11 maggio 2022

La storia della Casa bianca e della sua collezione di vinili

Il nipote del Presidente Carter è andato alla ricerca dell'archivio di vinili segreto della Casa Bianca

Quando si pensa alla Casa Bianca, la prima cosa che viene alla mente è sicuramente l'immagine del suo ingresso visto dall'esterno. Se entriamo nell'immaginario, con ogni probabilità verrà da pensare allo 'studio ovale', l'ufficio che ospita il Presidente degli Stati Uniti e che ha visto transitare i più grandi potenti del mondo e anche qualche rockstar come Elvis.

Chi avrebbe mai pensato che, all'interno di uno dei più iconici luoghi del potere, potesse esserci anche una notevole collezione di vinili? Per quanto bizzarra, la notizia è del tutto vera ed è stata raccontata da John Chuldenko al Washingtonian.

Chuldenko è il nipote di Jimmy Carter, Presidente degli Stati Uniti dal 1977 al 1981 e nella vita fa lo sceneggiatore e il regista.

Proprio il suo legame di parentela privilegiato gli ha consentito di venire a sapere di una misteriosa stanza dei vinili nascosta all'interno della Casa Bianca.

La collezione di vinili segreta della Casa Bianca

Durante una gita di famiglia, infatti, Chuldenko ascolta i racconti di suo zio Jeff, il minore dei figli del Presidente Carter. Jeff ricorda di quella volta in cui, durante un party alla Casa Bianca negli anni di presidenza di suo padre, lui, allora ventenne, si trovava al piano di sopra della residenza ad ascoltare a tutto volume i dischi dei Rolling Stones con i suoi amici quando nella stanza fecero irruzione sua madre, la first lady Rosalynn Carter, e la Vicepresidente Joan Mondale.

Quei vinili arrivavano da un archivio ufficiale situato all'interno della Casa Bianca, una collezione di dischi privata a disposizione del Presidente degli Stati Uniti d'America di cui nessuno aveva mai sentito parlare.

La storia aveva un che di affascinante e, una volta tornato a Los Angeles, Chuldenko si è subito messo alla ricerca di indizi e informazioni sulla questione. Un appassionato di vinili come lui non poteva lasciarsi sfuggire l'occasione di sviluppare una storia familiare così particolare e ha subito pensato alla realizzazione di un documentario.

Per mancanza di fondi il progetto non si è ancora sviluppato ma questo non ha impedito al nipote del Presidente Carter di andare a fondo nella vicenda.

Chuldenko ha quindi contattato direttamente la biblioteca presidenziale intitolata proprio a Jimmy Carter. L'archivista si è detto sorpreso quanto lui del mistero e ha promesso di fare ricerche. La risposta arrivata successivamente è stata di poco aiuto e sostanzialmente diceva solo: "Sì, esiste una collezione presidenziale di vinili e ora è situata in un posto sicuro fuori sede".



I vinili dei Presidenti

Stando alle ricerche di Chuldenko, ci sono diversi archivi di vinili presidenziali realizzati alla Casa Bianca a partire dagli anni '70. In un primo momento era stato l'RIAA, la Recording Industry Association Of America che rappresenta le etichette discografiche statunitensi, a mettere in campo un team specializzato in diversi generi, dalla musica classica al jazz, al pop, per realizzare una selezione che riflettesse i gusti degli americani.

C'erano i Doors ed Elton John ma, a quanto pare, la gran parte dei dischi presenti appartenevano ad artisti molto classici, così come classico era il gusto del supervisore, il cantautore Johnny Mercer (quello di Moon River, brano realizzato con Henry Mancini per la colonna sonora di Colazione da Tiffany).

Sul finire degli anni '70 a farsi carico di una seconda infornata di vinili nell'archivio presidenziale fu John Hammond, discografico che mise sotto contratto artisti come Bob Dylan, Aretha Franklin e Bruce Springsteen. Fu lui ad ingaggiare un'altra serie di esperti che, dopo un pranzo alla Casa Bianca proprio con la famiglia Carter, cominciò il lavoro sui vinili della Casa Bianca, concedendosi anche qualche trasgressione verso dischi meno istituzionali.

Non più solo jazz, classica e easy listening, ecco che tra i vinili del Presidente degli USA hanno cominciato a fare capolino dischi punk, come quelli dei Sex Pistols e Ramones e classici rock, da Little Richard a Chuck Berry ed Elvis ma anche funk, disco, latina e soul.

Dopo che la famiglia Carter lasciò la Casa Bianca, nel 1981, la collezione fu spostata in un luogo esterno, all'interno di un deposito, probabilmente per volere del conservatore Ronald Reagan.

La storia della Casa bianca e della sua collezione di vinili

Il documentario mai realizzato

Accertatosi dell'esistenza di una sala dei vinili presidenziale, nel 2010 Chuldenko ha fatto richiesta formale di poter avere accesso all'archivio. La motivazione fornita, probabilmente sufficiente solo al nipote di un Presidente, è stata quella della realizzazione di un documentario. Il documentario non è mai stato realizzato perché nel corso degli anni Chuldenko non è riuscito a portare avanti il progetto ma alla Casa Bianca con una troupe ci è andato davvero, con tanto di giradischi e casse.

Accolto nella sala proiezioni della Casa Bianca, il nipote del Presidente Carter si è trovato davanti a tonnellate di scatoloni pieni di vinili, tutti archiviati con un sigillo presidenziale e dei colori specifici ad indicare il genere musicale.

Cercando tra le casse, Chuldenko si è imbattuto in tutta la storia americana, anche in cose improbabili che non ti aspetteresti mai di trovare nella collezione di dischi del Presidente degli USA come Village People e artisti 'sovversivi' come i Clash. Pensate ascoltare gli inni politicizzati di Joe Strummer nelle sale della Casa Bianca? un momento che il regista ha definito giustamente come 'surreale'.

Alla fine della visita, nel vedere quegli scatoloni cominciare di nuovo la strada verso un capannone segreto, Chuldenko ha pensato che sarebbe stato belle fare una terza serie di inserimenti all'interno dell'archivio. Qualcosa che documentasse la musica moderna, dal rock degli anni '90 alle boyband, così come l'hip-hop, completamente assente.

Un'idea apparentemente improbabile ma che, forse, in futuro potrebbe portare il nipote del Presidente Carter a realizzare il suo sogno da appassionato di musica. Questa volta, però, niente vinili ma una playlist realizzata con il contributo di personaggi di spicco che andrebbero a raccontare le proprie scelte davanti alla macchina da presa, diventando anche i protagonisti di un documentario da realizzare in collaborazione con la White House Historical Association.

Un tesoro che, dice Chuldenko, è giusto che la gente possa recuperare.