti gli strumenti.


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