24 marzo 2023

Motörhead, il successo trovato con "Overkill"

Il 24 marzo 1979 i Motörhead pubblicavano "Overkill", il classico che aprì alla band di Lemmy le porte della storia del rock

Il 24 marzo del 1979 i Motörhead pubblicavano "Overkill", secondo album che uscì a distanza di due anni dal debutto omonimo.

Il 1979 fu un anno speciale per la band guidata da Lemmy Kilmister che, nel giro di circa sei mesi, si attestò come una della band rock più interessanti in circolazione con non uno ma ben due album. Il secondo, "Bomber", vide la luce infatti nell'ottobre dello stesso anno, scolpendo ulteriormente nella pietra l'aggressivo e riconoscibile mix di rock'n'roll, punk, blues e metal che diventò il marchio di fabbrica dei Motörhead.

Dopo essere stato buttato fuori dagli Hawkind, Lemmy si mise in testa di portare avanti la sua visione di rock senza fronzoli né compromessi, non senza qualche difficoltà. I primi tentativi della band nella sua formazione originaria furono dei giri a vuoto, considerati insufficienti da diverse etichette discografiche. Basti pensare che nel 1976 - con Lucas Fox alla batteria e Larry Wallis alle chitarre - un primo album fu abbandonato nei magazzini della United Artists, salvo venire poi pubblicato proprio nel 1979 come "On Parole".

"Overkill", un disco pubblicato a fatica

Anche con il primo, omonimo album di debutto del 1977 le cose non sembravano prendere la giusta piega. Nonostante l'ingresso di quelli che sarebbero diventati due membri storici della band, 'Fast' Eddie Clarke e  Phil 'Philthy Animal' Taylor, la carriera dei Motörhead non voleva saperne di decollare, gettando un grande punto interrogativo di ciò che sarebbe stato il futuro.

Scaricati dalla Chiswick Records, i Motörhead pensarono di mollare tutto e sciogliere la band quando furono messi sotto contratto dalla Bronze Records per registrare un solo singolo: una cover di 'Louie Louie' dei Kingsmen con un inedito, 'Tear Ya Down', come lato B.

Anche in questo il risultato fu tutto fuorché entusiasmante ma la Bronze Records fece comunque alla band il favore di pubblicarlo, riuscendo ad arrivare intorno alla posizione 70 nella classifica dei singoli. Un successo decisamente modesto ma sufficiente per far apparire la band per la prima volta nel programma TV di culto della BBC Top Of The Pops e per spingere la Bronze ad impegnarsi nella registrazioni di un album intero.




Motörhead, il successo trovato con "Overkill"

Le registrazioni di Overkill

Sul finire del 1978, i Motörhead entrarono ai Roundhouse Studios di Londra con il produttore Jimmy Miller, per registrare quello che sarebbe diventato "Overkill".

Già all'opera con artisti come Traffic e, soprattutto, Rolling Stones con cui collaborò per album storici come "Let It Bleed", "Sticky Fingers" ed "Exile On Main St.", Miller permise alla band di lavorare davvero ad un album per la prima volta. L'esordio, del resto, era stato solo un tentativo di intrappolare su nastro la loro potenza live.

"Jimmy sapeva come muoversi in uno studio, a differenza nostra che non avevamo minimamente idea. Nel periodo in cui abbiamo lavorato al disco diventò un quarto membro della band. Per ottenere quello che volevamo bisognava remare tutti nella stessa direzione, e Jimmy fece la sua parte al meglio", dirà Lemmy.

Per sei settimane i Motörhead si divisero tra i Roundhouse e i Sound Development studios nel tentativo di realizzare l'album nel minor tempo possibile, nonostante di mezzo ci fossero impegni live da rispettare.

Ma del resto, proprio l'esperienza dal vivo della band giocò un ruolo essenziale nella stesura del disco che partiva con un bagaglio di canzoni già rodate ampiamente sui palchi di tutto il Regno unito.



Due canzoni nate all'impronta

La velocità dei brani si manifestò non solo nel risultato finale ma, in alcuni casi, anche nella scrittura come per Metropolis che fu realizzata da Lemmy in soli cinque minuti.

"Ci serviva una canzone per chiudere il disco, quindi dovetti inventarmi qualcosa di punto in bianco. Ricordo di essere andato in un cinema di Portobello Road per una proiezione di 'Metropolis'. Il film mi diede la spinta creativa di cui avevo bisogno quindi andai a casa, la scrissi velocemente, la portai in studio e la registrammo all'impronta", dirà il frontman. "L'assolo di chitarra che si sente sul disco fu registrato da Eddie buona la prima, e nemmeno sapeva di essere registrato, si stava solo esercitando. Quando ci disse che era pronto per fare l'assolo gli risposi che era troppo tardi, avevamo già tutto quello che serviva.".

Il disco comincia con la caratteristica intro suonata su doppia grancassa da Philthy Animal  che apre la titletrack per puro caso, rendendo anche in questo caso della spontaneità un elemento fondamentale dell'album.

Come dichiarato in futuro dal batterista, la sua intenzione era sì di salire sul palco con una doppia grancassa ma di farlo solo dopo aver capito come usarla e non, come si vedeva spesso, solo per far scena.

Mentre si esercitava in sala prove per migliorare la coordinazione delle due grancasse, cosa che faceva arrivando prima degli altri, Lemmy ed Eddie entrarono e presero gli strumenti. "Stavo per fermarmi ma mi dissero di andare avanti, ed è così che Overkill è stata scritta", dirà.





Il successo di Overkill

Con grande sorpresa di tutti, il pugno in faccia dei Motörhead centrò in pieno tutto il popolo britannico ed "Overkill" raggiunse la posizione 24 nella classifica degli album più venduti.

Il disco mostrò tutto il potenziale di una band sincera, pure troppo, ma che in questo lavoro era riuscita a diventare credibile, a crescere in modo da tenere a bada tutta quella potenza sonora, dando il via ad una nuova era per i Motörhead, sempre ad altissimo volume.

Nel giro di pochi mesi la band di Lemmy passò dall'essere uno schifo rifiutato da chiunque ad entrare nella Top 30, con annessi inviti in TV, recensioni positive, concerti, fan sempre più numerosi, ed "Overkill" diventò un classico che cambiò per sempre le sorti dell'hard rock.