05 giugno 2024

Lenny Kravitz e Slash: rimpatriata tra liceali che diventa "Always On The Run"

Una rimpatriata tra vecchi compagni del liceo che diventa un classico del Rock. Ecco come Slash e Lenny Kravitz hanno scritto e registrato "Always On The Run".

"Always On The Run" è uno dei pezzi più celebri di Lenny Kravitz. Un classico del rock, impreziosito dal riff di chitarra spettacolare di Slash, vecchio compagno di classe di Kravitz. Ecco la storia di una canzone memorabile nata e registrata durante una rimpatriata tra ex liceali, armati di un lito di vodka, una borsa col ghiaccio e un paio di chitarre.

Che c’è di meglio di una bella rimpatriata tra compagni delle superiori? Ricordi, risate, birrette a profusione. Se poi gli ex liceali che decidono di rivedersi per qualche drink sono una coppia di giovani artisti che già bazzicano i piani alti del rock’n’roll, c’è persino il rischio che possa uscirne qualcosa di esplosivo a livello musicale. Ed è proprio così che è successo tra Lenny Kravitz e Slash, vecchi compagni di classe al “Beverly Hills High School” la cui rimpatriata si è trasformata in una gloriosa sessione di registrazione da cui è scaturito un pezzo rock mitologico, “Always On The Run” primo singolo estratto dal secondo album di Kravitz, MAMA SAID, 1991. Lenny Kravitz ha recentemente raccontato la storia di questa canzone in un’intervista con Apple Music dove ha parlato anche della sua carriera e del nuovo album, BLUE ELECTRIC NIGHT.

Lenny Kravitz e Slash: rimpatriata tra liceali che diventa "Always On The Run"

Scroccare la vodka al vicino

La storia inizia nel gennaio del 1990. E’ un momento di grande fermento nel rock: la rivoluzione del grunge è alle porte, anticipata da una forte corrente che da qualche anno sta scuotendo questo mondo musicale. Si stanno riscoprendo gli anni ’70, il blues, il funk e un approccio più sanguigno e verace al rock. Due facce di questo trend sono i Guns ’N Roses che con APPETITE FOR DESTRUCTION (1987) hanno stravolto la scena hard rock e glam metal e, appunto, Lenny Kravitz con il suo album di debutto LET LOVE RULE (1989). Entrambi gli artisti sono presenti, seduti solo a qualche fila di distanza, all’edizione degli American Music Awards. Racconta Lenny Kravitz: “I Guns N' Roses erano seduti proprio di fronte a me e noto tra loro questo ragazzo. Certo, sapevo fosse il loro chitarrista ma guardandolo mi sono detto 'aspetta un attimo'... io e lui siamo andati al liceo insieme! Lui si è accorto di me alla stessa maniera e in un attimo ci siamo scambiati i numeri di telefono!”. Basta questo perché i due decidano di rivedersi presto; le sessioni di registrazione dell’imminente secondo disco di Kravitz paiono l’occasione perfetta per incontrarsi, bere qualche drink e fare un po’ di rock’n roll. “Slash, stava finendo un tour con i Guns ’N Roses in Inghilterra” ha spiegato Lenny Kravitz “ma aveva voglia che ci trovassimo per suonare assieme. Così ha preso un volo ed è arrivato a New York di mattina, verso le 08:30, intenzionato a venire a casa mia. Quando mi ha chiamato per avvisarmi, si è preoccupato che lo accogliessi con del ghiaccio e un litro di vodka. Io, a quell’ora del mattino, non ho potuto fare altro che scroccare entrambe le cose al mio vicino di casa, a cui sono andata a bussare.” I due ex liceali, armati di vodka, borsa del ghiaccio e un paio di chitarre, decidono di andare immediatamente in studio di registrazione a Hoboken (New Jersey), studio che raggiungono in treno.

 

"Tu suona il riff che io mi metto alla batteria!"

L’idea iniziale di Lenny Kravitz era affidare a Slash il finale del pezzo “Fields of Joy”. Uno spazio lungo, importante, in cui il chitarrista avrebbe potuto darci dentro a briglie sciolte con un assolo di chitarra epico. Slash fa centro al primo colpo! La prima take è già quella buona. Kravitz è entusiasta e nemmeno ascolta le richieste dell’amico chitarrista che vorrebbe fare qualche altro tentativo: più preciso, meglio strutturato, più pulito. Perché quell’assolo così irruento, a tratti sgrammaticato e balbettante sul tempo è focoso e conquista Lenny Kravitz che dirà: Slash voleva suonarlo di nuovo, ma non glie l’ho permesso: adoro e cerco di utilizzare sempre le prime take!”. In pochissimo tempo, i due si trovano ad aver già registrato quello che preventivavano avrebbe occupato l’intera giornata e così, iniziano a lavorare da zero, ad una nuova traccia. "Abbiamo iniziato a suonare, ad improvvisare ed e è venuto fuori questo riff che poi è diventato quello di “Always On The Run”. In realtà, penso che fosse qualcosa che Slash aveva già nel cilindro, un’idea alla quale aveva già lavorato. Fatto sta, che quel riff era perfetto e la canzone si è praticamente scritta da sola: mi sono seduto alla batteria, lui ci ha dato dentro con il riff e abbiamo registrato tutto. Inciso così lo scheletro del pezzo, ci ho aggiunto io qualche chitarra ritmica e il basso. Quindi Slash ha ripreso in mano la chitarra e ha sparato l’assolo. Ho chiamato in studio dei musicisti a fare i fiati per cui ho scritto io un arrangiamento al volo. A quel punto ho cantato. È stata una sessione di registrazione fantastica. Tutto nato in modo così naturale, molto veloce e spontaneo.

“Always On The Run” sarà il singolo che trainerà il successo clamoroso di MAMA SAID, secondo album di Lenny Kravitz che si guadagnerà il disco di platino in cinque paesi, tra cui Stati Uniti, Regno Unito e Canada. Niente male per una rimpatriata tra ex compagni di classe al liceo!