19 marzo 2020

#ontheroad MANO NELLA MANO

Giovani e meno giovani, con o senza figli in casa, in terra o lassù: auguri a tutti i papà.

Almeno oggi non volevo che fosse come gli altri giorni che, da troppo tempo, si ripetono più o meno allo stesso modo. La pigrizia e la noia avrebbero lasciato spazio per un giorno alla cura e alla riscoperta di sé, come nelle festività più importanti.Oggi volevo che assomigliasse a quelle domeniche di tanti anni fa in cui in casa, oltre a svagarsi, si poteva anche imparare qualcosa che a scuola non si insegna. Per farlo bastava aprire la porta del bagno dove da dietro potevo sentire, appena sveglio, la musica a basso volume della radio posta sulla mensola.

Una volta dentro, venivo investito dai profumi che si mischiavano al caldo umido, e dalla luce delle lampadine sulla specchiera, che mi facevano scorgere a fatica la figura di spalle a torso nudo. L’atmosfera irreale e fuori dal tempo la rendeva gigantesca ai miei occhi. Dovevo solo prendere gli asciugamani e correre per andare a prepararmi nell’altro bagno, ma la curiosità di bambino mi spingeva a guardargli velocemente le mani. Rimanevo affascinato dai movimenti che faceva mentre si radeva: per me ancora così lontani, eppure così suggestivi. Osservando da solo le mie di mani, immaginavo a come sarebbero diventate una volta adulto.

Oggi, davanti al mio specchio, sono persino più alto di lui e di certo non ho una corporatura da gigante. Dopo tutti questi anni, i movimenti, delle mani in sincrono con quelli del viso, credo proprio di averli imparati. Ma oggi, mentre insapono il viso sempre con la radio accesa, mi osservo le mani. Le avrò fissate innumerevoli volte: mentre lavoro, mentre guido o mentre scrivo al pc (proprio come sto facendo adesso), ma senza mai guardarle davvero. I peli sempre più diffusi sul dorso insieme alle vene sporgenti le rendono più simili alle sue. Me le ricordo alla guida che lasciavano il loro profumo sulla pelle del volante e del cambio, o mentre impugnavano, durante i pomeriggi, una penna che correggeva gli errori del compito. Oppure quando afferravano il mio viso per tenermi fissa la testa e pettinarmi i capelli. Sempre davanti allo specchio dove mi trovo oggi, sempre per pettinarmi, come voglio fare stamane. Stavolta solo, ma con la stessa cura che ci metteva lui. Non ce n’è alcun bisogno: nessuno ha fatto caso al mio aspetto tra quei pochissimi che ho incrociato quando sono sceso in strada per recarmi alla pasticceria, che peraltro è chiusa da settimane. Ma quel mini-rito l’ho voluto celebrare lo stesso, per rendere questo giorno meno uguale a tutti gli altri. Feriali o festivi che siano. Non potevo certo sperare che la vetrina oggi fosse illuminata e con i dolci in esposizione, mi bastava solo guardare l’immagine riflessa. Vera o immaginata. Prima di entrare insieme per andare a comprare le zeppole, con ogni probabilità mi avrebbe sistemato la mascherina sul viso. Poi mi avrebbe aiutato a scendere i gradini e infine avremmo fatto ritorno alla macchina per portare il vassoio a casa. Rigorosamente mano nella mano. 

P.S. Dedicato a quelli che non sopportano di avere i figli tutti i giorni in mezzo ai piedi, a coloro che invece li hanno lontani e li vedono da settimane solo attraverso uno schermo, a chi è già diventato nonno e, grazie ai nipoti, ha riscoperto l’emozione di dare loro la mano e ora freme di poterlo rifare il prima possibile. Proprio come quando la offriva al figlio, che oggi è a sua volta padre. Auguri a tutti i Papà!


#ontheroad MANO NELLA MANO

Yusuf / Cat Stevens - Father & Son

Yusuf / Cat Stevens - Father & Son