06 ottobre 2021

Mick Jagger risponde a chi critica la scelta di andare in tour dopo la morte di Charlie

Il frontman dei Rolling Stones parla della decisione di andare in tour dopo la scomparsa del batterista

I Rolling Stones sono tornati in tour a un mese dalla morte dello storico batterista Charlie Watts. Con Steve Jordan seduto dietro i tamburi, la storica rock band britannica è partita per le date american del No Filter Tour rispettando l'impegno con i fan ma attirando le critiche di chi avrebbe preferito uno stop dopo la scomparsa di colui che per 60 anni aveva portato il ritmo, il 'cuore pulsante' della band.
Mick Jagger però non ci sta e risponde di essere convinto della scelta di proseguire, tenendo fede alla volontà di Charlie e alla storia degli Stones

La forza degli Stones

Quando si parla di monumenti del rock, i Rolling Stones sono tra le prime band che vengono in mente. Monumentali i loro tour, monumentale la loro voglia di salire su un palco e dare tutto nonostante la non più giovane età. Per qualcuno, però, Stones significa anche 'dinosauri', una qualcosa di gigantesco che, però, appartiene ad un'altra era.

Ecco perché se in passato c'era chi aveva criticato la band guidata dall'accoppiata Jagger - Richards per il suo essere onnipresente sui palchi di tutto il mondo, ora più che mai il discorso è tornato di attualità.

Dopo la morte di Charlie Watts, storico batterista degli Stones scomparso lo scorso agosto ad 80 anni, uno che ha portato il tempo su tutti i brani incisi dalla band e in tutti i live suonati nella loro storia, qualcuno si è chiesto se fosse il caso di andare avanti.

Gli Stones, dal canto loro, hanno deciso di proseguire e nel giro di un mese sono ritornati a suonare dal vivo per le date americane del No Filter Tour.
Una scelta che Mick Jagger ha rivendicato fortemente in una recente intervista con Zane Lowe.

Parlando con il noto conduttore, Jagger ha spiegato che il fatto di aver risposto alla morte di Watts andando in tour fa parte del DNA stesso della band e rispetta anche la volontà dello stesso Charlie:"Qualcuno ci ha detto che dopo la morte di Charlie non saremmo dovuti tornare in tour e fermarci" - ha detto Jagger - "Secondo altri, invece, la cosa che ha caratterizzato i Rolling Stones in tutta la loro carriera è il loro saper essere resilienti e affrontare le avversità. Abbiamo avuti alti e bassi, soprattutto alti, ad essere sinceri, ma abbiamo avuto degli scogli da superare. E questo, probabilmente, è uno dei più difficili".

Mick Jagger risponde a chi critica la scelta di andare in tour dopo la morte di Charlie

Una sensazione catartica

La perdita di Charlie è stata per gli altri membri della band, specialmente per Jagger e Richards che c'erano dal giorno 1, una perdita enorme. Una perdita in termini musicali, in termini di band e in termini personali. Una perdita che, rispettando la volontà del batterista, Jagger ha deciso di affrontare nell'unico modo possibile: salendo sul palco.

Scelta che, dopo i primi live, è sempre più convinto sia stata quella giusta: "Dopo i primi show mi sono sentito davvero bene e sono felice di averli fatti. So che Charlie avrebbe voluto così e penso che anche il pubblico lo volesse. O almeno è ciò che sembra".

Certo, non avere la presenza di Charlie è strano e difficile, in termini stilistici - Steve Jordan che lo sostituisce è un grande batterista ma molto diverso - sia in termini di dinamica, vista l'importante ruolo di 'equalizzatore' che Watts aveva nel bilanciare gli ego spropositati di due come Jagger e Richards:"E' diverso, ovvio che è diverso per noi. Ovvio che è triste essere senza Charlie. Ma andiamo là fuori, spacchiamo e ci sentiamo meglio. Credo sia una cosa buona, una sensazione catartica".

"E' così strano e così triste" - ha concluso Mick - "Lavori con qualcuno per così tanto tempo, lo conosci così bene in tutti i suoi dettagli e nelle sue idiosincrasie, e lui conosce te. Ci sono dei linguaggi tra musicisti che, dopo così tanto tempo, aiutano la comunicazione. Mi manca davvero tanto".