23 novembre 2022

Led Zeppelin, John Bonham: una storia di pugni e nasi fratturati

Dall'incidente di Oakland alle fratture causate dal tour manager dei Led Zeppelin: i problemi di John Bonzo Bonham con i pugni

John Bonham viene piazzato quasi sistematicamente al primo posto nella classifica dei migliori batteristi nella storia del rock. Un musicista eccessivo, esplosivo, un vero martello degli dei che ha come unico rivale al trono il solo Keith Moon.

Il talento e la potenza percussiva, però, non sono le uniche cose che accomunano i batteristi di Led Zeppelin e Who, entrambi personaggi portatori di follia e di un rock'n'roll lifestyle che ne ha decretato una fine prematura.

Oltre ad una storia fatta di canzoni immortali, infatti, quella di John 'Bonzo' Bonham è stata una storia caratterizzata anche da pugni e nasi rotti, almeno quanto quella di Moon è stata ricca di scherzi.

Nella travolgente vita da rockstar che circondava Bonzo e le sue giornate in tour con la band, non era infatti infrequente che, in un modo o nell'altro, ci fossero pugni chiusi a fendere l'aria.


John Bonham e l'incidente di Oakland

Uno degli episodi più noti in questo senso avvenne nel giugno del 1977 mentre i Led Zeppelin erano in tour in America. La band era stata messa sotto contratto dal celebre promoter Bill Graham, fondatore di club storici come il Fillmore, per un paio di show ad Oakland, in California.

Durante la prima serata, quella del 23 giugno 1977, Warren Grant, figlio undicenne del manager dei Led Zeppelin Peter Grant, cercò di strappare un cartello che riportava il nome della band da uno dei camerini.

Un membro della sicurezza si avvicinò al ragazzo riprendendolo, almeno stando alla versione riportata da Graham.

Premessa: a quanto pare già prima dello show c'era stata della tensione tra lo staff di Graham e quello della band, con il bodyguard dei Led Zeppelin John Bindon probabilmente colpevole di aver spintonato qualche membro della security dello staff locale.

Ritornando al giovane Warren, la versione di Bonham dice che l'addetto alla sicurezza di Graham avrebbe colpito il ragazzo, scatenando la reazione dell'entourage della band.

Dopo lo show, Peter Grant, Bindon e lo stesso Bonham avrebbero accerchiato il dipendente di Graham, tale Jim Matzorkis, cominciando un pestaggio. Mentre il tour manager Richard Cole faceva da guardia, gli altri si avventavano sul malcapitato raggiunto, pare, da un devastante pugno di Bonzo in pieno volto.

A fine serata l'uomo fu portato in ospedale in una pozza di sangue e Graham si vide costretto a firmare un documento in cui scarica la band da ogni responsabilità, pena la cancellazione del secondo show. Temendo in una possibile rivolta del pubblico, il promoter si trovò obbligato ad apporre la propria firma sul foglio che, però, non aveva alcun valore legale.

Per questo motivo i Led Zeppelin e il loro entourage si trovarono comunque ricevere una denuncia e, una volta tornati in hotel, Bonham, Grant, Cole e Bindon furono arrestati e, dopo molti mesi, costretti a pagare una multa.

La sera dopo la band salì regolarmente sul palco di Oakland per quello che diventerà l'ultimo concerto dei Led Zeppelin in America. La band avrebbe infatti avuto altri sette show da suonare per completare il tour ma, due giorni dopo, Robert Plant fu raggiunto dalla notizia della tragica morte di suo figlio Karac, e costrinse i Led Zeppelin ad annullare tutti gli impegni presi.


Led Zeppelin, John Bonham: una storia di pugni e nasi fratturati

Bonzo e le fratture al naso

Quello di Oakland non è certo stato l'unico incidente che ha visto coinvolto Bonham e la sua potenza fisica. Del resto gli show dei Led Zeppelin erano stesso etichettati come una cosa 'per maschi' e i membri della band cercavano di tenere fede a questa voce mettendo in piedi un carrozzone fatto di eccessi e stereotipi rock'n'roll.

Bonzo era il re degli eccessi e, quando era su di giri, diventava una forza della natura con cui era difficile ragionare.

Per questo motivo una figura fondamentale per la band era il già citato Richard Cole, tour manager che in passato aveva lavorato proprio con gli Who. Un'esperienza, quella di Cole con un soggetto difficile come Moon, che gli servì assolutamente anche per gestire Bonham che, il più delle volte, doveva essere messo a freno proprio da Cole.

Dopo uno show a Belfast nel 1971, la band si mise in marcia in direzione Dublino e arrivò in città con un Bonham, come sempre, decisamente ubriaco. Il batterista e l'autista Matthew si recarono al ristorante dell'hotel per una cena notturna mentre Cole si ritirò in camera a bere irish coffee con Grant. Dopo un po' il tour manager venne raggiunto da una telefonata di emergenza, era successo qualcosa in cucina. Per qualche motivo, Bonzo e Matthew avevano pensato che fosse una buona idea cercare di pestare a morte lo chef della cucina. Provvidenziale fu l'intervento di Cole che, con un pugno ben assestato, riuscì a riportare il batterista dei Led Zeppelin a più miti propositi. Rompendogli il naso.

E dire che quella non fu nemmeno l'unica volta che Bonham si trovò con il naso mandato in frantumi da un pugno. Un altro episodio avvenne nel 1976 in un club di Montecarlo dove Bonzo si era presentato vestito in abito bianco e con una pistola per sparare gas lacrimogeno nella fondina.

Anche in questo caso, temendo il peggio, Cole entrò in azione prima che le cose potessero prendere una brutta piega ed aggredì il batterista dei Led Zeppelin con un pugno in volto, fratturandogli una seconda volta il naso.

Con un inaspettato senso dell'umorismo Bonham commentò la cosa dicendo: "Ne avevo bisogno, ora il mio naso è di nuovo dritto! ".