Le copertine brutte dei dischi rock: tra kitsch, fretta e scelte discutibili

Un’analisi semi-seria sulle copertine più brutte del rock: tra virtuosismi senza idee, fretta, mode grafiche del momento e scelte intenzionalmente minimaliste

Certe copertine di album rock sono popolari quanto la musica che racchiudono, ma non sempre è così. Dai Police ai Metallica, passando per Yngwie Malmsteen e Judas Priest, una carrellata di copertine non esattamente indimenticabili: frettolose, kitsch o talvolta volutamente minimaliste. Cosa si nasconde dietro queste scelte discutibili?

La storia della musica ci insegna che alcune copertine di grandi album rock sono vere opere d’arte, capaci di colpire al momento della pubblicazione e diventare classici senza tempo, al pari della musica che racchiudono. Tuttavia, non è raro imbattersi in copertine che sembrano stridere con il contenuto musicale, risultando sciatte, datate o semplicemente brutte. Alcune sembrano il frutto di mancanza di tempo o risorse; altre sono il risultato di un’eccessiva concentrazione sull’aspetto tecnico della musica, come virtuosismo strumentale o produzione, che finisce per "mangiarsi" l’intera visione artistica di un album. In altri casi, la fiducia cieca nella tecnologia o nelle mode del momento genera immagini di tendenza, super tecniche e moderne, che però diventano obsolete in breve tempo. Eppure, a volte, una copertina volutamente povera può rappresentare un messaggio forte: la musica contenuta è così importante da non richiedere un involucro elaborato. Riflettiamo su questi fenomeni attraverso quattro esempi di copertine -  secondo chi scrive - poco riuscite nel rock.

Le copertine brutte dei dischi rock: tra kitsch, fretta e scelte discutibili

Troppa Fretta

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