25 agosto 2021

Nirvana, il bambino sulla copertina di Nevermind fa causa alla band

Ad un mese dall'anniversario per i 30 anni di Nevermind Spencer Elden, il bambino sulla copertina dell'album capolavoro dei Nirvana, fa causa alla band

Normalmente in occasione di un compleanno si fanno gli auguri o i regali ma Spencer Elden, il bambino sulla copertina di Nevermind, ha deciso di rovinare la festa ai Nirvana denunciando la band esattamente un mese prima l'anniversario per i 30 anni dell'album capolavoro.

Il bambino di Nevermind fa causa ai Nirvana

Il 24 settembre 1991 i Nirvana pubblicavano "Nevermind", un disco iconico, leggendario, il loro album di maggior successo e uno degli album rock più grandi della storia, il simbolo di una generazione che passava non solo attraverso la musica del trio di Seattle ma anche dalla copertina.

Uno scatto tra i più riconoscibili nella storia del rock che rappresenta un bambino nudo che cerca di raggiungere un dollaro in una piscina.

Il bambino in questione si chiama Spencer Elden, oggi ha 30 anni, e tutta l'intenzione di sfruttare la situazione accusando i membri superstiti dei Nirvana, gli eredi di Kurt Cobain, l'etichetta discografica e il fotografo Kirk Weddle di pedofilia.

Stando a quanto riportato da TMZ, infatti, Elden avrebbe denunciato tutte le parti sostenendo che né i suoi genitori né, ovviamente visto che aveva quattro mesi, lui avrebbero mai dato il permesso di mostrare i suoi genitali in copertina. La versione di Elden è che la band avrebbe promesso di applicare uno sticker sulla zona interessata, cosa mai avvenuta, impedendo che la sua foto completamente nuda arrivasse nelle case di decine di milioni di fan in tutto il mondo.

A questo si aggiunge una particolare interpretazione del dollaro inserito nello scatto data dall'avvocato di Elden, Robert Y.Lewis secondo cui l'accostamento tra il bambino e la banconota faccia apparire il piccolo Spencer come un sex worker, sfociando nella pedofilia.

La speranza di Elden è di riuscire ad ottenere 150.000 dollari di risarcimento da ciascuna delle parti coinvolte che includono anche il primo batterista Chad Channing, pure se lo stesso era stato sostituito da Dave Grohl nel 1990, prima che il disco fosse registrato.

Nel corso degli anni  Elden non è mai sembrato particolarmente dispiaciuto di essere diventato a modo suo un'icona, magari a volte si è detto perplesso, con il senno di poi, di essere stato coinvolto nello scatto ma non ha mai fatto niente per prendere le distanze dal suo essere protagonista, suo malgrado, della storia del rock. 

Anzi,  più di una volta il ragazzo ha replicato la copertina, si è fatto fotografare con il del disco, ha 'goduto' della notorietà raggiunta , si è addirittura tatuato la scritta Nevermind sul petto e ha anche detto al NY Times di voler rifare, prima o poi, lo scatto completamente nudo come nella versione originale.

Fatto sta che nella causa presentata in tribunale ieri, i legali di Elden reclamano danni permanenti per il ragazzo che  ha dovuto subire stress emotivo e danni psicologici che ha dovuto affrontare facendo fronte ad ingenti spese mediche.


Uno scatto iconico

Se negli anni passati Spencer ha deciso di reinterpretare la copertina in occasione degli anniversari per i 10 anni, i 20 e i 25 anni dalla pubblicazione del disco, per i 30 anni di Nevermind ha pensato di fare qualcosa di più e tentare il jackpot.

In vecchie interviste Elden si è sostanzialmente detto contrariato dal fatto che un album storico come Nevermind abbia portato agli autori una quantità enorme di soldi mentre i suoi genitori, che non hanno nemmeno firmato ufficialmente un contratto per lo scatto, si sono messi in tasca solo la paga standard di 250 dollari

A tanto ammonta, infatti, il compenso dato dalla band a Rick Elden, padre di Spencer e amico del fotografo Kirk Waddle, che avrebbe acconsentito a far apparire il figlio di solo quattro mesi nella copertina del disco dopo una festa in piscina in pur non firmando formalmente alcun permesso per l'utilizzo dell'immagine.

Va benissimo la fama e l'aver ricevuto la cornice con il triplo disco di platino di "Nevermind", insomma, meno il fatto che non abbia fruttato molto al giovane in termini di soldi.

L'idea dello scatto venne a Cobain sicuramente per creare qualcosa di controverso ma anche per immortalare in qualche modo qualcosa che ricordasse idealmente un feto, elemento che lo affascinava come già dimostrato nell'album "In Utero". Stando a quanto dichiarato dall'art director della Geffen Robert Fisher, Cobain era rimasto colpito da un documentario sui parti in acqua e questo lo aveva ispirato a replicare lo stesso processo.

Proprio per questo fu scelto per lo scatto Waddle, fotografo specializzato in immagini subacquee.

Dopo aver provato alcuni bambini, la foto destinata a rimanere nella storia fu quella con protagonista Spencer e al quinto scatto il servizio fu dichiarato chiuso.

Per completare definitivamente la copertina, Cobain pensò di aggiungere un amo per rendere il tutto più minaccioso ma la decisione di usare un dollaro come esca arrivò solo dopo un pomeriggio di brainstorming. Tra le tante, spesso, ridicole cose da agganciare all'amo proposte nel corso della giornata c'erano anche un pezzo di carne, un burrito, un cane e un CD, fino a quando qualcuno mise tutti d'accordo proponendo il dollaro.


Nirvana, il bambino sulla copertina di Nevermind fa causa alla band

La causa per l'inferno di Dante

Questi ultimi mesi sono decisamente faticosi per i legali dei Nirvana e, dopo la lunga causa con lo stilista Marc Jacobs, a maggio la band si è vista costretta ad affrontare una nuova disputa legale relativa ad una delle loro prime immagini promozionali: un'illustrazione dell'inferno di Dante.

L'immagine, utilizzata sin dal 1989 dai Nirvana per magliette e oggetti promozionali, è sempre stata attribuita a Kurt Cobain ma per rivendicarla si sono fatti avanti gli eredi dell'artista britannico C.W.Scott-Giles.

Stando a quanto dichiarato dagli eredi dell'artista, infatti, Scott-Giles realizzò l'illustrazione dell'Inferno di Dante per una versione della Divina Commedia pubblicata nel 1949 e solo successivamente Cobain l'avrebbe utilizzata, a fine anni '80, per il merchandising promozionale del primo album dei Nirvana, "Bleach".