Non solo chitarra: Jimmy Page e il genio produttivo dietro i Led Zeppelin

Jimmy Page, una leggenda del rock. Celebriamo non solo la sua straordinaria chitarra, ma anche il ruolo di produttore che ha plasmato il suono dei Led Zeppelin

Jimmy Page merita come pochi il titolo di leggenda del rock: è un chitarrista che ha ridefinito il ruolo e il suono dello strumento e un produttore visionario che ha costruito l’identità sonora dei Led Zeppelin. Per questo, il suo talento va ben oltre l’immagine dell’eroe della chitarra. Page è stato un innovatore capace di trasformare il riff in un pilastro dell’estetica rock, ma anche un architetto del suono, grazie alle competenze maturate lavorando come session man negli anni ’60.

Vogliamo celebrare Jimmy Page non solo come icona della chitarra con riff memorabili e assoli audaci, ma concentrandoci sulla sua figura di produttore geniale, capace di bilanciare orchestrazioni complesse e di catturare l’energia dei suoi compagni di band in studio. Dai riff incendiari di “Whole Lotta Love” alla magia produttiva di album come LED ZEPPELIN IV (1971) e PHYSICAL GRAFFITI (1975), Page ha scritto un capito decisivo nella storia del rock.

Non solo chitarra: Jimmy Page e il genio produttivo dietro i Led Zeppelin
PHOTO CREDIT: wikimedia commons

Nell’Olimpo degli eroi della chitarra

Jimmy Page è il perfetto archetipo dell’eroe della chitarra al servizio di una rock band. Non un solista scatenato e solitario come Jimi Hendrix, ma l’artista armato di chitarra che – pur stando alla destra del frontman – riesce a ritagliarsi un ruolo da protagonista. Page incanta con la sua abilità chitarristica, scrive musica, architetta il suono della band e strega il pubblico con carisma e presenza. Come chitarrista, Jimmy Page merita un posto nell’Olimpo del rock, tra i più grandi. Tuttavia, la sua eredità più importante come chitarrista non risiede soltanto negli assoli tecnici o nei momenti di improvvisazione pura, ma nella capacità di elevare il riff a componente assoluta e centrale dell’estetica rock. Dai Led Zeppelin in poi, i riff di chitarra – intensi e memorabili, come quelli di "Whole Lotta Love", "Black Dog" e "Kashmir" – hanno aperto la strada all’evoluzione del rock più duro e potente (dall’hard rock al metal, passando per il grunge) che avrebbe dominato i decenni successivi. Ma anche a livello solistico, Page è stato un terremoto. Senza ricorrere al virtuosismo "classicheggiante" del suo contemporaneo Ritchie Blackmore dei Deep Purple, Page ha spinto il fraseggio blues nell’hard rock con fantasia, tracotanza e sfrontatezza. Basti pensare a quello che fa in "Heartbreaker": ferma la band, lascia sola la sua chitarra e si scatena in un assolo prodigioso, selvaggio, quasi anarchico. In una licenza audace, si potrebbe dire che l’assolo si fa “porno”: una scena di sesso che si regge da sola, senza bisogno di un appiglio narrativo nel contesto della canzone!

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