01 settembre 2020

Netflix sta producendo un documentario su Woodstock'99

Il disastroso festival per celebrare i 30 anni di Woodstock raccontato in un documentario prodotto da Netflix

Quando si dice Woodstock si pensa automaticamente - e giustamente - alla prima, originale, unica e irripetibile edizione che nell'agosto 1969 radunò nei prati di Bethel una folla oceanica per la storica tre giorni di pace, amore e musica. Come succede spesso in questi casi, però, un sequel è sempre una cosa delicata e rischiosa; accade con i dischi, succede con i film che probabilmente avranno come sottotitolo 'il ritorno', non sono da meno gli eventi celebrativi. 

Nel 1999 gli organizzatori di Woodstock cercarono di evocare lo spirito del festival a distanza di 30 anni, impresa ardua, impossibile che, infatti, non riuscì. Il risultato fu una quattro giorni ben diversa da quella che si tentò di invocare e caratterizzata da incendi, crimini e atti vandalici vari e diffusi. Ora, pare, che quel tremendo tentativo di omaggio sarà raccontato da Netflix con una produzione originale che cercherà di entrare nel dettaglio e capire cosa accadde a Woodstock '99.

Il documentario su Woodstock '99

A dare la notizia è Deadline che parla di un progetto originale in fase di lavorazione che vede Netflix fare squadra con Raw, casa di produzione dietro i documentari Don’t F**k with Cats e Fear City: New York vs. The Mafia, e BBH Entertainment, agenzia che si è occupata della produzione del film concerto dei Depeche Mode "Spirits In The Forest".

Stando a quanto riportato da Deadline la serie si addentrerà nella cultura che creò Woodstock'99 e racconterà la storia di come si è passati da tre giorni di pace, amore e musica e tre giorni di fiamme e incendi grazie a materiale video mai visto prima e interviste sia con gli addetti ai lavori che con gli artisti e con alcune persone presenti tra il pubblico.

Il festival fu un vero disastro pieno di devastazione, atti vandalici, stand distrutti, incendi e altri crimini che portarono a dozzine di arresti e migliaia di feriti.


Woodstock'99

Per quattro giorni nel luglio del 1999 più di 400.000 persone si recarono all'ex base aerea Griffis a Rome, nello stato di New York, per vedere alcuni dei principali artisti della scena alternative americana dell'epoca. Sul palco, tra gli altri, salirono Rage Against The Machine, Korn, Creed, Red Hot Chili Peppers, Limp Bizkit, Metallica, Offspring, Alanis Morissette e Bush che si esibirono sotto il caldo rovente che funestò il festival sin dall'inizio.

Il disagio arrivò da molte parti, oltre alle temperature, i problemi organizzativi si manifestarono con il poco spazio utile per il campeggio, prezzi altissimi per cibo e bevande, numero insufficiente di toilette e docce che furono rese presto impraticabili. Tutti elementi che fecero scaldare ancora di più il pubblico che nel corso di tutto il festival diede il peggio di sé. Dalle staccionate divelte a quelle incendiate con le candele distribuite da un gruppo di pacifisti, i bancomat saccheggiati, gli stand dei venditori devastati. L'idea iniziale era di accendere le candele per accompagnare 'Under The Bridge' ma durante lo show dei Red Hot Chili Peppers in molti pensarono di adoperarle come falò servendosi anche delle tante bottiglie di plastica sparse su tutta l'area e di alcuni pannelli di legno utilizzati come barriere perimetrali finendo per dare fuoco anche a parte del palco.

Come se non bastasse furono riportati anche numerosi crimini, dai banchi del merchandising derubati e vandalizzati alle violenze sessuali, un totale disastro per un evento che avrebbe dovuto celebrare la fratellanza e la musica e finì per rimanere nella storia per ben altri motivi.




Netflix sta producendo un documentario su Woodstock'99