14 febbraio 2023

Metallica,Robert Trujillo e la 'promessa' fatta a Cliff burton

Robert Trujillo ha raccontato della promessa fatta al primo bassista dei Metallica e al legame spirituale instaurata con Cliff Burton

Il bassista dei Metallica Robert Trujillo ha raccontato di un aneddoto che riguarda Cliff Burton, il primo, storico bassista della band scomparso nel 1986.

Per tutti quelli che sono arrivati dopo di lui, Cliff Burton è sempre stato un vero gigante con cui confrontarsi, quello che per molti fan della prima ora viene considerato l'unico grande  bassista dei Metallica e quello che ha registrato i primi, seminali dischi della band.

Trujillo, entrato in formazione nel 2002, ha raccontato di come, in qualche modo, abbia creato una sorta di legame spirituale con il musicista scomparso tragicamente in un incidente avvenuto mentre i Metallica si trovavano in tour in Europa.

Robert Truijillo e il legame spirituale con Cliff Burton

Entrare a far parte in corsa di una band storica non è mai cosa facile, così come difficile è superare la scomparsa tragica di uno dei suoi membri. Le due cose - seppur non nell'immediato - si sono sovrapposte più volte nella storia dei Metallica, prima con Jason Newsted e poi con Robert Trujillo.

Dopo la tragica morte di Cliff Burton nel 1986, quello del bassista dei Metallica è sempre stato un ruolo scomodo che, chi è arrivato dopo, si trovato a dover ricoprire portando un peso sulle spalle, specialmente nei confronti dei fan della prima ora.

In occasione di quello che sarebbe stato il 61esimo compleanno di Burton, l'attuale bassista dei Metallica Robert Trujillo ha voluto ricordare l'ex membro raccontando un aneddoto particolare che delinea tutto il suo rispetto.

Intervistato da Bass Player, Trujillo ha raccontato della promessa fatta a Cliff Burton anni dopo la sua morte e il legame quasi spirituale che ha voluto creare con lo storico bassista dei Metallica.

"Quando feci il provino per entrare nei Metallica nel 2002 suonavo nella band di Ozzy con uno dei migliori amici di Cliff, Mike Bordin dei Faith No More", racconta Trujillo. "Ero a casa di Mike, a San Francisco e nella stanza degli ospiti, dove facevo pratica sui brani dei Metallica, c'era questa foto gigante di Cliff. Ad un certo punto, erano le due del mattino, alzo gli occhi, guardo la foto e comincio a parlarle, letteralmente. Dissi 'Cliff, non ti deluderò, te lo prometto. Darò il massimo'. Quindi, in un modo bizzarro, mi sono sentito connesso a Cliff. E' come se oggi lo conoscessi".



Metallica,Robert Trujillo e la 'promessa' fatta a Cliff burton

L'incidente che costò la vita a Cliff Burton

La notte del 26 settembre 1986, durante uno degli spostamenti tra un concerto e l'altro sul tour bus dei Metallica, il chitarrista Kirk Hammett e Cliff Burton, che con le sue linee di basso era stato un elemento fondamentale sull'ultimo album "Master Of Puppets", si giocarono a sorte il posto in cuccetta dove avrebbero passato la notte.

Le carte diedero per vincitore Burton che si accomodò al posto migliore, lasciando Kirk a cercare di chiudere occhio seduto sul sedile davanti.

Il fato però, si sa, a volte è beffardo e quello che per Burton era nato come un colpo di fortuna finì per essere il più grande dramma possibile.

La sera prima i Metallica avevano suonato alla Solnahallen di Stoccolma e si sarebbero dovuti dirigere a Copenhagen, in Danimarca, per lo show successivo.

Erano circa le 7 del mattino del 27 settembre 1986 quando i Metallica furono svegliati improvvisamente da degli scossoni. Era il bus che stava sbandando pericolosamente in tutte le direzioni dopo che l'autista aveva perso il controllo a causa di una lastra di ghiaccio.

L'autobus uscì fuori strada, si ribaltò sbalzando Cliff Burton da quel posto vinto per caso fuori dal finestrino per poi atterrare proprio sul corpo del bassista 24enne.

Si tentò il tutto per tutto per salvare il bassista dei Metallica, cercando anche di sollevare il tour bus con una gru che scivolò a sua volta finendo per far precipitare il bus una seconda volta su Burton.

L'incidente che causò la morte di Cliff Burton, come spesso accade in questi casi, presenta dei punti nebulosi e gli stessi Metallica si dimostrarono da subito scettici sulla causa dello slittamento. Secondo James Hetfield in giro non c'era nessuna parte della strada ghiacciata e la colpa era forse da attribuirsi direttamente alla poca lucidità dell'autista alla guida che, però, fu dichiarato non colpevole dalle indagini.

Un dramma che, dopo alcuni giorni di pausa, i Metallica si trovarono a superare nell'unico modo possibile: attraverso la musica.