05 dicembre 2024

Let It Bleed, il grande saluto dei Rolling Stones agli anni'60

Nel 1969 i Rolling Stones spazzavano via le speranze degli anni '60 con Let It Bleed, un disco blues per prendere coscienza del caos e dell'oscurità del mondo

Pubblicato solo pochi giorni prima della fine di uno dei decenni più rivoluzionari della storia moderna, "Let It Bleed" dei Rolling Stones segnò concettualmente la fine degli anni '60.

Ottavo lavoro in studio della band e ultimo prima della morte di Brian Jones, "Let It Bleed" segna un ritorno alle origini dal punto di vista sonoro con brani carichi di blues che seguono la pista intrapresa dal precedente "Beggars Banquet" ma, soprattutto, rappresenta un simbolico addio all'approccio idealista del decennio trascorso.

I Rolling Stones non erano nella miglior posizione possibile durante le fasi di registrazione del disco: Brian Jones, sempre più assente per i continui abusi di sostanze che si poggiavano su un ego fuori controllo, diventò definitivamente inaffidabile.


Il caos e la fine di un'era

Pur essendo proprio Jones la vera forza motrice della prima fase degli Stones, a metà delle sessioni venne coinvolto il futuro chitarrista Mick Taylor per tappare le continue falle lasciate in studio dal biondo membro fondatore.

Una situazione caotica che trasudava nell'atmosfera del disco e che finì per essere una sorta di catalizzatore di forze oscure, un buco nero che si proiettò poi sugli anni '70 delle controculture giovanili e della band stessa.

"Let It Bleed" arrivò in un momento storico in cui - tra scontri razziali e guerre - apparve chiaro che la filosofia degli hippies fatta di pace, amore e armonia non bastasse più.

Le tensioni avrebbero travolto, di lì a poco, anche gli Stones nel tristemente noto episodio di Altamont, dove la security organizzata dalla gang di motociclisti Hells Angels uccise un fan della band, gettando un'ombra su quella che sembrò la fine di un'era.

Let It Bleed, il grande saluto dei Rolling Stones agli anni'60

Registrazioni di Let It Bleed

Le sessioni di registrazione si svolsero tra febbraio e novembre del 1969 in diversi studi londinesi, tra cui i celebri Olympic Studios. Fu un periodo tumultuoso per la band, segnato dalla fine del sodalizio con Brian Jones, che venne ufficialmente sostituito da Mick Taylor a giugno dello stesso anno. Jones partecipò solo marginalmente all'album prima della sua tragica morte nel luglio 1969, mentre Taylor appare solo in un brano.

Le registrazioni sono state caratterizzate da una grande varietà di approcci e strumenti. Keith Richards cominciò a sperimentare con le accordature aperte, che sono evidenti in brani come Gimme Shelter. Mick Jagger si avvicinò sempre di più a temi oscuri e inquietanti, riflettendo il clima turbolento dell'epoca.

Ironicamente, l'unica traccia su cui appare Brian Jones è You Got The Silver che vede il debutto alla voce di Keith Richards e che il chitarrista scrisse per Anita Pallenberg, dopo averla 'rubata' proprio a Jones.


Arrendersi alla realtà a suon di blues

In "Let It Bleed" c'è tutta la paura dei giovani dell'epoca, i loro sogni infranti, il timore della guerra cantato in 'Gimme Shelter', brano di apertura che cercava di condensare tutta la violenza dell'epoca, quella reale e quella nei media, accompagnandola con i riff più acidi mai creati da Keith Richards.

Un sound apocalittico e disperato che pervade tutto il disco e che fornisce la perfetta colonna sonora per un'epoca di cambiamenti e disillusioni.

E se il lungo blues di Midnight Rambler porta l'oscurità, c'è un senso di desolazione che passa tra le storie di sesso, droga e rock'n'roll che sembrano partire dalla ricerca di rifugio della opener per finire con la consapevolezza di You Can't Always Get What You Want.

L'iconico coro di bambini affidato al London Bach Choir introduce una presa di coscienza che vale nelle relazioni, così come nella vita: non puoi sempre avere ciò che vuoi.

Mantenendo salde le radici nel blues, gli Stones chiudono Let It Bleed con un classico, un numero psichedelico che chiude il cerchio e, questa volta davvero, mette la parola fine al sogno sixties arrendendosi alla realtà che ci circonda.


Il successo commerciale e l'influenza di Let It Bleed

"Let It Bleed" ebbe un impatto commerciale significativo, consolidando la posizione dei Rolling Stones come una delle band più importanti e influenti della loro epoca.

Il disco raggiunse il primo posto nella classifica UK degli album più venduti, dove rimase per diverse settimane diventando uno dei dischi maggiormente venduti nel 1969.

Molte settimane in classifica "Let It Bleed" le passò anche nella Billboard 200 dove raggiunse il terzo posto tra i dischi più venduti negli Stati Uniti.

"Let It Bleed" ha riaffermato il legame dei Rolling Stones con il blues e ha gettato le basi per il country rock e il southern rock. Brani come la cover di Robert Johnson Love in Vain e Country Honk (versione più rilassata di Honky Tonk Women) hanno ispirato musicisti che cercavano di fondere rock, country e blues in modo autentico.

Il disco è spesso considerato una risposta al clima socio-culturale del tempo, segnato dalla fine degli ideali hippie e dall'emergere di un realismo più crudo e oscuro; un approccio che influenzò direttamente molti artisti degli anni'70 come, ad esempio, Springsteen e David Bowie.