La difficile genesi del testo di Man On The Moon, classico dei R.E.M.
Nel 1992 Michael Stipe si trovò ad affrontare un blocco dello scrittore che superò omaggiando Andy Kaufman nel testo di Man On The Moon
Pubblicata nel novembre del 1992, Man On The Moon è una delle canzoni più note e amate dei R.E.M. ad essere estratta da "Automatic For The People".
Inizialmente intitolata "C to D Slide", Man On The Moon era destinata a rimanere solo una traccia strumentale da conservare in archivio, prima che il personaggio di Andy Kaufman facesse irruzione nella vita della band.
Celebre comico e performer americano dallo stile surreale e imprevedibile, Kaufman diventerà il centro del brano che si snoda attraverso una serie di riferimenti culturali ed avvenimenti tratti dalla carriera dell'artista.
Nel 1999 il regista Milos Forman realizzò una pellicola dedicata alla vita di Kaufman, con Jim Carrey nel ruolo del protagonista, intitolata proprio 'Man On The Moon'.
Man On The Moon, un successo nato quasi per caso
Man On The Moon è senza ombra di dubbio uno dei singoli più amati dei R.E.M. che lo pubblicarono nel 1992 come estratto da "Automatic For The People".
Nato da un riff strumentale scritto dal batterista Bill Berry, il brano è stato poi completato dal chitarrista Peter Buck che lo ha portato alla forma definitiva, con solo i versi di Michael Stipe da aggiungere.
Versi che, racconterà Stipe, erano stato scritti indipendentemente dal brano e che, anzi, lo misero non poco in difficoltà.
Durante le sessioni di registrazione per il disco, Man On The Moon rimase come unico brano da completare per diverso tempo proprio a causa della difficoltà del cantante di realizzare il testo.
Vista l'insistenza degli altri compagni di band per completare il lavoro, ad un certo punto Stipe si convinse che sarebbe stato meglio registrarla come solo strumentale, dandola vinta ad un blocco creativo che sembrava non permettergli di scrivere nulla di adatto.
"Man On The Moon è una traccia che aveva realizzato Bill (Berry), con un cambio di accordo - appunto da C a D - e disse di non sapere cosa farci", dirà il chitarrista Peter Buck. "A volte io completavo i suoi riff, le sue cose, e allroa riuscii a realizzare un ritornello, i bridge e così via. Quando la facemmo ascoltare a Michael e Michael la canzone era praticamente finita".
La difficile genesi del testo di Man On The Moon
Ma tutti i membri dei R.E.M. pensavano che Man On The Moon dovesse prendere la forma definitiva anche attraverso le storie raccontate da Stipe. Alle prese con un blocco dello scrittore, il cantante della band si trovò sotto pressione, con la data di scadenza per la consegna del disco davanti agli occhi e la totale incapacità di venirne a capo.
Per superare quella che sembrava una fase di stallo, la band decise di staccare per qualche giorno in modo di dare a Stipe la libertà di riordinare le idee e cercare di superare quel momento difficile. Giorni che il cantante si prese per vagare nelle strade di Seattle, città delle registrazioni, ascoltando la strumentale che aveva bisogno disperatamente di trovare delle parole.
Questo momento di libertà permise a Stipe di ritrovare se stesso e realizzare una riflessione sulla credulità umana e sull'incertezza, partendo dalla vita e dall'arte di Kaufman.
"Quando ci siamo riuniti, Michael è entrato nello studio, ha cantato una volta 'Man On The Moon' e se n'è andato", ha detto Peter Buck "Eravamo tutti sbalorditi. È stato uno di quei momenti magici che ricorderò a lungo".
Il testo è un puzzle di immagini e riferimenti culturali, a partire dalle imprese di Kaufman, come la sua imitazione di Elvis Presley e i controversi match di wrestling contro donne. La frase ricorrente “If you believed they put a man on the moon” richiama lo scetticismo che circonda grandi eventi storici, come lo sbarco sulla Luna dell'Apollo 11, metafora della propensione umana a mettere in dubbio ciò che appare straordinario. Kaufman diventa così il simbolo perfetto di questa tensione tra realtà e finzione.
Stipe ha anche dichiarato che il brano è un gioco con i temi della fede e della meraviglia: se si può credere a qualcosa di straordinario come l’allunaggio, allora si può anche credere che Andy Kaufman fosse capace di sfuggire alla morte e vivere in qualche luogo misterioso, una teoria cospirativa che ha continuato ad alimentare il mito del comico dopo la sua scomparsa.
Il film Man on the Moon (1999)
Il titolo della canzone ha ispirato il nome del film Man on the Moon, diretto da Milos Forman e interpretato da Jim Carrey. Il film è una biografia di Andy Kaufman e racconta la sua carriera artistica, dalla celebrità come comico televisivo alla sua lotta contro una malattia terminale. La performance di Carrey, acclamata dalla critica, ha catturato la complessità e l'eccentricità di Kaufman, evidenziando il suo rapporto ambiguo con la realtà e l’immaginazione.
La canzone dei R.E.M. è il fulcro della colonna sonora del film e ne rappresenta il tema principale, enfatizzando la tensione tra il genio creativo di Kaufman e il suo gioco continuo con la verità. Il testo stesso fa riferimento a momenti salienti della carriera di Kaufman, come le sue imitazioni di Elvis Presley e le sue esibizioni provocatorie, che sfidavano le convenzioni dello spettacolo tradizionale.
Sia la canzone che il film hanno avuto un impatto duraturo. Il brano è uno dei più rappresentativi dei R.E.M., inserito spesso nelle loro setlist fino al loro scioglimento. Il film ha contribuito a riportare Kaufman all’attenzione del grande pubblico, grazie anche all’intensa interpretazione di Jim Carrey.
Inoltre, il documentario Jim & Andy: The Great Beyond ha rivelato i retroscena della trasformazione di Carrey nel personaggio di Kaufman, consolidando ulteriormente il legame tra il comico e l'arte cinematografica.