29 ottobre 2021

Linkin Park, Shinoda:"Non siamo ancora pronti a tornare"

L'MC dei Linkin Park spegne tutte le voci su un possibile ritorno della band dopo la morte di Chester Bennington, non ancora superata

Mike Shinoda ha parlato del futuro dei Linkin Park in una recente intervista. Dopo la morte di Chester Bennington la band non è più tornata insieme se non per promuovere l'edizione per i 20 anni del primo album "Hybrid Theory", pubblicato nel 2000. Uno stop che, secondo Shinoda, sembra ben lontano dall'essere superato sia per questioni emotive che per questioni creative.

Ologrammi orribili

La morte di Chester Bennington nell'estate del 2017 ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti i fan dei Linkin Park e della musica. Tra i cantanti più amati del rock moderno, Bennington ha dato voce ad una generazione e la tragica scomparsa a soli 41 anni ha shockato tutti, a partire dai suoi compagni di band.

A distanza di oltre 4 anni da quel drammatico 20 luglio 2017, Mike Shinoda e tutti i Linkin Park non si sono ancora ripresi dalla perdita. Un lutto non ancora elaborato che, come raccontato dal compagno di Bennington sul fronte del palco, impedisce alla band di tornare insieme.

La considerazione di Shinoda sulla questione è avvenuta durante un'intervista con Ted Stryker per il podcast Tuna With Toast, in cui gli veniva chiesto delle voci sulla possibilità di show dei Linkin Park con l'ologramma di Chester Bennington alla voce.

Quello degli ologrammi dal vivo per portare nuovamente 'in vita' sul palco artisti scomparsi è un mercato che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé senza mai decollare davvero, vuoi per questione etiche, vuoi per questioni meramente tecniche.

Fare i conti con il passato

Di sicuro i Linkin Park non saranno quelli che cercheranno di far resuscitare Chester grazie alla tecnologia, un qualcosa per cui la band non è ancora pronta: "Odio l'idea di usare gli ologrammi per i Linkin Park. E' orribile, sono contro all'un milione per cento", ha detto Shinoda.

Al netto degli ologrammi, però, la band non sembra comunque pronta per dare vita ad un nuovo capitolo nella storia dei Linkin Park:"Per quanto mi riguarda sono ancora fisicamente in grado di fare un tour, ed è una cosa buona. Spero che possa essere così ancora per un po' ma ora non è giunto ancora il momento per un ritorno della band".

Il perché un ritorno dei Linkin Park sembra impossibile è tutto da ricercarsi in una incapacità di gestire emotivamente la situazione che ancora persiste: "Non siamo in grado di focalizzarci su un possibile ritorno, non riusciamo a farci ancora i conti. Non intendo dal punto di vista finanziario ma da un punto di vista creativo ed emotivo".

Linkin Park, Shinoda:"Non siamo ancora pronti a tornare"

Gli standard dei Linkin Park

Se da una parte c'è uno stop emotivo che Shinoda ha cercato di abbattere pubblicando in questi anni con una serie di pubblicazioni - il titolo del primo EP e del primo album solista, "Post Traumatic", è tutto un programma in questo senso - c'è anche un problema strettamente creativo.

Anche se alcuni mesi fa il bassista dei Linkin Park Dave 'Phoenix' Farrell aveva rivelato che la band aveva provato a lavorare nuovamente insieme scrivendo nuova musica via Zoom durante la pandemia, Shinoda spiega che sono ben lontani dal riuscire a realizzare qualcosa di soddisfacente.

I Linkin Park, dice Shinoda, sono abituati a degli standard qualitativi molto alti e non hanno intenzione di abbassarli: "La nostra barriera all'ingresso per ciò che è accettabile è molto alta, è sempre stato così. Per la nostra band, qualsiasi cosa deve essere oltre un certo standard qualitativo. Al momento non abbiamo in mano ancora niente che sia riuscito a superarlo".

Se anche fosse, ovviamente, bisognerebbe capire come cercare di colmare, almeno in parte, un vuoto enorme come quello lasciato da Chester. Nel 2019 Shinoda si era detto aperto alla possibilità di coinvolgere un altro cantante ma solo ad alcune condizioni: "Se trovassimo qualcuno che prima ancora di essere un gran cantante fosse una grande persona, con una bella personalità e che fosse adatto dal punto di vista stilistico, potremmo provare a fare qualcosa con qualcun altro. Ma non voglio mai avere la sensazione di star rimpiazzando Chester".