Let's Dance, la hit che trasformò Bowie (ancora una volta)

Nel marzo del 1983 David Bowie si affidava a Nile Rodgers per allontanarsi dallo sperimentalismo degli anni '70, alla ricerca di una hit ballabile e raffinata

Il 14 marzo del 1983 David Bowie pubblicava "Let's Dance", singolo che dava il titolo all'album in uscita il mese successivo e che segnò l'ennesima svolta nel sound dell'artista inglese.

Con la produzione di Nile Rodgers, padrino del funk e della disco music con gli Chic, Bowie trasformò delle canzoni strutturate su una base folk-rock in degli inni dance.

Alla chitarra un giovanissimo musicista texano ancora poco conosciuto che rispondeva al nome di Stevie Ray Vaughan.

Una delle canzoni più note di Bowie, 'Let's Dance' gli consentì di ottenere un boost enorme in termini di popolarità dopo un periodo complicato da un punto di vista commerciale, diventando una delle più grandi hit degli anni '80.

Hit con stile

Poche canzoni incarnano lo spirito della reinvenzione con la stessa vivacità di Let’s Dance di David Bowie, l’elettrizzante singolo principale dell’omonimo album del 1983.

Pubblicato il 14 marzo 1983, il brano segnò una svolta audace nella carriera dell’artista inglese, portandolo dal mondo del rock d’avanguardia al successo commerciale globale.

Ma anche quando si tratta di sfornare hit, Bowie non pensa mai di farlo in maniera scontata e decide di lavorare a qualcosa che possa essere facilmente ricevibile da tutti ma sperimentale allo stesso tempo.

Prodotto da Nile Rodgers degli Chic, Let’s Dance fonde elementi dance, funk e pop in un suono che non solo ha definito gli anni ’80, ma rimane influente ancora oggi.

Let's Dance, la hit che trasformò Bowie (ancora una volta)

L’Influenza di Nile Rodgers e Stevie Ray Vaughan

L’impatto di Rodgers su Let’s Dance non può essere sottovalutato. Come mente dietro gli Chic e produttore per artisti come Diana Ross e, successivamente, Madonna, apportò alla canzone una sensibilità raffinata e incentrata intorno al groove e al ritmo.

A differenza della tipica scrittura enigmatica di Bowie, sempre più complicata negli ultimi anni, Let’s Dance risultava diretta e accessibile, con un lirismo semplice ma evocativo che invitava gli ascoltatori a ballare, senza perdere però una certa profondità e mistero.

Uno degli elementi più distintivi del brano è la sua potente chitarra solista, suonata dal giovane bluesman emergente Stevie Ray Vaughan. I suoi assoli taglienti e bluesy emergono tra la produzione elegante del brano, conferendo a Let’s Dance un’intensità cruda.

Il contributo di Vaughan fu essenziale per mantenere un’anima rock all’interno del raffinato contesto pop, fondendo i generi in un modo tipicamente bowiano.

La versione demo di Let's Dance, del resto, mette radici in sonorità jazz e raffinate, con una linea di basso più intricata e meno immediata di quella definitiva.

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