Motörhead, il successo trovato con "Overkill"

Il 24 marzo 1979 i Motörhead pubblicavano "Overkill", il classico che aprì alla band di Lemmy le porte della storia del rock

Il 24 marzo del 1979 i Motörhead pubblicavano "Overkill", secondo album che uscì a distanza di due anni dal debutto omonimo.

Il 1979 fu un anno speciale per la band guidata da Lemmy Kilmister che, nel giro di circa sei mesi, si attestò come una della band rock più interessanti in circolazione con non uno ma ben due album. Il secondo, "Bomber", vide la luce infatti nell'ottobre dello stesso anno, scolpendo ulteriormente nella pietra l'aggressivo e riconoscibile mix di rock'n'roll, punk, blues e metal che diventò il marchio di fabbrica dei Motörhead.

Dopo essere stato buttato fuori dagli Hawkind, Lemmy si mise in testa di portare avanti la sua visione di rock senza fronzoli né compromessi, non senza qualche difficoltà. I primi tentativi della band nella sua formazione originaria furono dei giri a vuoto, considerati insufficienti da diverse etichette discografiche. Basti pensare che nel 1976 - con Lucas Fox alla batteria e Larry Wallis alle chitarre - un primo album fu abbandonato nei magazzini della United Artists, salvo venire poi pubblicato proprio nel 1979 come "On Parole".

"Overkill", un disco pubblicato a fatica

Anche con il primo, omonimo album di debutto del 1977 le cose non sembravano prendere la giusta piega. Nonostante l'ingresso di quelli che sarebbero diventati due membri storici della band, 'Fast' Eddie Clarke e  Phil 'Philthy Animal' Taylor, la carriera dei Motörhead non voleva saperne di decollare, gettando un grande punto interrogativo di ciò che sarebbe stato il futuro.

Scaricati dalla Chiswick Records, i Motörhead pensarono di mollare tutto e sciogliere la band quando furono messi sotto contratto dalla Bronze Records per registrare un solo singolo: una cover di 'Louie Louie' dei Kingsmen con un inedito, 'Tear Ya Down', come lato B.

Anche in questo il risultato fu tutto fuorché entusiasmante ma la Bronze Records fece comunque alla band il favore di pubblicarlo, riuscendo ad arrivare intorno alla posizione 70 nella classifica dei singoli. Un successo decisamente modesto ma sufficiente per far apparire la band per la prima volta nel programma TV di culto della BBC Top Of The Pops e per spingere la Bronze ad impegnarsi nella registrazioni di un album intero.


Le registrazioni di Overkill

Sul finire del 1978, i Motörhead entrarono ai Roundhouse Studios di Londra con il produttore Jimmy Miller, per registrare quello che sarebbe diventato "Overkill".

Già all'opera con artisti come Traffic e, soprattutto, Rolling Stones con cui collaborò per album storici come "Let It Bleed", "Sticky Fingers" ed "Exile On Main St.", Miller permise alla band di lavorare davvero ad un album per la prima volta. L'esordio, del resto, era stato solo un tentativo di intrappolare su nastro la loro potenza live.

"Jimmy sapeva come muoversi in uno studio, a differenza nostra che non avevamo minimamente idea. Nel periodo in cui abbiamo lavorato al disco diventò un quarto membro della band. Per ottenere quello che volevamo bisognava remare tutti nella stessa direzione, e Jimmy fece la sua parte al meglio", dirà Lemmy.

Per sei settimane i Motörhead si divisero tra i Roundhouse e i Sound Development studios nel tentativo di realizzare l'album nel minor tempo possibile, nonostante di mezzo ci fossero impegni live da rispettare.

Ma del resto, proprio l'esperienza dal vivo della band giocò un ruolo essenziale nella stesura del disco che partiva con un bagaglio di canzoni già rodate ampiamente sui palchi di tutto il Regno unito.

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