L'intervista di Bob Dylan per l'uscita di "Triplicate"
"Vi racconto Sinatra, Elvis, Joan Baez e...Ulisse". A inizio aprile sarà a Stoccolma
Qualunque impegno privato Bob Dylan abbia segnato nella sua agenda, farà bene a organizzarsi, perché le prossime settimane si annunciano serratissime per il bardo di Duluth. A Stoccolma, dove suonerà al Waterfront il primo e il 2 aprile nell'ambito del tour europeo, si aspettano che bussi alla porta del Nobel per il discorso-conferenza che gli assegnatari del premio si aspettano da lui per completare l'iter (cospicuo assegno compreso) del riconoscimento. Immediatamente prima, il 31 marzo, è annunciata l'uscita di "Triplicate": ed è la prima volta nella sua carriera che Dylan azzarda la dimensione di tre dischi (ciascuno della durata di 32 minuti per un totale di 30 brani, che lui definisce il "numero del completamento") incentrati sugli standard della musica americana, in particolare quelli resi famosi da Frank Sinatra.
Di Sinatra, e di molto altro, Bob ha parlato in una rara intervista (la prima che concede in due anni) con il giornalista e direttore editoriale di MTV Bill Flanagan, rilanciata anche sul sito del cantautore. Che a proposito di Frank racconta: "Credo conoscesse 'The Times They Are A-Changin' e 'Blowin' in the Wind'. Mi disse che gli piaceva 'Forever Young'. Era un tipo divertente. Agli inizi degli anni novanta, a un party a casa sua, parlammo di notte sul patio. Mi disse: 'Tu e io, amico, abbiamo gli occhi blu, veniamo da lassù', e indicò le stelle. 'Questi altri vagabondi vengono dalla terra'. Pensai avesse ragione". Quanto a Joan Baez: "Lei era proprio qualcosa di diverso, un talento difficile da sopportare. Aveva la voce di una sirena uscita da qualche isola greca. Il solo suono della sua voce ti metteva dentro un incantesimo. Dovevi farti legare all'albero della nave e tapparti le orecchie come Ulisse per tentare di resisterle. Ti faceva dimenticare chi fossi". Rivelazioni anche sulla collaborazione con Elvis Presley, oggetto degli studi degli storici del rock. Tutto nasceva da un possibile duetto sulla canzone di Dylan "Went to See the Gypsy". Bob e George Harrison andarono a vedere il Re del Rock al Madison Square Garden nel '72, era in vista un incontro per registrare quel pezzo: "Elvis si presentò all'appuntamento, ma noi non andammo". Musica di oggi? Dylan ha apprezzato Iggy Pop e il suo 'Apres', Imelda May, Stereophonics, Valerie June e ha amato Amy Winehouse, "l'ultima performer individualista del pop".
Bob Dylan - Subterranean Homesick Blues (alternate music video)
Bob Dylan - Subterranean Homesick Blues (alternate music video)