23 dicembre 2021

Mötley Crüe, quando Nikki Sixx morì per due minuti

Nel dicembre 1987 il bassista dei Mötley Crüe morì in seguito ad un'overdose di eroina e resuscitò dopo due minuti

Tra la notte del 22 e del 23 dicembre 1987, il bassista dei Mötley Crüe morì letteralmente per resuscitare dopo pochi minuti.

Una band senza freni

Negli anni '80 i Mötley Crüe erano tra le band più pericolose in circolazione. Erano anni in cui le band cotonate che camminavano per le strade di Hollywood venivano considerate dai puristi troppo commerciali, troppo glamour e plasticose. La realtà dei fatti è che i membri di band come Crue e Guns'N Roses erano delle vere rockstar, degli animali selvaggi armati di chitarra, pericolosi ed estremi.

I Mötley Crüe riuscirono a condensare in pochi anni una quantità enorme di successi, eccessi e danni come pochi in giro. Merito delle personalità che facevano parte della band, tutte diverse ma tutte, a proprio modo, da allarme sempre acceso.

Una vita senza freni quello del quartetto californiano che si scontrò a più riprese con momenti che avrebbero fermato i più, come l'incidente automobilistico di Vince Neil che uccise uno degli Hanoi Rocks o quella volta in cui Nikki Sixx morì per 2, lunghi minuti.

Del resto i Mötley Crüe non erano proprio inclini ad imparare dai propri errori, trasportati in un mare di incoscienza senza fine da uno stile di vita senza freni.


Mötley Crüe, quando Nikki Sixx morì per due minuti

Kickstart My Heart

Più la band aveva successo e più Sixx aveva problemi con le droghe, sempre peggiori, sempre più pesanti. Al top della fama il bassista della band ormai era dentro completamente al vortice dell'eroina. Una dipendenza che lo stava consumando, isolando e che si stava prendendo completamente la sua vita.

Un rapporto pericoloso che nel dicembre del 1987 stava quasi arrivando all'epilogo più triste. Era la notte tra il 22 e il 23 dicembre quando il bassista dei Mötley Crüe si stava preparando alla vigilia di Natale in compagnia di altri due pesi massimi dell'eccesso: Slash e Steven Adler dei Guns N'Roses.

Una serata che si trasformò ben presto in un'esperienza per morte quando una dose eccessiva fece letteralmente morire Sixx per alcuni minuti:"Ho provato ad alzarmi per capire che stava succedendo e, con grande sorpresa, mi alzai di colpo come se fossi senza peso" - ha scritto nella biografia della band Sixx - "Poi ho sentito come se qualcosa di delicato mi stesse prendendo dalla testa e portando verso l'alto dove era tutto illuminato di bianco".

I medici erano all'opera quando Sixx, racconta, riuscì a realizzare cosa stava accadendo mentre lo spirito lasciava il corpo:"Guardai giù e capii di aver abbandonato il mio corpo. Nikki Sixx, quel maledetto contenitore tatuato era steso per terra coperto dalla testa ai piedi  con un lenzuolo su una barella mentre i medici lo spingevano in ambulanza".

Proprio i medici salvarono Sixx che morì per due lunghissimi minuti prima di essere resuscitato grazie ad una siringa di adrenalina.

Un'esperienza che non insegnò niente al bassista dei Mötley Crüe, ancora una volta. Sixx, infatti, subito dopo essere entrato in ospedale si fece dimettere al più presto per andare a farsi un'altra dose.

"Stavo vivendo il sogno, o almeno così pensavano tutti. In realtà ero completamente in balia di qualcosa che non riuscivo a controllare. Non ricordo molto di quella notte ma so solo che qualcuno chiamò un'ambulanza che mi salvò la vita".

Oggi per fortuna Sixx è ancora qui per raccontarlo e ha descritto in più libri la sua vita fatta di dipendenze, che ora ha sconfitto.

La vicenda ispirò uno dei brani più famosi dei Motley Crue: Kickstart My Heart.