Le reazioni della comunità rock alla morte di Jeff Beck

Da David Gilmour a Brian May e Jimmy Page, la comunità rock mondiale reagisce alla notizia della morte di Jeff Beck

E' arrivata come un fulmine a ciel sereno nella sera italiana di ieri la notizia della morte di Jeff Beck.

Il bluesman inglese, tra i nomi più influenti nella storia della chitarra elettrica e Rock & Roll Hall Of Famer, è scomparso improvvisamente all'età di 78 anni, come comunicato dalla famiglia attraverso i suoi canali social ufficiali.

Beck aveva pubblicato lo scorso anno "18", album collaborativo registrato insieme a Johnny Depp e presentato poi dal vivo sui palchi di tutto il mondo, anche in Italia.

La morte di Jeff Beck

Un altro grande nome della storia del rock e del blues se ne è andato. Jeff Beck è scomparso all'età di 78 anni a causa di una malattia che velocemente lo ha strappato alla comunità mondiale della chitarra. "A nome della sua famiglia, è con profonda tristezza che condividiamo la notizia della morte di Jeff Beck", si legge in una nota pubblicata sui suoi account social. "Dopo aver contratto improvvisamente una meningite batterica, è morto serenamente ieri".

Una notizia, quella della morte di Jeff Beck che ha chiaramente sconvolto tutta la comunità rock mondiale, dando vita ad un fiume di tributi da parte dei grandi musicisti che lo hanno amato, lo hanno conosciuto o che sono stati ispirati dalla sua arte.

Del resto Beck era universalmente conosciuto come un maestro della sei corde, uno degli originali, di quelli che aveva preso il blues e lo aveva portato a diventare qualcosa di altro.

Tra i chitarristi più influenti

Prima membro degli Yardbirds, dove entrò a far parte al posto di Eric Clapton e dove rimase fino all'arrivo di Jimmy Page prima di lasciare la band e formare il Jeff Beck Group con Rod Stewart e Ron Wood.

Poi è arrivato il trio con Tim Bogert e Carmine Appice, i dischi da solista e numerose collaborazioni. Tra i tanti artisti che hanno lavorato con Beck, Bon Jovi, Brian May, Mick Jagger, Stevie Wonder, Roger Waters e David Bowie. Nel luglio del 1973 Jeff Beck salì sul palco con Bowie per suonare un medley di The Jean Geanie e Love Me Do ed Around and Around le cui immagini sono state mostrate per la prima volta pochi mesi fa all'interno del documentario "Moonage Daydream".  

Il lavoro più recente del chitarrista risale solo al 2022 con "18", album registrato insieme alla star hollywoodiana Johnny Depp, e la collaborazione su 'Patient Number 9', primo singolo e titletrack dell'ultimo album in studio di Ozzy Osbourne.

PHOTO CREDIT: Elena Di Vincenzo

Le rockstar ricordano Jeff Beck

Del resto gli artisti enormi che hanno incrociato i passi di Jeff Beck nel corso della sua carriera sono numerosi, ancora più quelli che ha influenzato con il suo stile da bluesman elettrico sempre fedele a se stesso.

Due sono sicuramente gli ex Yardbirds Eric Clapton - sostituito proprio da Beck nella formazione - e Jimmy Page che riuscì a convivere con il chitarrista prima di trovarsi come unico depositario della band che diventerà prima New Yardbirds e poi Led Zeppelin.

"Il guerriero della sei corde non è più tra noi per farci ammirare l'incantesimo che sapeva lanciare alle nostre emozioni mortali", ha scritto Jimmy Page. "Jeff incarnava la musica dell'etereo. La sua tecnica era unica e la sua immaginazione apparentemente senza limite. Mancherai a me e milioni di fan".


Rod Stewart, che ha pianto la scomparsa dell'amico che consentì a lui e al futuro Stones Ron Wood di intraprendere una grande avventura con il Jeff Beck Group, ha ricordato: "Portò me e Ronnie Wood negli USA sul finire degli anni '60 con il Jeff Beck Group e da allora non ci siamo più voltati indietro. Era uno dei pochi chitarristi che, quando suonava dal vivo, mi sentiva effettivamente cantare e rispondeva. Amico mio, eri il più grande. grazie di tutto".

Anche Mick Jagger, che aveva avuto Beck come chitarrista sul suo debutto solista del 1985 "She's The Boss", ha definito Beck un "uomo fantastico e uno dei più grandi chitarristi del mondo".

Condoglianze anche da Ozzy Osbourne - Beck ha suonato sulla titletrack dell'ultimo album "Patient Number 9" - e Tony Iommi che si è detto scioccato dalla morte di Beck "un genio della chitarra, un'icona e una bella persona".

"Uno dei maestri che sin da Yardbirds e Jeff Beck Group ha tracciato una strada impossibile da seguire", scrive Paul Stanley mentre Gene Simmons invita tutti ad ascoltare i primi due album del Jeff Beck Group.

Joe Perry degli Aerosmith, un altro dei tanti chitarristi dichiaratamente influenzati dalla chitarra di Beck e vicino a lui negli ultimi anni anche attraverso Johnny Depp e gli Hollywood Vampires, lo definisce il Salvador Dalì della chitarra: "Vederlo suonare significava ascoltare il definitivo alchimista della 6 corde che creava un mondo magico tutto suo. Il mondo è un posto peggiore senza di lui".


Tra i ricordi più sentiti anche quelli di David Gilmour, Brian May e Dave Davies dei Kinks che non riesce ancora a capacitarsi dell'accaduto.

"Sono devastato nell'apprendere della scomparsa del mio amico ed eroe Jeff Beck", ha scritto il chitarrista dei Pink Floyd. "La sua musica mi ha emozionato e ispirato innumerevoli volte. Sarà per sempre nei nostri cuori".

Stesso tono anche il messaggio del chitarrista dei Queen: "Sono distrutto, davvero triste. Era il Governatore. Inimitabile, insostituibile, il punto più alto della chitarra. E un essere umano dannatamente fantastico. Avrò sicuramente molto da dire ma al momento sono senza parole".


Tags