07 settembre 2021

Le ultime ore di Keith Moon, l'eccessivo batterista degli Who

Una vita di follia e di ritmi esplosivi, al servizio degli Who. La morte di Keith Moon a causa di un ultimo, fatale eccesso

Il 7 settembre 1978, a soli 32 anni, il mondo del rock perdeva uno delle figure più esagerate, esagitate e senza freni ad aver mai calcato un palco, Keith Moon. Accidentalmente anche uno dei batteristi più devastanti della storia che con la carica dettava il ritmo agli Who facendosi carico sulle sue spalle, come mai prima di allora, di tutto il peso di una band.

Gli eccessi di Keith Moon

Keith Moon è stato senza ombra di dubbio uno dei batteristi più potenti nella storia del rock, una macchina da guerra esplosiva - mai termine fu più adatto - al servizio degli Who.

Un personaggio, Moon, che ha cambiato completamente il modo di suonare la batteria grazie alla sua furia scomposta, uno che per energia è in cima con i più grandi, sgomitando sul podio con John Bonham che addirittura ha superato in quanto ad eccessi.

Eccedere era la parola d'ordine per 'Moon the Loon', il matto, come veniva chiamato da tutti, intesa proprio nel senso latino del termine. Moon non aveva freni, non provava vergogna, andava sempre oltre: che si trovasse sul palco, impegnato a fare uno dei suoi mille scherzi, al bar o in hotel, una vera e propria rockstar con tutti i crismi.

Con gli Who Moon maltrattava la batteria scaricando su tamburi e piatti tutta la sua iperattività, nella vita di tutti i giorni sfogava in alcol, droghe e situazioni discutibili da vero clown che passavano dalla distruzione totale delle camere di albergo agli scherzi più stupidi e di cattivo gusto immaginabili. La vita era solo un gioco e come tale veniva vissuta, per la poca gioia di Townshend, Daltrey ed Entwistle che non sapevano come arginare quella pila impazzita, croce e delizia.

E rispettando la mitologia delle rockstar, come tale, Moon se ne andò il 7 settembre del 1978 a soli 32 anni.



Il tentativo di ripresa

L'ottavo album degli Who, "Who Are You", era uscito poche settimane prima, il 18 agosto. Un lavoro portata a casa con difficoltà proprio a causa dei sempre maggiori problemi di Moon con alcol e droghe che non consentirono al suo corpo, ormai appesantito al punto da obbligarlo a scattare la foto di copertina nascosto da una sedia, di rendere al meglio come un tempo.

Le registrazioni furono piene di tensioni tra i membri della band e Pete Townshend minacciò di licenziare Moon se non avesse cercato di mettere un freno al suo stile di vita distruttivo.

Moon cercò, almeno apparentemente, di riprendersi in mano la vita e iniziò un trattamento farmacologico per risolvere il suo problema di alcolismo.

Ma mettere delle pillole di qualsiasi tipo nelle mani di Moon non si rivelò essere una grande idea e, dopo aver trascorso un periodo di pausa in California, ritornò nel suo appartamento di Londra dove andò incontro alla sua fine.

Lo stesso appartamento, quello di Curzon Place, dove solo quattro anni prima era morta Mama Cass dei The Mamas & The Papas.

Le ultime ore prima della sua morte Keith Moon li trascorse con un'altra leggenda della storia della musica, Paul McCartney. 

Le ultime ore di Keith Moon, l'eccessivo batterista degli Who

Le ultime ore di Keith Moon

L'ex bassista dei Beatles aveva acquistato i diritti per il catalogo di uno dei padri fondatori del rock'n'roll, Buddy Holly, per il quale aveva anche prodotto un biopic intitolato The Buddy Holly Story.

In occasione di quello che sarebbe stato il 42esimo compleanno dell'artista americano, Macca organizzò una festa al Peppermint Park di Covent Garden per presentare anche l'anteprima del film.

Tra gli invitati c'erano anche Moon e la sua ragazza, la modella svedese Annette Walter-Lax, che convinse il musicista a prendere parte alla serata nonostante la voglia di uscire fosse poca.

Moon accettò, fece il carico di cocaina e partì in direzione del party organizzato da McCartney. Tutti i presenti riporteranno poi di un Moon in buono spirito, felice di essere riuscito, per la prima volta, a fronteggiare i suoi demoni e pronto a sposare Annette. Dopo la cena la coppia si recò al cinema Odeon di Leicester Square per la proiezione ma Moon iniziò ad essere agitato insistendo per tornare a casa.

Una volta tornati nell'appartamento di Curzon Place, Moon chiese ad Annette di cucinargli qualcosa e così lei fece, preparandogli la sua carne preferita prima di prendersi la sua dose di Heminevrin, il farmaco prescritto per combattere l'alcolismo, emettersi a letto a guardare il film L'abominevole dr.Phibes.

Peccato che il farmaco fosse quello giusto ma la quantità no, era eccessiva, come tutta la vita di Moon.

Dopo essersi svegliato svegliato nuovamente alle 7.30 e aver chiesto nuovamente del cibo, ottenuto non senza litigare, e aver preso altre pillole di Heminevrin, Moon tornò a dormire mentre Annette prese sonno sul divano fino al primo pomeriggio.

Al suo risveglio la modella andò in camera da letto dove vide Moon ancora steso, con il braccio penzoloni come un novello Marat ma senza respiro. Annette si affrettò a chiamare il medico e un'ambulanza ma era troppo tardi, Moon fu dichiarato morto per overdose accidentale di Heminevrin.

Un ultimo eccesso proprio ad un passo dal traguardo che costò a Moon la vita e al rock uno dei più grandi batteristi di sempre.