Virtuoso ma anche improvvisatore e rocker verace: celebriamo Mike Portnoy ripercorrendo tre anime del suo stile con una selezione di brani imperdibili.
In occasione della recente intervista realizzata per Radiofreccia, celebriamo Mike Portnoy con una retrospettiva che ne racconta la straordinaria carriera attraverso le sue tre anime musicali: il virtuoso cerebrale dei Dream Theater, il batterista istintivo e votato all’interplay nei Liquid Tension Experiment, e il rocker verace dei Winery Dogs. Tre approcci diversi, ma tutti firmati dallo stesso stile inconfondibile. Una guida ideale per (ri)scoprire la forza espressiva di uno dei batteristi più influenti degli ultimi decenni, accompagnata da una piccola selezione di brani emblematici.
Quando si parla di batteristi che hanno contribuito a far evolvere suono e linguaggio del progressive metal, citare Mike Portnoy è d’obbligo. La sua avventura con i Dream Theater nasce alla fine degli anni ’80, quando insieme ad alcuni compagni del Berklee College of Music decide di inseguire la passione per la musica senza pensare a contratti, classifiche o successo. «Quando ci siamo ritrovati al Berklee, volevamo solo fare musica per divertirci», ha raccontato in varie interviste. «Eravamo semplicemente ragazzi appassionati di Iron Maiden e Rush, con il sogno di creare musica heavy e progressiva. Ci siamo talmente immersi in quella musica che è diventata il nostro motivo di vita.»
La rivoluzione prog dei Dream Theater
Con l’arrivo dei Dream Theater sulla scena, il panorama rock venne travolto da un'ondata di virtuosismo e creatività, supportati da una eccezionale potenza e modernità di suono: brani monumentali, tempi dispari, arrangiamenti complessi e assolo infiniti. In questo contesto, Portnoy era l’alter ego del leader e chitarrista John Petrucci: trainava la band attraverso gincane musicali progressive, seduto dietro il suo mastodontico set a doppia cassa, perfettamente a suo agio nel domare strutture metriche e sonore impossibili. Ma non era solo questione di tecnica. Portnoy ha sempre sottolineato come il suo obiettivo non fosse la mera dimostrazione di abilità, bensì la volontà di servire la musica: energia, dinamica e personalità erano al centro del suo approccio. «Da allora a oggi, è stato un sogno che si è realizzato. Siamo molto orgogliosi di ciò che abbiamo raggiunto», ha dichiarato, ripensando al percorso fatto con i Dream Theater. Il suo contributo ha riconfermato la vocazione della batteria come uno strumento protagonista nel rock, soprattutto in quello più duro e tecnico. Uno strumento capace – tanto quanto quelli melodici e armonici – di raccontare storie anche solo attraverso ritmo, dinamiche e arrangiamenti nelle complesse architetture del prog-metal. Con i Dream Theater, Mike Portnoy non ha solo suonato la batteria: ha aperto nuove strade di suono, stile e carattere per tutto il mondo del rock progressivo.

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