10 giugno 2022

La storia dei Jethro Tull e del disastroso concerto a Red Rocks

Il 10 giugno del 1971 i Jethro Tull si esibirono all'anfiteatro di Red Rocks tra cariche della polizia, fumogeni e l'intervento provvidenziale di Ian Anderson

Il 10 giugno del 1971 i Jethro Tull erano di scena in una delle location naturali per la musica dal vivo più belle del mondo, l'anfiteatro di Red Rocks in Colorado.

Presto quello che doveva essere un trionfo, si trasformò nell'apocalisse, tra cariche dei fan e della polizia, lanci di sassi e lacrimogeni, fino all'intervento provvidenziale di Ian Anderson.

I Jethro Tull e il disastroso show di Red Rocks

I Jethro Tull avevano da poco pubblicato l'album capolavoro "Aqualung" che li consacrò come una delle sensation del folk rock mondiale e arrivò e lo show era da tutto esaurito.

Ai cancelli si presentarono quasi 2000 spettatori senza biglietto nel tentativo di riuscire ad entrare ma la polizia invitò i fan a posizionarsi a lato delle montagne che circondano l'anfiteatro. Da lì si poteva vedere lo show, pure se al di fuori dell'arena, ma molti fan decisero comunque che non era sufficiente, tentando di scavalcare le pareti che li separavano dall'arena. Altri pensarono bene di caricare i cancelli come un corpo unico, scatenando la reazione della polizia mentre dal palco arrivavano le note dell'artista di supporto, il folk singer Livingston Taylor, fratello di James.

Il pubblico all'interno dell'arena cominciava a scaldarsi fischiando Taylor, la matrice folk dei Jethro Tull era chiara ma il pubblico era decisamente più rock e, intanto, la a situazione degenerò.

Gli agenti locali avevano chiesto il supporto degli elicotteri  che cominciarono a lanciare fumogeni e lacrimogeni per disperdere la folla, alcuni dei quali finirono oltre le barriere andando a finire nel bel mezzo della platea pagante.

Il pubblico era fuori controllo e tra gli spettatori e la polizia era scoppiata una vera rivolta con lanci di sassi in un verso e nell'altro, gente in lacrime e il caos più totale.

La storia dei Jethro Tull e del disastroso concerto a Red Rocks

L'intervento di Ian Anderson

I Jethro Tull erano arrivati sul luogo del concerto e stavano cercando di trovare il modo per entrare all'interno dell'anfiteatro, completamente messo in lockdown dagli agenti di polizia nel maldestro tentativo di gestire la rivolta.

Ian Anderson pensò di essere l'unico ad avere effettivamente il potere di fare qualcosa e cercare di far ragionare i ragazzi inferociti. Del resto erano lì per lui e chi meglio di lui avrebbe potuto calmare i bollenti spiriti?

Anche in questo caso la polizia si mise di mezzo e cercò di fermare i Jethro Tull che volevano raggiungere il palco per parlare con il pubblico. La band decise allora che c'era solo una cosa da fare: uscire dall'auto, forzare il blocco della polizia e correre sul palco: "Una volta sul palco e con il microfono in mano, la polizia capì che doveva lasciarmi lì e farsi da parte", dirà Anderson.

Il leader dei Jethro Tull invitò alla calma promettendo una grande serata di musica, chiese ai genitori con bambini a recarsi a bordo palco per essere aiutati dai paramedici e agli altri di coprirsi la bocca, dando il via ad una catena umana per favorire il transito dei più piccoli. Ian Anderson cominciò a suonare armato di chitarra acustica, in attesa che arrivasse tutta la band e riusc, con il suo tentativo disperato, a riprendere in mano la situazione,  sotto una pioggia di lacrimogeni.

In qualche modo la band riuscì a portare a termine lo show ma, nonostante fosse stato proprio Anderson a risolvere la questione, alla fine la polizia cercò comunque di fermare i Jethro Tull.

Per riuscire a farla franca, i musicisti si nascosero nel retro di una station wagon proteggendosi con delle coperte in modo da non essere riconosciuti, riuscendo a lasciare la città, lasciandosi dietro una scia di polemiche per la gestione del concerto.