Lo scazzo tra AC/DC e Beastie Boys

Quando i Bestie Boys hanno detto agli AC/DC che non ne potevano più di chi suona la chitarra

La storia che stiamo per raccontarvi è una sorta di dissing ante litteram. Un confronto scontro che, viste le band interessate AC/DC e Beastie Boys, investe due mondi musicali - apparentemente - lontanissimi: quello del rock e dell’hard rock, di cui gli AC/CD sono tra le più nobili e cristalline incarnazioni; quello del rap dove i Beastie Boys sono stati giganti e pionieri.

Siamo nel 1984 e gli AC/DC hanno smesso, oramai da qualche tempo, di essere comuni mortali: pubblicando tre anni prima BACK IN BLACK (album più venduto della storia, secondo solo a THRILLER di Michael Jackson) sono divinità in terra. Viceversa, i Beastie Boys non sono ancora nulla: tre sconosciuti mocciosi snob di New York, provenienti da facoltose famiglie di origine ebraica che, dopo aver fatto i cazzoni nel punk hardcore, si stanno prendendo benissimo con il rap. Verrebbe da chiedersi come due band del genere possano, solo e semplicemente, entrare in contatto. L’artefice è niente di meno che Rick Rubin. Destinato a diventare uno dei produttori musicali più apprezzati e influenti di tutti i tempi (Slayer, Red Hot Chili Peppers, System Of A Down…) Rick Rubin è ancora agli inizi della sua carriera, intento a combinare qualcosa di stupefacente; ha intuito le potenzialità della musica rap che grazie alla sua illuminata visione  di produzione, passerà da genere di nicchia totalmente relegato a uso e consumo della sola comunità afroamericana, a diventare un' industria discografica a sé stante, fenomeno musicale e di costume tra i più influenti della cultura pop degli ultimi decenni.

Rick Rubin, il rap & l'hard rock

Rick Rubin è molto amico di Ad-Rock dei Beastie Boys. Ad-Rock aiuta Rubin con la sua neonata etichetta discografica Def Jam ed entrambi sono chitarristi con il vizietto del punk . Ma, allo stesso tempo, tutti e due sentono che l’energia e immediatezza di musica ai margini del sistema sono un tratto oramai sbiadito nel punk. Invece, quella vivacità e irruenza sono presenti più che mai nel rap. Presi i Beastie Boys sotto la sua ala, Rubin li sprona a lasciar perdere il punk, a dedicarsi esclusivamente al rap. Nell’incoraggiarli verso tale direzione, Rubin è al contempo convinto che il rock possa rappresentare una sorta di Cavallo di Troia per portare il rap ad un pubblico enorme, rendendolo più musicale e accessibile. E’ lo stesso Rick Rubin a raccontarlo: “La mia visione era mitigare la vena più cattiva e underground del rap con la mia passione - o meglio - il mio orecchio, per le cose più commerciali e mainstream. La fortuna della nostra collaborazione è stata la convergenza tra il loro essere giovani, snob, assetati di sonorità eclettiche ed esclusive con la mia sensibilità più provinciale, come diremmo oggi, nazional popolare. Volevo portare il rock di Led Zeppelin, AC/DC nella loro musica…cose che io amavo e che loro, invece, detestavano”. L’ostilità dei giovani Beastie Boys verso quel tipo di classic rock affondava le radici nell’hardcore, sotto genere del punk che i tre avevano abbracciato e suonato. L’hardcore estremizzava tutto del punk: dalla cattiveria e velocità sonora ed esecutiva sul piano musicale; all’impatto ideologico che si faceva più estremo e rigoroso, con attenzione a tematiche sociali, al pacifismo ma anche ambientalismo e animalismo. A livello stilistico, in particolare, l’hardcore odiava l’approccio tecnico “masturbatorio”  dell’hard rock (definizione di Kurt Cobain) e anche le derive sessiste del suo immaginario

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