John Bonham viene piazzato quasi sistematicamente al primo posto nella classifica dei migliori batteristi nella storia del rock. Un musicista eccessivo, esplosivo, un vero martello degli dei che ha come unico rivale al trono il solo Keith Moon.
Il talento e la potenza percussiva, però, non sono le uniche cose che accomunano i batteristi di Led Zeppelin e Who, entrambi personaggi portatori di follia e di un rock'n'roll lifestyle che ne ha decretato una fine prematura.
Oltre ad una storia fatta di canzoni immortali, infatti, quella di John 'Bonzo' Bonham è stata una storia caratterizzata anche da pugni e nasi rotti, almeno quanto quella di Moon è stata ricca di scherzi.
Nella travolgente vita da rockstar che circondava Bonzo e le sue giornate in tour con la band, non era infatti infrequente che, in un modo o nell'altro, ci fossero pugni chiusi a fendere l'aria.
John Bonham e l'incidente di Oakland
Uno degli episodi più noti in questo senso avvenne nel giugno del 1977 mentre i Led Zeppelin erano in tour in America. La band era stata messa sotto contratto dal celebre promoter Bill Graham, fondatore di club storici come il Fillmore, per un paio di show ad Oakland, in California.
Durante la prima serata, quella del 23 giugno 1977, Warren Grant, figlio undicenne del manager dei Led Zeppelin Peter Grant, cercò di strappare un cartello che riportava il nome della band da uno dei camerini.
Un membro della sicurezza si avvicinò al ragazzo riprendendolo, almeno stando alla versione riportata da Graham.
Premessa: a quanto pare già prima dello show c'era stata della tensione tra lo staff di Graham e quello della band, con il bodyguard dei Led Zeppelin John Bindon probabilmente colpevole di aver spintonato qualche membro della security dello staff locale.
Ritornando al giovane Warren, la versione di Bonham dice che l'addetto alla sicurezza di Graham avrebbe colpito il ragazzo, scatenando la reazione dell'entourage della band.
Dopo lo show, Peter Grant, Bindon e lo stesso Bonham avrebbero accerchiato il dipendente di Graham, tale Jim Matzorkis, cominciando un pestaggio. Mentre il tour manager Richard Cole faceva da guardia, gli altri si avventavano sul malcapitato raggiunto, pare, da un devastante pugno di Bonzo in pieno volto.
A fine serata l'uomo fu portato in ospedale in una pozza di sangue e Graham si vide costretto a firmare un documento in cui scarica la band da ogni responsabilità, pena la cancellazione del secondo show. Temendo in una possibile rivolta del pubblico, il promoter si trovò obbligato ad apporre la propria firma sul foglio che, però, non aveva alcun valore legale.
Per questo motivo i Led Zeppelin e il loro entourage si trovarono comunque ricevere una denuncia e, una volta tornati in hotel, Bonham, Grant, Cole e Bindon furono arrestati e, dopo molti mesi, costretti a pagare una multa.
La sera dopo la band salì regolarmente sul palco di Oakland per quello che diventerà l'ultimo concerto dei Led Zeppelin in America. La band avrebbe infatti avuto altri sette show da suonare per completare il tour ma, due giorni dopo, Robert Plant fu raggiunto dalla notizia della tragica morte di suo figlio Karac, e costrinse i Led Zeppelin ad annullare tutti gli impegni presi.