22 aprile 2025

Machine Gun Kelly e quella chitarra rosa che racconta il suo punk rock

La chitarra che MGK sfoggia su Tickets To My Downfall si ispira alla Telecaster, icona rock, che diventa il simbolo rosa e irriverente della sua svolta punk

Nel rock, lo strumento che un musicista porta al collo racconta spesso più di mille parole. È un’estensione della sua personalità, un manifesto estetico e sonoro che svela intenzioni, attitudine e identità. Per questo, se vogliamo capire davvero Machine Gun Kelly e celebrare la sua epifania punk rock, il punto di partenza non può che essere quella spettacolare chitarra Telecaster rosa fucsia che sfoggia con orgoglio sulla copertina di TICKETS TO MY DOWNFALL (2020).

Ancora una volta, è la chitarra a dirci tutto: forma essenziale, colore irriverente, un mix perfetto tra tradizione ribelle e provocazione glam. Perché sì, in superficie MGK potrebbe sembrare solo una questione di immagine. Con il suo look da rockstar e una carriera fulminante che l'ha visto passare da rapper a nuovo volto del pop-punk, è fin troppo facile liquidarlo come un prodotto ben confezionato, un personaggio costruito a tavolino.

Machine Gun Kelly e quella chitarra rosa che racconta il suo punk rock

Qualcosa di diverso

Nel rock, cambiare pelle è spesso stata la scintilla che ha acceso le evoluzioni più affascinanti. Dal folk alla musica classica, dal jazz al reggae, le contaminazioni hanno spinto il rock oltre i suoi confini, verso nuovi linguaggi espressivi. Pensiamo ai Green Day, che dal punk degli esordi hanno poi flirtato con pop, folk e persino il rock sinfonico dei classici; ai Police, che mescolandosi con il reggae hanno aperto strade inedite nella new wave; o ai Queen, maestri di un rock progressivo capace di muoversi con disinvoltura dall’opera al funk, passando per l’hard rock. Ma diciamocelo: le scintille più incandescenti sono arrivate quando il rock ha abbracciato la black musicfunk, rap, hip hop. Non serve ricordare che due tra le band più influenti degli ultimi 30 anni, Red Hot Chili Peppers e Rage Against The Machine, sono nate proprio da questo incontro esplosivo tra groove e distorsioni. Eppure, Machine Gun Kelly ha fatto qualcosa di diverso. Non si è semplicemente contaminato con il rock: ci si è buttato dentro a capofitto, trasformandosi. Rapper di successo che, invece di limitarsi a infilare qualche chitarra qua e là – come fecero i Run DMC con gli Aerosmith o i Prodigy con le loro bordate elettroniche – ha scelto di diventare un vero e proprio personaggio punk rock. Forse illuminato dall’aver vestito i panni (e i tatuaggi) di Tommy Lee nel film The Dirt, e sicuramente messo sulla cattiva strada da due discoli come Travis Barker dei Blink-182 e Yungblud, MGK ha abbracciato il punk con un esercizio di stile sorprendente. TICKETS TO MY DOWNFALL resta la prova più brillante di questa metamorfosi sonora. Pubblicato nel 2020 e prodotto proprio da Travis Barker, batterista e istituzione vivente del punk pop, l’album ha sancito il passaggio definitivo di MGK dal rap al punk, con un sound che strizza l’occhio – ovviamente – ai Blink-182 e alla scena emo-punk dei primi anni 2000. Singoli come “Bloody Valentine”, “Concert for Aliens” e “My Ex’s Best Friend” hanno dominato le classifiche, portando l’album in vetta alla Billboard 200 e conquistando il disco di platino. Non era una parentesi nostalgica: produzione, suono e songwriting ravvivavano gli stereotipi del genere con freschezza e potenza attuali, portandolo allo stato dell’arte del suono del rock.

 

Una chitarra rosa

E quale miglior manifesto di questa trasformazione se non una Telecaster, la chitarra più arcigna e spartana del rock diretto e ribelle? Ma tra le mani di MGK quella Telecaster diventa rosa, sfoggiata con strafottenza sulla copertina di TICKETS TO MY DOWNFALL. Un gesto che riporta in scena l’iconografia punk, celebrandola con modernità, suono e brio da rockstar contemporanea, già celebrità del rap. Non solo: la Telecaster, simbolo di essenzialità e attitudine, qui si tinge di rosa irriverente, mandando all’aria i cliché macho del rock e tutta la seriosità blues delle tinte vintage cui ci avevano abituato Keith Richards, Springsteen, Jimmy Page…Così Schecter, noto brand americano che si è costruito una solida reputazione soprattutto in ambito metal e alternative, ha trasformato la chitarra sfoggiata da MGK sulla copertina di TICKETS TO MY DOWNFALL nello strumento signature Machine Gun Kelly PT. Una chitarra che non punta certo sulla versatilità, ma è pensata per chi ha il bernoccolo del rock, del punk e dell’alternative moderno. Non è lo strumento per chi cerca mille sfumature sonore, ma per chi ha bisogno di puliti cristallini per momenti pop modernissimi e raffinati e di distorsioni feroci, pronte a costruire muri di suono a colpi di riff e ritmiche forsennate. Essenziale ma efficace, regge anche qualche impennata solistica: potente, diretta e senza fronzoli, come richiede il genere. Se la chitarra signature di Yungblud – di cui vi abbiamo parlato in un altro articolo – poteva essere la compagna perfetta per un principiante alle prime armi tra sala prove e piccoli live, questa di MGK ha tutte le carte in regola per soddisfare anche le esigenze sonore (e di stile) di chi calca, o sogna di calcare, i palchi del mainstream.