Ci sono canzoni che restano in testa, altre nel cuore. Chissà se il merito lo dobbiamo al nostro stato d’animo, al contesto, o più semplicemente alla squadra di note messe in campo nella formazione vincente. Mi sono sempre chiesto come possa una canzone toccarci così tanto, la risposta? Non lo so.
La verità è che sono talmente tante per poterne sceglierne una soltanto. Ad ogni situazione una sua motivazione, ad ogni canzone il suo magico potere di farci contorcere, sorridere o qualsiasi altro riflesso condizionato sia in grado di suscitare.
La musica è bella per questo, è un po’ come il Natale, quando arriva arriva. Ma “arriva”, nel senso che si fa largo tra tue viscere, facendo tremare anche il più massiccio essere della terra barbara al di là della barriera. Credo anche sia la cosa più bella, per uno che fa musica, questa cosa di arrivare. Un conto è comporre qualcosa che suoni bene, un motivetto orecchiabile, di quelli che puoi tamburellare con le dita sulla grigia scrivania di un ufficio, ma solamente finché non è passato di moda. Un conto, invece, è partorire qualcosa che pianga appena vede la luce, qualcosa che emozioni. Chissà cosa si prova a vedere qualcuno che piange ascoltando qualcosa di tuo, o vedere centinaia di persone che muovono le labbra al tuo ritmo, con quel luccichio negli occhi che neanche il gatto con gli stivali.