Metal Music Machine: quando Lou Reed ha creato un mostro di chitarre
Nel 1975 Lou Reed incide un disco folle che l'etichetta ritirerà dai negozi dopo solo tre settimane. La storia di un flop che negli anni è diventato un cult.
Nel 1975 Lou Reed incide METAL MUSIC MACHINE, un album di musica estrema, totalmente incentrato sulla chitarra elettrica. Ne esce un lavoro folle, di pura avanguardia strumentale. L’etichetta discografica RCA impazzisce e - dopo solo tre settimane dall’uscita - ritira il disco dai negozi. Nonostante il flop commerciale, negli anni il disco diventa un cult per gli appassionati di musica sperimentale, mentre leggende del rock come Neil Young o Sonic Youth ne parleranno come una fonte di ispirazione.
Rispolveriamo la storia di questo disco matto, stupenda testimonianza del genio musicale e anticonformista di Lou Reed. Un album di cui raccontiamo produzione, retroscena e leggende e che Lou Reed ha sostenuto aver adorato realizzare; impegnandosi ad inseguire la sua idea di “assolo di chitarra definitivo”.
L'assolo di chitarra definitivo
La chitarra elettrica è lo strumento musicale - e assieme il suono -più presente e prominente del rock. Cè una lista sconfinata di grandi dischi rock che sono una celebrazione della chitarra elettrica, che ne esaltano, addirittura esasperano, possibilità e potenzialità. Senza nemmeno scomodare la discografia di Jimi Hendrix (a quasi sessant’anni dalla loro uscita, gli album di Jimi sono ancora un viaggio psichedelico nello spazio a borso di una navicella a forma di Stratocaster) basterebbe pensare a un album come THE COLOUR AND THE SHAPE (1997) dei Foo Fighters. Un album di canzoni rock superlative, totalmente affidate a un sound di chitarre elettriche incredibile: arrangiamenti che erano un architettura del meglio che si fosse mai sentito a livello chitarristico tra punk, grunge, noise, metal, alternative…se poi, sempre stando nel rock ci si spinge verso il metal, si troveranno ancora di più dischi che - senza rinunciare alla missione di scrivere grande musica - hanno cercato di spremere al massimo le potenzialità della chitarra elettrica. PASSION & WARFARE (1990) di Steve Vai, per esempio, è un trip musicale pazzesco: rock strumentale, zeppo di richiami a Frank Zappa, tra progressive e metal dove la chitarra elettrica di Vai si trasforma in un orchestra. La lista potrebbe essere infinita, anche perché in maniere e modalità diverse sono tantissimi i grandi del rock che si sono serviti della chitarra elettrica per esplorare universi sonori, stilistici, espressivi e musicali inediti: da Jonny Greenwood dei Radiohead a Matthew Bellamy dei Muse; da Jeff Beck e Jimmy Page alle cose allucinanti che stanno facendo ora gli Idles. Per questo, con particolare curiosità siamo andati a rispolverare MUSIC METAL MACHINE (1975), lavoro di Lou Reed in cui l’ex cantante dei Velvet Underground aveva deciso di fare e immortale su disco l’assolo di chitarra perfetto. Ovviamente, Lou Reed decide di sviluppare la sua proposta in un ambito che non è certo quello del solismo chitarristico tradizionale: si vi aspettate blues da brividi e acrobazie da virtuoso metal, resterete a bocca asciutta. Lou Reed decide di muoversi nell’ambito a lui più congeniale, quello della sperimentazione, della ricerca sonora, dell’avanguardia pura.
Chitarre, chitarre e ancora chitarre
MUSIC, METAL, MACHINE è il quinto disco da solista da Lou Reed. Come anticipato, l’ispirazione era quella di creare l’album di chitarra totale, l’espressione sonora più estrema di questo strumento. Per farvi capire ciò su cui potreste decidere di andare a mettere le orecchie, vi anticipiamo che è un disco di pura avanguardia che non contiene canzoni o composizioni strutturate. Ci sono solo feedback, noise, manipolazioni sonore ed effetti. Così Lou Reed ha descritto la sua visione iniziale del progetto. “Volevo fare l’assolo di chitarra definitivo. Per questo, non volevo tra i piedi ritmi o groove di batteria, cambi di accordo, tonalità, pattern…tutte cose che mi avrebbero potuto bloccare, limitare. Volevo ci fossero solamente chitarre, chitarre e ancora chitarre!”. Lou Reed produce da solo questo mostro sonoro. Chiama a raccolta tutte le sue chitarre e un esercito di amplificatori, si arma di un paio di microfoni e di un registratore. L’artista ha raccontato che in quel periodo stava nel quartiere della moda di New York; abitava un loft che aveva riempito di strumenti musicali dove viveva circondato dai suoi amplificatori. “Registravo alle 5 del mattino” ha raccontato Lou Reed “quando non c’era nessuno in circolazione. Mettevo gli amplificatori al massimo e lasciavo che le chitarre iniziassero ad andare in feedback, generando i rumori e noise più incredibili. Registravo tutto, sovrapponendo rumori diversi che sommandosi generavano altri feedback, altri effetti, altro rumore…”. Sulle coltri musicali create, Lou Reed ha poi aggiunto altre melodie di chitarre; quindi, ha manipolato le velocità originali, fatto editing, per trasformare in totale libertà creativa quanto inciso. Dirà Lou Reed “Credo che quello che ho fatto in MUSIC METAL MACHINE fosse musica molto energetica, senz’altro una continuazione del mio lavoro con i Velvet Underground”. Lou Reed mixerà tra loro questi folli esperimenti musicali, trasformandoli in quattro tracce musicali da circa 16 minuti l’una.
Cult e ispirazione
MUSIC METAL MACHINE che, ancora oggi, è raccomandato ad ascoltatori rock davvero curiosi, coraggiosi e disinibiti (o ai fan più incondizionati di Lou Reed), calato nel 1975 era sperimentazione folle e quasi disturbate. Tanto che l’etichetta discografica RCA, decide di ritirare dal mercato il disco dopo solo tre settimane dalla pubblicazione. Addirittura, esiste la leggenda secondo la quale Lou Reed abbia registrato di proposito un album inascoltabile che gli fornisse il pretesto per farsi liquidare dalla RCA, etichetta con la quale non voleva più collaborare. A questo proposito, Lou Reed ha dichiarato: “E’ vero che volevo chiudere con la RCA. Ma non avrei mai messo qualcuno nella condizione di spendere dei soldi per comperare un disco che io non avessi fatto con il massimo della passione, amando profondamente quanto suonavo. La verità è che io ho davvero, davvero e davvero adorato fare MUSIC METAL MACHINE." Nonostante la natura controversa del disco e il totale flop discografico, MUSIC METAL MACHINE negli anni viene riconsiderato, diventa un piccolo cult tra gli appassionati di musica sperimentale e verrà menzionato come una fonte di ispirazione da artisti leggendari, giganti come Sonic Youth o Neil Young.