Matt Bellamy dei Muse è stato intervistato dal NME per parlare di “Will Of The People”, il nuovo album della band in uscita ad agosto.
Il frontman del trio inglese ha parlato di come il disco sia stato influenzato fortemente dalle questioni sociopolitiche degli ultimi anni.
Analizzando i versi della titletrack, Bellamy ha spiegato la sua visione del mondo, raccontando come, secondo lui, lo stato attuale delle cose con l’attacco russo in Ucraina sia solo il frutto del lavoro di divisione effettuato precedentemente da Trump.
La visione socio politica di Will Of The People
Uscirà ad agosto Will Of The People, il nuovo album dei Muse che pochi giorni fa hanno pubblicato il video della titletrack, attualmente nella Top 20 di Radiofreccia.
Un album, il prossimo dei Muse, che ha visto nel tumulto sociale e politico degli ultimi anni, uno dei motori principali. Dal movimento Black Lives Matter alle proteste di Capitol Hill, le tensioni sociali e politiche degli che hanno recentemente colpito diverse parti del mondo, sono state il terreno su cui è nato “Will Of The People”.
Bellamy ha parlato del disco in una recente intervista con il NME in cui l’artista ha spiegato la sua posizione sul tema, analizzando i versi “We need a revolution so long as we stay free” da Will Of The People.
"Tutti vogliono una rivoluzione, di sicuro non vogliamo un mucchio di folli dittatori di destra e non vogliamo nemmeno una situazione totalitarista e comunista di estrema sinistra", ha detto Matt Bellamy a proposito della politica mondiale.
Il leader dei Muse è andato avanti proponendo un nuovo modello completamente diverso rispetto a ciò che c'è oggi nella società: "Penso che ciò che vogliamo sia qualcosa di completamente nuovo. Non penso che esista al momento, ma penso che ci siano nuovi tipi di politica in grado di emergere. Lo chiamerei Meta-centrismo:un'oscillazione tra valori liberali e libertari per gli individui - la tua vita sociale, la libertà di essere di qualsiasi genere e cose di questo tipo - ma anche di tendenze più socialiste come la proprietà privata, la natura e la distribuzione energica. Un'oscillazione tra i due poli".
“E’ un momento che desta preoccupazione perché abbiamo una possibilità. C’è lo spazio per una bel nuovo modello politico o di una struttura socio-economica che potrebbe essere davvero buona. Un cambiamento in positivo è possibile ma il problema sono questi dittatori che stanno realizzando di poter capitalizzare la distruzione”, ha aggiunto.
Il riferimento fatto da Matt Bellamy è a Trump che definisce come ‘il peggio del peggio’: ”Ciò che ha fatto è stato distruggere la nazione creando una grossa frattura. Indipendentemente da tutto, un grande leader è quello che riesce ad unire la sua gente contro le minacce esterne e lui ha fatto esattamente l’opposto. Ha messo tutti contro tutti ed è proprio questo che ha reso vulnerabile l’Occidente al punto in cui Putin può fare quello che sta facendo.