Machine Gun Kelly e Travis Barker rifanno Killing In The Name contro il razzismo

I due musicisti americani hanno pubblicato una versione collaborativa della canzone dei Rage Against The Machine in supporto al movimento #BlackLivesMatter

Le ultime settimane per gli Stati Uniti sono state cariche di tensione. Prima il coronavirus, poi il caso dell'omicidio di George Floyd a Minneapolis e le proteste che hanno portato nelle strade di tutto il mondo persone di ogni genere ed età al grido di #Blacklivesmatter , incluso qualche personaggio famoso.

Sono diversi i musicisti che si sono uniti contro il razzismo nelle strade Los Angeles, tra la gente, esprimendo il proprio dissenso per la situazione sia con l'azione che riportando il tutto in rete attraverso i propri account social. Un chiaro esempio è il gruppetto di amici composto da Yungblud, Halsey, Machine Gun Kelly e Travis Barker dei blink-182 e proprio questi ultimi hanno deciso di unirsi per dare nuova vita a un classico delle canzoni rock di protesta.

And now you do what they told ya...

Machine Gun Kelly e Travis Barker hanno deciso di pubblicare una loro versione di 'Killing In The Name', celebre brano pubblicato dai Rage Against The Machine quasi trent'anni fa. "Hanno scritto questa canzone nel 1992 - ha twittato Machine Gun Kelly a proposito del brano della band di Tom Morello e Zack De La Rocha - sono passati 28 anni da allora e ogni singola parola è ancora valida. Io e Travis Barker abbiamo voluta tirarla fuori per questi tempi".

Nel video, tutto girato in bianco e nero, si alternano le immagini dei due musicisti in studio di registrazione e quelle della gente in strada nelle proteste anti razziali che dalla scorsa settimana stanno popolando le strade delle principali città del mondo. In una scena si vede anche Machine Gun Kelly che tiene in mano un cartello con scritto: "Smettetela di arrestare i manifestanti! Arrestate i poliziotti assassini!".

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